Qualche tempo fa ci ha invitato nel suo studio, il TotoSound, per un faccia a faccia con musicisti, addetti ai lavori ed interessati sulle nuove possibilità nell’ambito del Diritto d’Autore. In quell’occasione avevamo scambiato due chiacchiere con lui sulle tante iniziative che ruotano attorno al suo studio. Ecco l’intervista al musicista e produttore romano Toto Giornelli.
Ciao Toto, come è nato il progetto TotoSound? Uno studio di registrazione o qualcosa di più?
Ciao Ragazzi!
Il progetto è nato oltre 10 anni fa insieme a mio padre, grande appassionato di musica, con il quale abbiamo iniziato questa avventura. La volontà era quella di creare una realtà musicale di aggregazione che potesse seguire logiche artistiche più che quelle di lucro.
Dopo un’intensa attività di studio di registrazione, che procede tutt’ora, nel 2013 ho avuto l’occasione di iniziare a produrre una serie di progetti in cui militavo in prima persona come musicista; da lì ad aprire un etichetta, il passo è stato brevissimo!
Nel 2015 è nata quindi TotoSound Records, con l’intento di promuovere, con tutti i mezzi a mia disposizione, la buona musica emergente, non solo con produzioni “classiche” ma anche mettendo a disposizione lo spazio per riprese live in studio e “live concert” in streaming.
La strada è ancora lunga e di cose da fare ce ne sono ancora tantissime ma l’entusiasmo e la voglia di spaccare sono tante! Da Gennaio abbiamo iniziato una serie di Live in studio molto particolari: i Tea @ TotoSound! Consiste in un artista che si esibisce davanti a 30 spettatori che, gustando tè e pasticcini, ascoltano in cuffia il concerto del loro cantante preferito: l’impatto di un live con la qualità dello studio, il tutto all’ora del tè! L’idea è quella di ricalcare l’iniziativa de “il cenacolo” che la RCA aveva lanciato negli anni ’70, uno spazio, quello del loro studio, dove gli artisti si incontravano e facevano musica! Il prossimo appuntamento sarà il 28 Febbraio con Gabriella Martinelli, poi a seguire con tanti altri artisti della scena romana e non!
Scena Romana ma non solo. Cosa ne pensi delle nuove proposte di oggi? C’è qualcosa di interessante in giro?
La scena romana (ma non solo) è PIENA di proposte interessanti, spaziando dal cantautorale al cosidetto “indie rock”, passando anche per il jazz, abbiamo autori e musicisti fenomenali, competenti e creativi. Parlando della mia scena, perché è quella che conosco più da vicino, potrei farti nomi come quello dell’esplosiva Gabriella Martinelli, cantautrice pugliese; Dap, songwriter folk-rock dal sapore Nordeuropeo (dalla scuderia TotoSound Records) ma anche Luca D’aversa, Alice Clarini, L’io, Piji, Gabriele Dorme Poco, Simone Avincola, Livia Ferri (e ne avrei tanti altri!).
La vera problematica è che son sempre meno gli spazi dove poter proporre queste realtà: da qui il mio desiderio di creare una serie di eventi per dargli visibilità il più possibile tramite i miei canali.
Parliamo di etichette indipendenti e della tua personale esperienza. Si parla tanto di crisi del mercato del disco. Tuttavia per fortuna stanno nascendo molte nuove realtà. Cosa ti spinge a continuare?
Sinceramente? Me lo domando anche io!
Scherzi a parte, in uno scenario in cui la discografia è chiusa, sigillata dietro dinamiche legate al profitto e sottoposta a forti giochi di interesse, l’offerta è sempre meno variegata ed è quindi davvero molto difficile sopravvivere a livello finanziario.
L’unica cosa che mi spinge davvero a proseguire è un po’ di sana follia e, su tutto, la voglia di cambiare il mondo! 🙂
Credo fermamente nel portare avanti una passione e farlo bene, senza lamentarsi troppo del contesto. Infondo senza provarci, le cose non cambieranno mai.
Parliamo di produzioni. Ci sveli qualche “segreto” da produttore?
Nella mia piccola e modesta esperienza come produttore, ho capito che “il meglio è nemico del bene”. E’ molto importante lasciarsi andare e imparare a non prendersi troppo sul serio inseguendo perfezioni di suono assolute, decisamente irraggiungibili; la “take” definitiva, quella perfetta..non esiste!
Quello che invece esiste è la sensazione dell’attimo, l’istinto di una nota o una frase non programmata, il fascino dell’intuizione del momento, su questo sesto senso gioca la magia di una produzione.
L’altro giorno, parlando con un amico della registrazione del suo ultimo disco a Nashville, registrato live, mi raccontava di come il suo produttore lo costringesse a non cantare mai più di 2, 3 takes massimo a brano e con quanta leggerezza passassero da un pezzo all’altro senza aver paura di aver chiuso le voci di un brano. Ho sorriso ripensando alle 1000 takes di voce fatte nelle mie prime produzioni, milioni di linee di chitarra piuttosto che miliardi di cori o effetti.. Si impara, la rapidità e la decisione, il fidarsi dell’istinto aiutano ad essere più efficienti!
