La maggior parte degli artisti è molto attenta ad
evitare che le proprie canzoni vengano scaricate gratuitamente. Allora com’è
possibile che non siano pagati in caso di utilizzo? Cantautori, etichette discografiche
ed editori di solito chiedono alla SIAE di concedere in licenza l’uso delle
loro opere musicali e di provvedere alla ripartizione dei relativi diritti
d’autore. Eppure la stragrande maggioranza non è mai stata effettivamente
retribuita quando i loro brani sono stati usati come musica da sottofondo, pure
se si tratta di musicisti abbastanza noti. Cosa fa una società di gestione
collettiva con le royalty collezionate e perché non sono riconosciute agli artisti?
Che cos’è una società di gestione collettiva?
Le società di gestione collettiva – o le Performing rights organisations (PRO)
come vengono chiamate negli Stati Uniti e in Canada, sono organizzazioni che
raccolgono royalty per conto di artisti, etichette discografiche ed editori
quando le loro canzoni vengono utilizzate. Per maggiori informazioni sulle
società di gestione collettiva, vedi i nostri post precedenti.
Cosa sono i diritti d’autore?
Quando un compositore scrive un brano diventa
automaticamente titolare di una serie di diritti connessi al suo esercizio,
come i diritti di composizione e i diritti di registrazione del suono. A
dispetto di quanto spesso viene detto loro, gli artisti sono liberi di fare
quello che vogliono con i propri diritti: sono di loro proprietà, così come
sono in possesso dei propri strumenti. Pertanto non sono tenuti a venderli o a concederli
se non vogliono farlo! Per saperne di più sui diversi tipi di diritti d’autore,
visita i nostri post precedenti.
Come fa una società di gestione collettiva a
sapere quanto bisogna pagare un artista?
Se una società di gestione collettiva fosse al
corrente di quante volte una canzone è stata impiegata, potrebbe conoscere
l’effettiva retribuzione spettante all’artista, così da poterlo pagare per
ciascun passaggio musicale (pay- per-play). Purtroppo, questo raramente
succede. Le società di collecting di solito chiedono agli utilizzatori (come ad
esempio alle aziende che diffondono musica d’ambiente) di pagare un canone
annuale forfettario che consente loro di poter disporre dell’intero catalogo
disponibile nel loro database societario (blanket licence). Nonostante ciò possa
sembrare più conveniente per tutti, nella pratica questo sistema non funziona
in modo adeguato.
Ad
esempio, diciamo che Roberto paghi alla sua società di gestione collettiva una
blanket license per il diritto di riprodurre musica, al fine di creare un
ambiente piacevole per i clienti del suo negozio. In tal caso, riempirà il suo
iPod con centinaia di tracce da far ascoltare all’interno del suo punto vendita
e sentirà la sua band locale preferita più e più volte nell’arco della
giornata. Poiché la società di gestione collettiva non può avere un riscontro
su ciò che Roberto ha inserito nel proprio iPod o di quante volte ogni traccia
è stata riprodotta, deve ricorrere al campionamento.
Il campionamento è una procedura statistica che
consente di stimare la frequenza con cui ciascuna canzone è trasmessa,
consentendo alla società di collecting musicale di desumere la cifra da
corrispondere al musicista. Per farlo, seleziona un campione formato da un
piccolo numero di utilizzatori (ad esempio Giovanni, proprietario del negozio
adiacente a quello di Roberto), ai quali viene richiesto di segnalare le
canzoni che usano e quanto le ascoltano. I dati di Giovanni e degli altri
utilizzatori vengono poi elaborati con una formula matematica e tramite questa
operazione viene ricavato il compenso degli artisti. Spesso è perfino peggiore
di così: alcuni enti di gestione suddividono le royalty in base alle vendite
dell’anno precedente o si rifanno ad altri oscuri calcoli di rilevazione.
Ma Roberto non trasmette la stessa musica di
Giovanni!
Se il negozio di Roberto fosse stato scelto per
il campionamento, la sua band favorita avrebbe potuto effettivamente guadagnare
più royalty – ma se tutti i negozi scelti come campione diffondono altra
musica, ecco che il gruppo preferito di Roberto potrebbe non guadagnarne
nessuna. Questo perché il campionamento tende a favorire gli artisti più
famosi, trascurando quelli lontani dalla scena mainstream – anche se hanno un
seguito locale forte o se sono considerati interpreti di culto. L’ente di
gestione non ha modo di verificare quanto i beniamini di Roberto dovrebbero
essere pagati. E spesso questo significa che i gruppi musicali riescono a
collezionare poco o niente delle royalty a cui effettivamente hanno diritto nel
settore della musica da sottofondo, meno che mai se si tratta di artisti
internazionali.
