StaiMusic è una piattaforma di streaming musicale tutta italiana che punta sulla scoperta di nuove tendenze e artisti qualità. Abbiamo avuto il piacere di incontrarli e ne abbiamo approfittato per fare qualche parola loro…
Ciao! Come nasce il progetto StaiMusic?
Ciao! Negli anni 2006-2007 avevamo appena formato un collettivo artistico e passavamo il tempo a suonare, a fare installazioni sonore, a creare video strampalati, a scrivere haiku e articoli di critica nei confronti della società che stavamo vivendo. Una notte d’inverno, discutendo di musica, ci siamo resi conto che stava attraversando un periodo di pesante decadenza, e i suoi contenuti e il suo consumo erano snaturati, resi banali. Abbiamo pensato che sarebbe stato bello dare il formato del vinile alle playlist che si ascoltano on-line. Ciò significava rendere difficile l’esercizio di ricerca musicale per poter dare valore e apprezzare il prodotto ascoltato. Detto in altri termini, l’appassionato di musica amerà di più una canzone che ha cercato e desiderato ascoltare per ragioni emotive e personali, mentre abbandonerà e dimenticherà in fretta il tormentone estivo o un pezzo sentito freddamente su una piattaforma streaming. La nostra avventura è iniziata come la ricerca disperata di un ritorno al passato, con quei quattro vinili che avevi cercato per ore in qualche negozio in giro per la città.
Con quali obiettivi?
Gli obiettivi principali erano da un lato creare un progetto nel quale profondere le nostre energie e dall’altro lato dare la possibilità ai giovani di trovare un nuovo modo per apprezzare la vera musica, quella carica di storie e concetti, che non si basa solo sul vile denaro e sul commercio rapido.
Come gestisce la redazione la mole di lavoro?
Per adesso siamo ancora un po’ caotici, nel senso che anche se ognuno di noi ha responsabilità diverse rispetto a StaiMusic, finiamo per fare un po’ di tutto a seconda delle priorità.
Settimanalmente inseriamo:
- news e consigli d’ascolto
- le nuove band che desiderano un posto all’interno della nostra piattaforma
- collaboriamo con giovani appassionati e nuovi professionisti che dedicano il loro tempo a questa grande arte
E scriviamo, soprattutto di musica, ma anche di argomenti che ci interessano e che riteniamo possano essere spunto di riflessione artistica, in modo che chi ascolta possa perdersi in altre forme artistiche e concettuali. È anche questa la parte divertente del lavoro, perché alla fine non ci annoiamo mai!
Siamo sparsi in giro per l’Europa, tra Milano, Barcellona e Zurigo, perché ognuno di noi segue anche altri progetti, ma StaiMusic ci unisce in interminabili chat, email, e playlist!
Quali sono i trend generali e che idea vi siete fatti nell’Industria Musicale di oggi? A vostro modo di vedere come l’Industria Musicale è cambiata con il Digitale?
Purtroppo, l’obiettivo dell’Industria Musicale secondo StaiMusic, e cioè il romanticismo intrinseco alla produzione musicale, si è andato piano piano perdendo. L’obiettivo unico ora è diventato quello di fare soldi, i guadagni devono essere maggiori delle spese. È quella musica fast food che abbiamo criticato nei nostri articoli e post, quella musica usa e getta che lancia canzoni che non ricorderemo. Non interessa più fare buona musica, ma solo vendere tanto e subito, altrimenti il prodotto va a male o si brucia in fretta come un fiammifero. In questo contesto di pescecani, le etichette medio-piccole, le radio e le riviste musicali non sopravvivono, muoiono o vengono spudoratamente stritolate da un’app. La musica è corrotta totalmente, sacrificata al marketing estremo, schiacciata dal pollice in giù su uno smartphone. Il grande artista non si suicida più perché la musica che produce lo contorce e non gli permette di vivere la realtà; si suicida digitalmente facendosi un selfie.
Come mai avete deciso di puntare sulla musica emergente? E come vi relazionate con le band emergenti?
Perché dalle band emergenti nasce tutto, dai giovani arriva la creatività, la spirito di ribellione, l’aggressività nei confronti dell’ordine precostituito e bisogna dare loro una possibilità di crescere. Ci sono moltissime band emergenti di grande talento, ma quando non si allineano alla tendenza musicale in un dato momento perdono la loro occasione di proporre le loro creazioni a un pubblico più ampio, che magari le apprezzerebbe. StaiMusic è uno spazio libero che promuove il talento. Non giudichiamo una produzione, ma cerchiamo di dare consigli positivi per migliorare in un’arte che i nostri utenti conoscono e amano. Purtroppo però vediamo anche che molte band che ci contattano, nel momento in cui le stuzzichiamo e magari le critichiamo, ci abbandonano. Il nostro desiderio è dare alle band delle indicazioni e delle condizioni, poiché reputiamo di poter essere il contesto di una etichetta virtuale che indirizza e consiglia; molti gruppi invece vengono da noi solo alla ricerca di un link in più da buttare sui social.
Che idea avete della scena italiana oggi?
Nonostante la nostra visione critica del contorno che l’alimenta e ne sfrutta l’immagine, la scena italiana è viva, prolifica e ricca d’idee. Siamo un paese di grandi musicisti, ci piace la reattività che i nostri artisti mostrano nel captare nuovi input. Escono serie come Stranger Things e i grandi cantanti buttano synth degli anni ’80 nelle canzoni. Si parla di immigrazione e Ghali e fratelli spaccano con la trap. E siamo ancora poeti, cantautori e cantastorie romantici come non ce ne sono nel mondo. Nessuno vede questi fili invisibili, ma ci sono e in Italia, per fortuna, si tessono veloci.
Previsioni per l’Industria Musicale.
Crediamo stia avvenendo un lento ritorno al vinile. Il vinile nel senso di concetto, di volontà di ricercare, sbagliare, muoversi e confrontarsi per trovare un gusto musicale, per trovare una band nuova e mostrarla agli amici. Ogni canzone è un oggetto d’arte tangibile, un pezzo unico e allo stesso tempo condiviso da molti, che scambiano, contemplano e ascoltano in un luogo fatto apposta per dedicarsi alla musica. Vediamo un allontanamento dal fast food musicale, dai piatti pronti delle grandi case discografiche, una sorta di slow listening, un ascolto lento e intenso come un piatto della nostra grande cucina musicale!