Qual’è il disco che hai realizzato a cui sei più affezionato?
Devo dire che di ognuno ho un bellissimo ricordo, perché sono parte della mia storia, hanno segnato in un modo o nell’altro il mio percorso. A partire dal primissimo, “Alti&Bassi” dei Barabbas, un trio strumentale composto da tre bassi e batteria che è stato fermo per anni negli Hard Disk del mio studio e che finalmente dopo anni vedrà la luce nel 2016! Poi c’è la mia prima vera e propria Produzione ovvero “Ricordati di essere felice” di Gabriella Martinelli, una cantautrice molto interessante che scrive di brani molto diversi stilisticamente ma accomunati da una voce potentissima e melodie che ti si piazzano in testa e difficilmente se ne vanno!
Per vari motivi sono molto legato al disco ad “Anime di Gomma” un omaggio a Rubber Soul dei Beatles riarrangiato per voce femminile con sonorità moderne. E’ stato il primo che abbiamo registrato “all’americana”: tutti live, tre giorni di riprese e tre giorni di mix ed il risultato è stato decisamente soddisfacente!
Di tutt’altro genere è “Number One” di Marcello Rosa, storico trombonista jazz con il quale ho co-prodotto questo bellissimo disco di sue composizioni arrangiate per Big Band (la Exit Orchestra) con ospiti vari del calibro di Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Max Ionata, Bepi D’amato e altri. E’ stata una bellissima esperienza poter suonare al fianco di grandi professionisti e imparare molto su come lavorare in studio!
Un altro disco che purtroppo non ho avuto il piacere di produrre ma “solo” di suonare è “Resonances” del sopracitato Dap, uscito per TotoSound Records ad Ottobre 2015: è un artista eclettico che ha la forza di creare delle atmosfere uniche nei suoi brani! Ho mancato la prima produzione per questioni di tempo ma stiamo già lavorando ad un secondo lavoro discografico di cui vorrei curare la produzione.
Cosa ti impressiona di solito di un musicista o di un cantante in studio? Quali pensi siano gli aspetti che un cantante/musicista deve migliorare?
Per entrambe la domande, la puntualità! 🙂
Scherzi a parte quello dello studio è un mondo tanto affascinante quanto complicato; non necessariamente un bravo musicista live è anche un bravo musicista in studio.
Scattano delle dinamiche psicologiche molto forti (sei tu, un microfono,una stanza asettica, una o più persone che ti guardano attraverso un vetro e aspettano te, mentre tu, con questa pressione psicologica devi suonare bene e in fretta!) non conta quante scale o arpeggi sai fare a che velocità, conta l’efficacia della tua idea e della tua esecuzione che non deve essere la più bella ma la più efficace per quel contesto e per quel momento!
Sono colpito solitamente dai talenti che riescono ad arrivare con un’idea precisa, la realizzano senza nessun intoppo e creano magia. Ma soprattutto adoro chi ha l’umiltà di mettere in discussione e rivedere tutto da capo qualora il risultato non sia quello immaginato. Insomma talento si ma non mi affascina se non supportato dalla competenza e dalla professionalità.
Deve essere accolta anche in Italia la Direttiva sul diritto d’autore. Cosa ne pensi della questione delle royalty oggi? Che idea ti sei fatto sulla proposta di Soundreef?
Finalmente! Era ora che si aprissero le frontiere anche sulla gestione del diritto d’autore. Mi risulta che in Europa la questione delle royalty sia gestita in maniera molto più corretta e snella; la GEMA o la PRS hanno da anni dei sistemi online molto efficaci (la nostra SIAE ha da quest’anno un nuovo servizio on line con ancora funzioni limitate) per incassare e gestire le royalty o compilare addirittura i borderò on line il giorno dopo aver suonato. Depositare brani comodamente da casa e, soprattutto affrontare costi più accessibili è la chiave per snellire il sistema.
La gestione molto “Social” di Soundreef (creazione di eventi sull’apposito portale, deposito brani on line) trovo sia decisamente più comodo che fare infinite file agli uffici della SIAE dove ogni impiegato ha una sua opinione sulla pratica da seguire.
Ogni volta che ho dovuto compilare un modulo DRM per richiedere i bollini non ho MAI seguito la stessa procedura, ho sempre dovuto fare e portare documentazioni diverse.
Per non parlare poi dei costi proibitivi della SIAE, a fronte poi di miseri spicci di diritti, contro l’iscrizione gratuita e le somme nette e puntuali che riconosce Soundreef.. Sicuramente molte cose ancora vanno sistemate e cambiate ma ad oggi Soundreef è un’alternativa validissima per la gestione delle royalties e la tutela dei diritti d’autore. Per questo, credendo fortemente nella possibilità di cambiamento, ho deciso di affiancare questa nuova realtà ed esserne ambasciatore.
Grazie mille Toto!
A presto.