Velheno cresce a Catania e durante l’infanzia si avvicina alla cultura hip hop. Oggi è MC, oltre ad avere uno studio di tatuaggi. E’ appena uscito il suo nuovo singolo ‘Satriani’. Abbiamo avuto il piacere di fargli qualche domanda.
Ciao! Come e quando è iniziato il percorso di Velheno?
Tutto è partito con una VHS dal titolo Wild Style, film culto nell’ambiente Hip-Hop… parliamo del ’99, quel film mi mandò fuori di testa; poi la vernice: sulle mani, sui muri, sui vagoni; la breakdance e i primi concerti rap. Anni dopo capì che tutto quello non mi sarebbe bastato, parlo di lasciare il segno, così ho preso in mano il microfono, era il 2004.
Su cosa stai lavorando in questo momento?
Ad aprile ho chiuso IHX, il mio terzo album prodotto da Master T (beat maker di Alghero che vanta numerose produzioni per moltissimi artisti di spessore della scena rap italiana).
Adesso sto lavorando su nuovi singoli tra cui “Satriani” uscito lo scorso 5 Ottobre su Spotify poi diverse collaborazioni oltre alle riprese di nuovi video, insomma sempre operativo.
Live e studio. Produzione o performance. In quale delle due dimensioni ti senti più a tuo agio?
Fino a qualche anno fa non sarei stato capace di rispondere a questa domanda, oggi posso dire che senza gli show dal vivo, senza un palco e la gente sotto, che siano 20 o 2000 persone, senza questo non avrebbe senso quello che faccio.
A cosa un MC non dovrebbe mai rinunciare?
Alla verità e all’essere vero.
Scena Hip Hop in Italia. Come è cambiata nel tempo? Quali sono le cose più interessanti oggi?
Forse per questa domanda serve una seconda intervista, proverò a essere sintetico. Seguo il rap in Italia da prima che sparisse AL e da prima che sparissero le Jam, sono stato a eventi da Milano passando per Bologna, dal Salento a Palermo, praticamente le ho viste tutte, sicuramente sono cambiati gli interessi e le motivazioni che prima spingevano qualcuno ad avvicinarsi a questa cultura, o magari si è solo aggiunta l’idea di poter fare i soldi con questa roba, probabilmente invece nelle piccole realtà non è cambiato nulla, la voglia di aggregarsi è l’appartenenza a un mondo come questo può cambiare davvero la vita di un ragazzino, anche se il fascino di questa cultura e la sua storia hanno davvero potere secondo me quando tutte le sue discipline si incastrano nella stessa situazione, o comunque, quando non ci sono di mezzo solo i soldi tutto acquista più cuore.
Le cose più interessanti sono l’evolversi degli stili, gli eventi come il Redbull Culture Clash e le ‘Battle di Freestyle’, poi ogni tot anni esce fuori qualche fottuto genio con skill allucinanti, tutto è in continua evoluzione, anche se dal punto di vista musicale, c’è sempre chi cerca di decidere o dirigere i gusti degli ascoltatori non importa, per quanto mi riguarda fino a quando ci sarà qualcuno che ha qualcosa da dire e la sputa fuori in modo cazzuto e senza censura, allora tutto acquista un senso.
Certo però che con tutte le risorse che hanno questi nuovi campioni mancano di fantasia, potrebbero osare di più.
Catania e scena rap. Come si è mostrata negli anni la Sicilia per quel che riguarda la musica e soprattutto per quel che concerne la scena rap?
Nel panorama musicale sicuramente è stata un pezzo fondamentale, non solo per l’Italia basta citare Alborosie o Roy Paci o altri generi come i ragazzi del Il Volo o la neomelodica tra Vezzosi e Celeste… tralascio nomi storici come Battiato e Malgioglio: la lista e infinita e mi reputo anche abbastanza ignorante quindi torniamo al rap, se volete farvi una cultura su questa roba prima di tutto dovete fare un salto a Palermo e conoscere Stokka e Madbuddy, Dj Shocca, Otello, poi tornate da me a Catania che vi presento la Fucina di Efesto e Ct Faya, ti cito solo parte della musica che mi ha cresciuto, poi diciamo che nel passato qualcuno si è trasferito al Nord e li tocca andare a beccare tutti gli originali siciliani che poi sono diventati pilastri del rap Italiano come Marracash ed Ensi, ma voglio tornare un attimo a Palermo perché non posso tralasciare i nomi di Big Joe e Johnny Marsiglia veri e propri King in questa roba.
Il rap a Catania è stato sempre un po’ associato al freestyle, in passato era il punto di forza della mia città, se vi interessa la sacra scuola dell’improvvisazione al mic vi consiglio di cercare nomi come Noema, Ira, Diskarex, Reiven e Il Dottore.
Oggi invece ci sono rapper Catanesi che stanno facendo sentire il proprio nome a tutto lo stivale, tra questi L’Elfo, che definirei lo spartaco dell’asfalto all’assalto dei piani alti(cit. Marra) ma voglio fare altri nomi come Wild Ciraz e Kanaglia, veri professionisti in materia. Tenete d’occhio anche i produttori come Fresh Johnny e FunkyMan insomma sono sicuro che questa città ha il potenziale per prendersi tutto, poi sta ai singoli individui muovere il culo e sbattersi per farlo.
Perché Soundreef?
Sarò totalmente sincero, prima di tutto perché è gratis… ahahah, perché prima non c’era, bisognava inventarla e lo avete fatto, poi assolutamente per la trasparenza e la disponibilità, con Soundreef hai chi risponde alle tue domande in prima persona oltre a poter monitorare e gestire tutto online in tempo reale. La Siae è il passato mentre Soundreef punta al futuro.