Inizia una nuova rubrica dedicata a chi ha fatto della propria passione per la liuteria e la costruzione di strumenti musicali un mestiere. Oggi ospiti: Voodoo Guitars.
Ciao ragazzi, qual è la storia di Voodoo Guitars? Liutai si nasce o si diventa?
Ciao! Voodoo Guitars sono Matteo Gherardi, Dario Ferrari e Lorenzo Angelucci, tre appassionati dello smontare e rimontare cose. Io (Matteo) e Dario ci siamo conosciuti a Gubbio, dove frequentavamo la scuola di liuteria. Dopo il diploma da liutai, vista la grande passione per il nostro mestiere e le affinità tra di noi, nel 2008 decidiamo di aprire un laboratorio a Frascati. Nel 2015 conosciamo Lorenzo, venuto da noi per fare un corso alla Voodoo Academy. Ci siamo trovati subito ed è entrato a far parte del team. Nel 2016 apriamo un secondo laboratorio al centro di Roma.
Il nostro lavoro è un mix di arte, passione, tecnica e soprattutto esperienza, la combinazione di questi fattori trasforma un appassionato in un buon liutaio.
Avete una vostra filosofia che accompagna il lavoro di creazione e modifica degli strumenti?
Per la realizzazione di ogni strumento rispettiamo un altissimo standard qualitativo, per raggiungere questo risultato dedichiamo ore per ogni particolare. Utilizziamo legni stagionati in maniera naturale e hardware di prima scelta, riuscendo così ad ottenere molte tipologie di suono diverse, in base alle necessità dei nostri clienti ma anche ai nostri gusti. La stessa cura dei particolari la dedichiamo agli interventi di riparazione e manutenzione delle chitarre e dei bassi.
Quali sono le tre caratteristiche di uno strumento a cui un musicista non dovrebbe rinunciare?
Ogni musicista ha delle necessità diverse e le richieste che ci vengono fatte rispecchiano questo aspetto. Anche l’utilizzo che un musicista fa dello strumento è un aspetto da considerare: chi suona per hobby ha delle necessità diverse rispetto a chi suona per professione.
Ad ogni modo, le caratteristiche a cui tutti non rinunciano sono affidabilità, suonabilità e feeling con lo strumento.
Consigli per i musicisti in Tour. Tre cose da fare e tre assolutamente da non fare per tenere bene la propria strumentazione.
Prima di partire per il tour fare un check-up completo a tutti gli strumenti. Pulire bene le corde con un panno dopo aver suonato e prima di riporre lo strumento nella custodia. Portarsi tutto l’occorrente per effettuare un cambio corde o una regolazione dell’action.
Da non fare: lasciare lo strumento troppo tempo fuori dalla custodia esposto all’umidità. Partire per il tour senza aver fatto almeno un set-up o il controllo dell’elettronica. Suonare con corde troppo usate.
Quali sono gli strumenti che vi sono più rimasti nel cuore? Vi ricordate ancora le prime chitarre?
E’ difficile scegliere, sono molti gli strumenti che ci hanno colpito in questi 10 anni di attività, una Gibson 335 degli anni 60, una Hofner anni ’40, un Jay Dee degli anni ’80 . Sicuramente ciò che accomuna questi strumenti è la storia che avevano sopra, che sembrava donare al suono un tocco di magia in più.
Tra i primi lavori c’è stata la riparazione di una chitarra classica molto economica. Di lì a poco questo genere di riparazione è diventato routine ma il ricordo della prima volta che abbiamo stretto i morsetti è ancora vivo e porta con sé una buona dose di soddisfazione.
Avete conosciuto molti musicisti in questi anni di attività. Che idea avete della scena italiana? Che idea vi siete fatti delle loro esigenze? E quali sono le caratteristiche che solitamente vi colpiscono in un musicista?
Principalmente si è ricominciato a fare tanti live e sempre più spesso i musicisti che oggi ottengono un discreto successo provengono dal panorama underground. Hanno quasi sempre l’esigenza di lavorare con strumenti che rispecchino in pieno la loro personalità. Non transigono sui dettagli e vogliono sempre rimanere autentici…e questo è ciò che ci piace di loro!
Progetti per il futuro.
Il nuovo laboratorio! L’8 aprile inaugureremo uno spazio di 110 mq a Piazza di Cinecittà. Un laboratorio dove ci sarà una zona per la costruzione, una per la manutenzione e una per la prova degli strumenti. Il progetto sarà realizzato in collaborazione con i ragazzi di “Effettidiclara” che si occupano della realizzazione di pedali e manutenzione di amplificatori; curano la parte elettronica della musica.
L’intenzione è quella di creare un punto di aggregazione per i musicisti. Un posto dove si costruiscono strumenti e si respira musica.