Stafania Corrado è una chef con la passione per la musica. L’abbiamo incontrata la scorsa settimana alla Milano Food Week e abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con lei.
Ciao Stefania, quando e come ti sei avvicinata al mondo del food?
Il viaggio che mi ha portata in questo settore è iniziato in maniera non troppo canonica: dopo una Laurea Magistrale magna cum laude in Economia e Gestione Aziendale con una specializzazione in Marketing e Comunicazione all’Università Cattolica di Milano, ho concluso il suo percorso di studi a Yale (USA) e lavorato come account in alcune agenzie pubblicitarie internazionali.
Dal 2011 ho deciso di sfruttare le mie competenze trasversali nel mondo enogastronomico: mixando numeri, analisi, comunicazione, marketing con il cibo sono riuscita a crearmi uno spazio non convenzionale fuori dal ristorante, una nicchia che prima non c’era, entrando a far parte a pieno titolo del panorama culinario italiano e non solo.
Oggi mi occupo principalmente di consulenze per aziende, dell’organizzazione di eventi privati, sono docente ad un master universitario e scrivo libri.
Come hai acquisito gli strumenti utili per il tuo percorso nel mondo della ristorazione?
La formazione economica è sicuramente stata utilissima per comprendere le dinamiche alla base delle realtà aziendali con cui mi interfaccio oggi. Come professionista, sono in aggiornamento costante e investo molto sulla mia formazione sia a livello personale che aziendale: per esempio l’anno scorso ho seguito un corso in SDA bocconi per il management della piccola media impresa; a livello personale sto portando avanti un percorso di psicologia strategia che mi è molto utile a diversi livelli. Dopo tutto sono un po’ la manager di me stessa e quindi penso sia molto importante investire su questo.
Penso che an he il mio carattere abbia influito nel rendere un po’ particolare l’approccio a quello che faccio; per esempio in questi giorni sto lanciando il mio terzo libro, o meglio audiolibro: il primo audiolibro di ricette in italia dal titolo la cucina italiana reloaded, pubblicato da volume audiobooks e disponile negli store on line di iTunes e Audible.
Cosa ti hanno dato le esperienze di Academy di questi anni e quelle televisive?
Io adoro insegnare. Sono in contatto a distanza di anni con molti dei miei allievi e penso che questa sia una cosa bellissima. Mi chiamano, si confrontano, condividiamo esperienze di vita. Dal punto di vista della televisione, ho partecipato come ospite a diversi format con alcuni interventi “flash”; mi piacerebbe trovare qualcosa che si adatti alla mia personalità e sviluppare dei contenuti più approfonditi e divulgarli in maniera del tutto innovativa e personale….chissà!
Che consigli hai per chi sta iniziando ora ad avventurarsi nel mondo del food?
Consiglio di essere curiosi, di osservare sempre e quanto più possibile quello che succede intorno a loro e di essere affamati di entusiasmo.
Musica e food: quanta affinità c’è e come si possono integrare a tuo modo di vedere queste due discipline?
La musica è da sempre l’altra mia grandissima passione (oltre al cibo e ai viaggi di conseguenza). Non posso immaginare questi mondi come realtà distinte: per me sono un tutt’uno.
Negli anni ho dedicato un progetto artistico intitolato “Black Celebration” al mio gruppo preferito, i Depeche Mode. Un progetto editoriale e artistico unico nel suo genere che è in realtà un’esperienza multisensoriale che mescola sapientemente cucina, fotografia e musica, passando attraverso il gusto e il colore.
L’idea ha preso forma cercando di combinare le mie più grandi passioni, musica e cibo, in un solo progetto: l’obiettivo è quello di trasferire nei piatti il mood musicale e comunicare l’amore per la cucina con un linguaggio diverso dal solito. Black Celebration è l’unica canzone nella discografia dei Depeche Mode che dà il titolo sia ad un singolo che all’intero album. Un’unica eccezione che mi è stata d’ispirazione per creare questo progetto e non poteva che diventarne il titolo e il punto di partenza. Ogni album, e la maggior parte delle canzoni dei Depeche Mode, mi ha ispirato diverse suggestioni e mi rimanda ad atmosfere e sensazioni per creare ricette e piatti davvero speciali. Il mio sogno è comunque quello di preparare una cena a Mr. Gahan 🙂
Sono sempre di più i luoghi in cui si suona dal vivo e allo stesso tempo che mettono la cucina in primo piano. E’ vero? Se sì, come ti spieghi questa tendenza?
Con questa vostra domanda mi vengono subito in mente i grandi festival in cui sono stata all’estero: in alcuni di questi la qualità del cibo è stata veramente alta…con un concetto di street food, certo però ho assaggiato alcuni piatti che mi hanno davvero colpito. Penso a tutte le tapas al BBK festival di Bilbao oppure ai buonissimi bratwurst a Berlino e ancora ai sandwich di Hyde Park. Mi piacerebbe che questa tendenza in italia si sviluppasse sempre di più.
Ultima domanda…Cosa ascolti di solito mentre cucini?
Dipende molto dal tempo (sono meteoropatica, cosa inevitabile essendo governata dalla luna, sono nata il 6 luglio) e anche dal mio umore.
Generalmente ascolto rock, anche quello italiano.
Tra gli artisti che mi mettono di buon umore, oltre ai miei amatissimi Depeche Mode, c’è l’immortale David Bowie.