Gli artisti della scena DIY come non li avete mai visti. Torna ‘Soundzine’, la rubrica a cura di Ale Kola, dedicata agli artisti che hanno fatto di autoproduzioni ed autogestione uno stile di vita. E ora hanno deciso di collaborare con noi. Aneddoti, filosofie, vita vissuta, confronti tra culture ed epoche diverse. Oggi l’intervista agli Ottone Pesante.
Ciao ragazzi, si comincia come al solito con la domanda di rito di questa rubrica, ossia il perché del vostro nome, anche se in questo caso non dovrebbe essere difficile capirlo.
In effetti nel nostro caso il nome è abbastanza indicativo. Noi facciamo musica pesante con strumenti ad ottone, anzi il nostro riferimento è proprio il Metallo Pesante (Heavy Metal) e per quel che ci riguarda, il metallo protagonista è proprio l’ottone.
Ora raccontateci un po’ della vostra storia, di dove siete, come e quando siete nati, cosa vi ha spinto ad andare avanti con questo progetto? Suonate della musica molto particolare, strumentale, con tromboni e batteria suonate Grind, Noise, come vi definite, se si può dare una definizione alla vostra musica?
Io e Paolo (trombone e tromba) siamo di Faenza, suoniamo insieme da sempre con varie formazioni e abbiamo collaborato come sezione fiati con molti musicisti italiani e non. Qualche anno fa stavamo registrando un pezzo per pubblicizzare la nostra sezione fiati appunto. Il pezzo in questione (che poi diventò “Death Bells” ) ci diede subito l’impressione di aver un grande potenziale aggiungendo soltanto una batteria. A quel punto, si decise di investire su un nostro gruppo invece che cercare di proporsi come fiati per altri. Da lì cominciai a scrivere nuovo materiale pensato appositamente per questo nuovo trio: tromba, trombone e batteria.
All’inizio c’erano anche brani più leggeri che facevano riferimento ad altri mondi musicali, poi si fece la scelta drastica di andare verso l’estremo il più possibile. A quel punto mi venne l’idea del nome, anche se era quasi scontato.Ovviamente nonostante suoni il trombone, ho sempre ascoltato principalmente musica Metal, quindi per me è stato un processo molto naturale.
A questo punto iniziò la ricerca di un batterista che si concluse dopo l’uscita del primo EP omonimo con l’ingresso in formazione di Beppe Mondini da Carpenedolo (BS).
Quello che ci spinge ad andare avanti è prima di tutto la passione per la musica e la voglia di proporre qualcosa di nuovo e interessante che rompa gli schemi e che stimoli creatività e fantasia.
Personalmente sono molto contento di aver coniugato in un unica cosa le mie due grandi passioni: il Metal e il trombone.
Come ci definiamo? Ottone Pesante.
Il nome del gruppo è anche il nome del genere in questo caso (un po’ come i Death che si dice abbiano dato il nome al Death Metal), ma per questioni di globalizzazione, siamo soliti definire il nostro genere Heavy Brass Metal o Brasscore ad esempio.
Avete fatto moltissime date all’estero, avete un feedback diverso in Europa rispetto all’Italia? E se sì perchè e da cosa dipende secondo voi?
Stiamo suonando più all’estero che in Italia effettivamente, un po’ perché l’Italia è piccola e un po’ perché abbiamo dei riscontri molto più positivi fuori.
I problemi ci sono un po’ in tutta Europa, locali che chiudono, vicini che protestano per il rumore, squat sgomberati, ecc…, però c’è più interesse verso le novità e verso la musica “pesante” in generale.
L’interesse verso la nostra musica, ad esempio, viene da tutto il mondo musicale a partire dal pubblico che va ai concerti pagando sempre un biglietto e che compra dischi e magliette supportandoci, gli organizzatori che sono disposti a rischiare verso qualcosa di valido anche se non è ancora conosciuto e anche la politica che finanzia la cultura anche per quel che riguarda la scena estrema e sperimentale cosa che da noi è quasi impensabile se non in rarissime eccezioni.
