Audizione informale innanzi alle Commissioni riunite VII (Cultura, Scienza e Istruzione) e IX ( Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei deputati in merito al mancato accordo tra la società Meta e la Società italiana degli Autori ed Editori.
Roma, 30 marzo 2023 – Davide d’Atri ha partecipato in audizione alla Camera ed è intervenuto rispetto al mancato accordo tra Meta e SIAE, con particolare riferimento alla tutela del diritto d’autore nell’ambito delle attività dei prestatori di servizi di condivisione di contenuti online. Di seguito il testo integrale del suo intervento.
Buongiorno Presidente e Onorevoli deputati,
Sono Davide d’Atri, Amministratore Delegato della Soundreef S.p.A., gruppo fiscalmente italiano con oltre 50 dipendenti sul territorio italiano, circa 70 agenti e 26mila autori, compositori ed editori italiani iscritti alla nostra Collecting. Soundreef è ora membro di CISAC, la confederazione di tutte le Collecting Society nel mondo.
La riflessione che vorremmo portare oggi alla vostra attenzione è che la rottura della negoziazione tra Meta e SIAE deve essere inserita in un contesto più ampio rispetto alla vicenda specifica e crediamo che sia opportuno che alcune considerazioni divengano sistemiche e non specifiche. Infatti, dobbiamo stare molto attenti ad evitare distorsioni non corrette nel contesto di un mercato in crescita e proiettato in una fase di positivo rinnovamento.
Il diritto d’autore cresce ogni anno e l’ultimo report di Goldman Sachs lo proietta a crescere in maniera ancora più importante fino al 2030. La musica è sempre più utilizzata in qualsiasi contesto e i valori di mercato globali ed europei sono tornati – e hanno ora superato – i valori degli anni ’90, ovvero quei valori che il diritto d’autore aveva prima dell’avvento della digitalizzazione della musica e conseguente pirateria. Non è un caso che sia un settore in grandissimo fermento anche dal punto di vista delle iniziative imprenditoriali a livello nazionale ed internazionale.
Grazie alla caduta dei monopoli, gli autori, compositori ed editori hanno migliori servizi rispetto a prima. Guadagnano di più e con più trasparenza. Questo riguarda anche gli ex monopolisti, che sono migliorati stimolati da una concorrenza nazionale e internazionale. La concorrenza ha portato benefici agli autori, compositori ed editori, ma soprattutto li ha messo in grado di avere più potere attraverso la possibilità di scegliere la propria Collecting.
Questi grandi cambiamenti hanno portato, da una parte, maggiore semplicità per gli autori, compositori ed editori, dall’altra parte maggiore complessità tecnologica per la gestione di masse di dati imponenti relative alle utilizzazioni delle opere musicali.
È evidente come tale mercato, composto ormai da una pluralità di stakeholder oltre che territorialmente pan-europeo, sia un mercato che può essere efficiente solo in presenza di un alto tasso di soluzioni tecnologiche. Ma nessuna soluzione tecnologica ci può essere senza una capacità di raccogliere, analizzare e conservare un dato sicuro, strutturato e granulare.
Il dato non è più un qualcosa di corollario rispetto ai compensi; qualcosa da allegare a corredo dei compensi. È la base portante di un’industria efficiente ed equa.
Ed è per questo che sosteniamo che la vicenda Meta / SIAE debba essere guardata in un contesto di organizzazione e miglioramento dei processi più ampio e garantista per tutti gli stakeholder senza lasciarsi tentare da provvedimenti estemporanei e mirati. I meccanismi sono attualmente delicati e gli interventi non inquadrati in una logica strutturale possono essere particolarmente negativi.
Il contesto, quindi, è quello dello scambio dati tra utilizzatore e Collecting. Uno scambio dati fondamentale per la trasparenza dei rapporti tra utilizzatore e collecting, che si trasferisce in tariffe semplici, eque e misurabili. Egualmente importante l’effetto sulla distribuzione, se non vitale, in quanto la raccolta analitica di dati permette una distribuzione analitica a valle, con il conseguente risultato di una ripartizione dei compensi agli autori, compositori ed editori trasparente, veloce e analitica, come prevede la direttiva Barnier e la conseguente legge italiana di recepimento.
Se guardiamo a questo contesto in maniera più allargata, ci accorgiamo che i problemi sono importanti e decisioni in merito urgenti. Mi soffermo su un paio di esempi:
- Le piattaforme di Video on Demand sembrano non poter, o non voler, trasmettere dati granulari, puntuali e trasparenti rispetto alle utilizzazioni delle opere musicali nei contenuti video, ma anche rispetto ad altre caratteristiche della piattaforma o dell’operatività. È di pochi giorni fa la dichiarazione della Collecting Attori 7607 di voler far causa a Netflix per ragioni simili. Inoltre, è di questi stessi giorni il deposito della causa ad Amazon Video da parte della Collecting LEA.
- Altro esempio: le radio in-store, che servono con delle radio a circuito chiuso le grandi catene di esercizi commerciali, si rifiutano di dare i report musicali che riguardano l’utilizzo della musica in questi circuiti chiusi. In maniera inspiegabile e peraltro in difformità rispetto alle radio fm, che invece danno dati granulari e tempestivi anche quando hanno economie molto più piccole delle radio in-store. È nota la segnalazione della Collecting LEA alle autorità competenti. É una situazione delicata in quanto le radio in-store influenzano compensi probabilmente superiori a quelli provenienti da Meta.
Tale assenza e/o incompletezza di dati genera un’asimmetria di informazioni che si trasforma nel più classico dei problemi economici; un mercato inefficiente per mancanza di trasparenza delle informazioni. Taluni utilizzatori lamentano tariffe non chiare e non analitiche e le Collecting lamentano alti costi di raccolta aumentati dalla resistenza di concedere dati.
La conclusione di questo scenario è che sempre più spesso si arriva al contenzioso e allo scontro tra Collecting e utilizzatore. E se quindi è solo attraverso un contenzioso che si può arrivare ad una soluzione del problema, vuol dire che il sistema è sbagliato, perché non riesce a funzionare da solo e necessita dell’intervento di un giudice. I sistemi sani, infatti, hanno bisogno dei Tribunali solo nelle patologie e non anche per il loro normale funzionamento.
Concludo, quindi, sperando di far riflettere sulla necessità di inquadrare la vicenda Meta e SIAE in un contesto di razionalizzazione e ottimizzazione delle regole riguardanti lo scambio dati tra utilizzatore e Collecting. Le attuali norme danno, infatti, spazio a diverse interpretazioni e pertanto andrebbero chiarite attraverso decreti oppure per mezzo di provvedimenti delle authority competenti.