Che cosa succede se Roberto utilizza una radio
in-store nel suo punto vendita?
Un’emittente radio in-store sceglie musica per
attività commerciali, fornendo playlist e sistemi hardware o software per
trasmetterle. Ciò significa che è possibile risalire agli elenchi dei brani
riprodotti all’interno di un esercizio commerciale. Tuttavia, queste
informazioni spesso non vengono adoperate dalle società di collecting musicale
né vengono prese in considerazione per calcolare le royalty, dando adito così a
pagamenti scorretti. Esistono oggi numerosi modi di sfruttare la tecnologia per
analizzare l’utilizzo della musica nei diversi segmenti di mercato, ma le
società di gestione collettiva sembrano molto restie nell’adottarli, anche se
potrebbero fornire maggiore trasparenza ed equità ai loro artisti.
Perché Soundreef è diversa?
La maggior parte delle società di gestione
collettiva dei diritti d’autore si basano ancora su modelli di business e su
procedure di ripartizione delle royalty antiquate, nonostante gli strumenti
tecnologici e di navigazione disponibili ormai le abbiano rese obsolete.
Soundreef si avvale di nuove modalità di monitoraggio per tracciare la musica
per conto dei musicisti, delle etichette e degli editori a noi affiliati, in
modo da poterli pagare onestamente ogni qual volta che le loro canzoni vengono
usate. Così com’è possibile controllare dove e quando i brani sono riprodotti
tramite la nostra emittente Internet, chiediamo alle società di radio in-store
di fornirci i loro file di registro, per risalire a ciascun passaggio musicale
dei nostri artisti. Se sei un membro di Soundreef, hai la possibilità di
verificare dove e quando la tua musica è in riproduzione, in qualsiasi momento
del giorno o della notte, attraverso il nostro sito – proprio come si fa con il
proprio saldo bancario on line. Per saperne di più su Soundreef, vedi i nostri post precedenti.
Che cosa fa Soundreef con i soldi che
raccoglie?
Paghiamo il 50% ai nostri titolari dei diritti e
teniamo il restante 50%. La maggior parte del denaro che conserviamo viene
investito per finanziare lo sviluppo e l’innovazione della nostra piattaforma
Internet, consentendoci di tenere aggiornati costantemente i nostri sistemi
(circa il 20%). I successevi costi più importanti da noi sostenuti sono
relativi all’attività di vendita delle licenze Soundreef ai negozi che
diffondono la musica dei nostri artisti (circa 15%) e alla retribuzione degli
avvocati che ci aiutano ad affrontare accordi con le società di gestione
collettiva dei compensi (circa il 10%). Il restante 5 % copre altre spese. Ci
auguriamo di aumentare le royalty che paghiamo ai titolari di diritti e
auspichiamo la crescita del mercato e la diminuzione delle nostre spese legali.
Se mi unisco Soundreef, cosa succede alle
royalty che dovrei riscuotere dalla riscuotere dalla SIAE?
Quando aderisci a Soundreef, provvediamo ad
informare le società di gestione collettiva dei compensi che saremo noi a
amministrare i diritti di sottofondo della tua musica, esonerandolo da queste
mansioni. Ciò rappresenta spesso un motivo di preoccupazione per alcuni musicisti,
convinti che questo possa significare la perdita delle royalty che avrebbero
altrimenti collezionato attraverso la SIAE nel comparto della musica
d’ambiente. Alla maggior parte degli artisti però non è mai stato pagato un
centesimo per questo tipo di diritti, quindi non fa differenza! E questo non è
solo quello che ci viene riportato dagli autori indipendenti. Anche band più
affermate, etichette ed editori di medie dimensioni di solito non sono
retribuiti per la musica di sottofondo. Le società di collecting musicale non
stanno pagando i soldi che meriti per alcune tipologie di diritti che ti
appartengono. Hanno bisogno di cambiare le proprie regole e assicurarsi di
trovare nuove modalità e strade alternative per tracciare i brani utilizzati.
Sfrutta al massimo la tua musica per ottenere i diritti d’autore che ti
spettano. Registrati a Soundreef http://registration.soundreef.com/ o visita la pagina https://www.soundreef.com/en/faq per
ulteriori informazioni.