Quest’anno saremo presenti al Festival più importante della musica leggera italiana con cinque artisti.
Le tradizioni, si sa, sono fatte per essere stravolte. O meglio: a poco a poco, non senza qualche sforzo, si può lavorare per trasformarle. Così succede che anche il Festival di Sanremo, la roccaforte della canzone italiana, quest’anno accoglierà una piccola novità, anzi, più di una. Probabilmente al primo ascolto non ve ne renderete conto, ma cinque tra autori e interpreti in gara avranno qualcosa di diverso dagli altri: approderanno sul palco dell’Ariston sotto la tutela di Soundreef.
Sono cinque, infatti, i nomi che hanno scelto di affidarsi a noi per la gestione dei diritti d’autore. Il primo vi suonerà familiare: si tratta di Gigi D’Alessio. Se abitate in Italia è praticamente impossibile non aver ascoltato qualche pezzo di Gigi almeno una ventina di volte, dato che il cantautore napoletano è estremamente prolifico da almeno venticinque anni. Ma pure se state all’estero non è difficile che vi siano passate per le orecchie le sue note, dal momento che il signor D’Alessio ha pubblicato ben tre album per il mercato estero. Bene, dal gennaio di quest’anno Gigi ha deciso di chiudere con la SIAE e consegnare a Soundreef i diritti di tutte le sue opere. Non male, dato che si tratta di un corpus di ben 16 album (il diciassettesimo, “24 Febbraio 1967,” uscirà dopo il festival a coronamento di 25 anni di carriera, oltre che 50 di esistenza di Gigi su questa Terra) e di un artista che gira il mondo con la sua musica. “Mi ha convinto la possibilità di avere un rendiconto dettagliato dei passaggi delle mie canzoni,” aveva dichiarato qualche tempo fa—in effetti la trasparenza con cui Soundreef opera e la tracciabilità in tempo reale dei passaggi radiofonici, televisivi, live e in-store dei brani, oltre che la chiarezza di tempi e modalità di pagamento delle royalty, sono un buon incentivo per lasciare la società di gestione diritti tradizionale, che Gigi ha definito “complessa come un ministero”.
A dirigere l’orchestra durante l’esibizione di Gigi sarà il Maestro Adriano Pennino, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, e pensate un po’? Anche lui ha scelto di affidare le sue “opere” (in senso lato, anche se gli auguriamo di scrivere un’Opera) a Soundreef.
Oltre al blocco Pennino-D’Alessio, sul palco dell’Ariston ci sarà un altro artista Soundreef, Nesli, in gara con la vincitrice di The Voice Alice Paba. Molto probabilmente conoscerete il rapper-cantautore per “La Fine,” pezzo che aveva talmente appassionato tutti quanti nel 2009 da far decidere a Tiziano Ferro di farlo proprio e di inserirlo nel suo album del 2011 “L’Amore è una Cosa Semplice.” Come l’amore, anche il conteggio delle royalty da parte di Soundreef è una cosa semplice, e dev’essere per questo che anche Nesli ha scelto di affidarsi a noi.
Passiamo ai giovani: tra le nuove proposte, facciamo il tifo per Tommaso Pini e la sua stravagante “Cose che Danno Ansia,” dato che anche Tommaso ha deciso di passare a Soundreef (ci auguriamo che, grazie a questa saggia decisione, ora abbia un’ansia in meno).
E infine siamo contenti di avere la possibilità di gestire i diritti delle composizioni di uno degli autori più prolifici e fortunati della musica italiana, Maurizio Fabrizio. Se il nome vi giunge nuovo, è perché forse non vi siete mai soffermati sui nomi di chi ha scritto grandi classici della canzone come “Almeno tu nell’Universo”, “I Migliori Anni della Nostra Vita”, “Strano il mio Destino” ed “È la mia Vita”, per dirne alcuni. Maurizio è una colonna sonora del Festival, di cui ha scritto la storia componendo ben 33 canzoni, tra cui due vincitrici (“Storie di tutti i giorni” per Riccardo Fogli nel 1982 e “Sarà quel che sarà” per Tiziana Rivale nel 1983) e tre terzi posti (“Strano il mio destino” per Giorgia nel 1996, “Sempre” per Lisa nel 1998 e “Schiavo d’Amore” per Piero Mazzocchetti nel 2007). Ci auguriamo che quest’anno la sua “Di Rose e di Spine,” cantata da Al Bano, gli porti tante rose e poche spine.