Parliamo con Rosa della Turi Mangano Orchestra, prima band in Sicilia a fare un concerto con “Soundreef Live!”. Come è iniziato il progetto della T.M.O.?
L’idea è nata nel 2011, quando ho chiesto a Marco di scrivere i testi per le mie musiche. L’anno successivo è iniziata la collaborazione e, quando erano pronte quindici canzoni, abbiamo cercato i componenti della band. Dopo la prima formazione iniziale, abbiamo trovato il giusto equilibrio con l’ingresso di Ennio (batteria) e Gianluca (basso) che hanno affiancato Emanuele (chitarra).
Cosa significa per voi fare musica? Che progetti avete per il futuro?
Fare musica, per noi, vuol dire sperimentare e cercare un’espressione che sia l’insieme delle nostre individualità. Con questo progetto cerchiamo di unire i nostri modi di intendere musica, le esperienze e le generazioni diverse, cercando di trovare un suono che risulti non per forza di cose etichettabile.
Per quanto riguarda il futuro, a breve uscirà un Ep di sette brani che chiude una prima fase di conoscenza e ci permetterà di ripartire con nuova consapevolezza. Emanuele ha lasciato il posto a Paolo e ora stiamo lavorando a nuovi brani e pensiamo a realizzare un nuovo video.
In primavera partiremo per un tour in Sicilia e poi prepareremo con calma il primo disco ufficiale.
Come vi siete trovati con il servizio di raccolta royalty sull’esecuzione dal vivo dei vostri brani offerto da “Soundreef Live!”?
Ci siamo trovati bene, il servizio è ottimo, soprattutto se confrontato con quello della SIAE. Viene da dire che Soundreef è al passo coi tempi e, soprattutto, è molto trasparente.
Quali sono stati gli elementi innovativi che vi hanno sorpreso di più?
Ci ha sopreso il poter gestire tutto online, dal borderò al discorso dei diritti d’autore. Come dicevo prima, è tutto molto trasparente e cerco sempre di consigliare Soundreef agli artisti che conosco.
Che grado di difficoltà di utilizzo avete trovato?
Diciamo che l’unica difficoltà di utilizzo riscontrata è dovuta alla lingua inglese. Per fortuna è tutto abbastanza intuitivo e, dove non si conoscono alcuni termini tecnici, ci si può arrivare per deduzione.
Come hanno reagito gli organizzatori dei locali in cui avete suonato? Che tipo di locali erano?
Diciamo che in qualunque contesto, dal pub al concerto di piazza o al festival, abbiamo notato una certa diffidenza, un po’ perché nessuno conosceva Soundreef e un po’ per le esperienze negative avute in passato con SIAE. C’è chi ha preferito continuare a pagare SIAE, temendo di incorrere in qualche multa, e chi – come l’assessore di Barcellona – ci ha dato carta bianca per gestire l’intera pratica. Accorgendosi, alla fine, di aver risparmiato molto.
In quanto tempo avete avuto modo di verificare i proventi e di incassarli?
Qualche giorno dopo il concerto, inserendo sul sito il nuovo borderò, risultavano già i proventi. E l’accredito dei diritti d’autore è avvenuto molto velocemente.
Se è cambiato, come è cambiato il vostro modo di rapportarvi con il diritto d’autore?
Sicuramente ora c’è la consapevolezza che esiste un modo nuovo per gestire i diritti d’autore. E spero che al più presto possano seguire il nostro esempio altri artisti siciliani; perché per cambiare c’è bisogno di tutti. È facile lamentarsi e poi lasciare le cose come stanno. Cambiare si può.