Sta per uscire il vostro nuovo lavoro, “Apocalips”, e già dal titolo si presume sia una vera e propria apocalisse. Raccontateci la genesi di questo album e se c’è anche qualche aneddoto al riguardo o dati che ritenete interessanti far sapere tramite questa intervista.
Apocalips è un disco che apre a moltissime nuove possibilità per Ottone Pesante.
Abbiamo introdotto un paio di pezzi “Black Metal”, un pezzo “Doom”, abbiamo sperimentato sia con la scrittura e l’andamento delle voci di tromba e trombone, sia con i suoni e gli effetti. In realtà è un disco che ci offre moltissimi punti di partenza per il futuro.
Come al solito abbiamo usato giochi di parole sia per il titolo del disco che per i titoli in generale.
Il riferimento concettuale è proprio il testo dell’Apocalisse di San Giovanni di cui abbiamo seguito la cronologia e che abbiamo infarcito col nostro immaginario di fabbri e di Metal.
-Shining Bronze Purified in the Crucible: questo primo titolo fa riferimento ai piedi di Cristo che appare a San Giovanni che li descrive con l’aspetto di “bronzo splendente purificato nel crogiolo”.
-The lamb with seven horns and seven eyes: è una delle creature mostruose del libro. In inglese horns ha più significati, qui come corna dell’agnello, ma può indicare anche tromba e trombone, tutto molto Metal.
-Bleeding Moon: è un pezzo “Black Metal” qui i riferimenti sono sia alla Luna che diventò come il sangue nel testo e a “Freezing Moon” dei Mayhem.
-Angels of the Earth: sono i 4 angeli della terra che dovranno distruggerla (molto thrash secondo me)
-The Fifth trumpet: la quinta delle sette trombe dell’Apocalisse, quella che annuncia l’arrivo delle cavallette.
In questo brano abbiamo avuto la fortuna di collaborare con Travis Ryan dei Cattle Decapitation (gruppo death metal dalla California) alla voce. Il testo è preso proprio dal paragrafo relativo.
– Locusts’ Army: l’esercito delle cavallette.
– Seven scourges: le sette piaghe.
– Twelve layers of stones: qui il riferimento è ai dodici strati di pietra delle fondamenta della Gerusalemme ricostruita, ma anche ai dodici semitoni della scala musicale utilizzati al massimo delle loro possibilità nella dodecafonia, infatti questo pezzo è quasi completamente dodecafonico.
– Doom Mood: l’ultimo pezzo è lento, sofferto e pesantissimo come il titolo descrive e apre un portone su cosa potrebbe essere il futuro di OP…
Infine, altra domanda di rito, come vi trovare con SR. Voi siete con noi da diverso tempo, trovate ci siano stati cambiamenti considerevoli rispetto al passato, ai primi tempi, anche nel confronto con i vari organizzatori?
Ottone Pesante ha cominciato da subito con Soundreef quindi non ho termine di paragone. Prima ero con SIAE ovviamente, ma avevo altri gruppi.
Soundreef ha moltissimi aspetti positivi, funzionalità, trasparenza, facilità di reperire informazioni e contattare un operatore che sa di cosa si sta parlando (questo con SIAE era impossibile), serietà, regolarità nei pagamenti. SR ha permesso ad OP di non dover sostenere alte spese per i bollini, che in termini economici incidono molto sull’iniziale investimento da fare e per una ancora piccola realtà come la nostra è di vitale importanza.
D’altra parte quando ho deciso di passare a Soundreef sapevo che ci sarebbe stato da combattere, ma ero e rimango fortemente convinto che sia la strada giusta. Purtroppo c’è ancora molto da combattere. Molti organizzatori sono ancora intimiditi e dubbiosi, hanno paura di dover versare una quota in più rispetto al forfait SIAE, ci sono etichette che hanno rifiutato di lavorare con noi proprio per questa differente gestione.
Il mio augurio è che le cose si sistemino in fretta e che SIAE si adegui ai tempi e la smetta di difendere un sistema che non funziona.
Grazie ragazzi e in bocca al lupo!