Ciao! Come e quando è iniziato il percorso musicale del Volo di Colin?
Il Volo di Colin nasce circa 6 anni fa dall’incontro casuale di Paolo Pallotto Compositore e Max Arigoni autore dei testi del gruppo. Si sono conosciuti attraverso un portale dedicato ai musicisti e dopo qualche scambio di email hanno deciso di collaborare. Subito dopo si è aggiunto Renato Segatori il bassista del gruppo e Alessandro Salis. Discorso a parte per batteria e tastiera che sono cambiati nel tempo e attualmente sono ruoli ricoperti fortunatamente ora da Bruno Sermonti e Alex Alberti.
“Sognatore Sveglio”: il concept album. Come è nata l’idea? Quale è stato il percorso che vi ha portato alla realizzazione?
L’idea è partita un po’ per caso ma inaspettatamente si è composta come un mosaico con tante tesserine da incastrare al punto giusto.
Per spiegare meglio, la band in questi sei anni ha prodotto moltissimi brani, alcuni dei quali sono rientrati nel loro primo lavoro ‘ilvolodicolin’ Ep del 2015. Successivamente alcuni altri hanno dato la spinta alla nascita del Concept.
Max Arigoni ha avuto l’idea della storia di Henry( protagonista dell’album), analizzando alcune canzoni che erano già state scritte in precedenza e da lì si è partiti poi nella realizzazione delle altre, seguendo appunto il copione delle vicende del ‘Sognatore Sveglio’. Il titolo è stato ripreso da una frase del Filosofo Kant che affermava che il Folle è un sognatore sveglio e crediamo che questa affermazione calzi a pennello per il protagonista.
Scrivere musica. Come nasce il vostro immaginario musicale? Come lavorate abitualmente sul nuovo materiale? E da dove nascono gli input per nuovi brani?
Bella domanda, alla quale non è facile rispondere. Possiamo dire che per noi rappresenta una commistione di sentimento, istinto, passione e un poco di metodologia dettata dall’esperienza e dagli stati d’animo che in un determinato periodo si possono percepire sia in noi stessi che nella società che ci circonda. Questo scambio di percezioni tra il musicista e il mondo esterno contribuisce al processo creativo del concepimento di un brano.
Di solito l’idea musicale parte da Paolo che la sottopone a Max per la parte del testo successivamente una volta elaborata la struttura principale si passa all’arrangiamento e finalizzazione che viene realizzata da tutta la band. Ci sono volte comunque che l’dea è portata dagli altri membri del gruppo e quindi si possano invertire i ruoli.
Poi c’è la fase ultima della registrazione e qui entra in gioco anche il nostro amico e produttore artistico Simone Mammucari che aggiusta il tiro e dà il mood giusto.
Cosa deve aspettarsi chi non vi ha ancora visto suonare dal vivo? Cosa portate sul palco?
La fase del live è il momento più bello per un musicista, la finale di Coppa dei Campioni per un calciatore, insomma qui l’artista deve dare il massimo e mettere a frutto tutto quello che ha maturato nella fase creativa. Con ‘Sognatore Sveglio’ si potrà assistere non solo ad un concerto di musica rock ma ad una storia cantata, narrata con un atmosfera quasi teatrale. La nostra musica va soprattutto ascoltata attentamente e questo concept è nato proprio per lasciare al pubblico spunti di riflessione.
I nostri live sono accompagnati da immagini video( quando la location ce lo permette) che guidano lo spettatore nella storia che si racconta ma diciamo più esattamente che si ‘canta’. Quindi sul palco portiamo un mix di musica e immagini cercando di coinvolgere totalmente il pubblico.
Come è cambiata negli anni la scena Romana?
Beh direi molto negli anni ’60 c’erano i cantautori-poeti, negli anni 90 bravissimi cantautori, ora tanti ragazzi di belle speranze ma lontani dal nostro modo di fare musica e genere musicale e soprattutto con tanta fretta di arrivare.
Siamo stati troppo duri? Ci avete fatto una domanda scomoda 😊
Però c’è da dire che molti artisti di oggi arrivano alle nuove generazioni e riempono palazzetti e quindi da questo punto di vista hanno vinto.
Oggi in Italia… Quali sono i punti di forza della scena indipendente in Italia in questo momento storico?
E’ un domanda complessa, punti di forza o meno, possiamo solo dire che forse il panorama indipendente che qualche decennio fa viaggiava su un binario parallelo e separato dalla musica cosiddetta mainstream ora quasi sempre vi converge ed artisti ‘Indie’ per logiche di mercato decidono di rinunciare alla propria identità mutando in un prodotto più commerciale. Oggi poi il web ha accentuato questo aspetto ma non sappiamo dirti se questo è un bene o un male. Quello che possiamo affermare che l’Indie di oggi è meno Indie di ieri (scusate il gioco di parole) e che noi preferiamo quello di qualche decennio fa.
Industria musicale e impatto con il digitale. Pro e contro.
I pro sono sicuramente, più facilità di fruizione della musica in generale, più possibilità di realizzare musica di qualità professionale senza spendere cifre esorbitanti, possibilità di far arrivare la propria musica a più persone rapidamente.
I contro viceversa sono forse il ‘lato oscuro’ diciamo così dei punti a favore: quindi la superficialità nell’ascolto di un artista perché ci si limita ad ascoltare magari solo un brano in una playlist , la poca applicazione nella cura degli arrangiamenti con utilizzo massiccio di loop e sequenze create al computer senza registrare con strumenti veri (chitarre, piano etc.), la perdita del contatto fisico con l’oggetto musicale, anche se ultimamente c’è un ritorno al vinile da parte di una piccola nicchia nostalgica.
Ce ne sarebbero altri di contro ma poi saremmo etichettati come ‘matusa’ quindi ci fermiamo qui. 🙂
Perché Soundreef?
Siamo approdati a Soundreef recentemente dopo una non soddisfacente esperienza con SIAE.
Perchè Soundreef? Possiamo sintetizzare così: semplicità nell’utilizzo, nessun costo per i musicisti, royalty garantite in poco tempo, supporto efficiente.