‘The Sound of my Club’ è la nuova rubrica dedicata ai direttori artistici e agli organizzatori di eventi. Volevamo dar voce a chi si occupa di organizzare concerti e portare la musica sui palcoscenici. Oggi abbiamo chiacchierato con Vittorio, programmatore musicale dal Catomes Tot di Reggio Emilia.
Ciao Vittorio, che tipo di eventi organizzi e in che tipo di location?
Io sono il programmatore musicale – non voglio definirmi Direttore Artistico, anche se in realtà è quello che faccio – del Catomes Tot. Ho iniziato la collaborazione con loro più di un anno fa.
Il Catomes Tot è un centro sociale nel centro di Reggio Emilia, dove si fanno molteplici attività.
Io in particolare curo la parte musicale del mercoledì sera e del venerdì sera.
Il venerdì sera propongo una rassegna di musica originale, solo originale, con artisti dall’Italia e dall’estero.
Il mercoledì, invece, abbiamo creato un format che si chiama “Citofonare Lucio”. Il protagonista della serata è un “dj” un po’ fuori dai generi, Lucio Vallisneri, che ha un percorso artistico variegato e piuttosto particolare. In queste serate si svolgono delle vere e proprie jam session artistiche, con la consolle, sì… ma insieme ad un pittore che dipinge, piuttosto che uno scrittore che presenta un libro, una mostra di quadri o di fotografia, piuttosto che un musicista che improvvisa sulle selezioni.
La situazione scenografica ricrea un appartamento, quello di Lucio, ed ogni mercoledì è una sorpresa…il pubblico non sa bene cosa aspettarsi.
Che tipo di band o generi favorite invece nelle serate del venerdì?
Diciamo che vado un po’ sul gusto personale tenendo presente quella che è la clientela che si è creata.
La scelta rischiosa è stata quella di proporre musica originale, quindi, chiaramente, una selezione lontana da quella che può fare un pub o un locale che propone cover o artisti locali.
Cerco di proporre artisti di buon livello ma chiaramente la maggior parte delle volte sconosciuti dal pubblico che si deve fidare della programmazione. La scelta di base è un acustico/semiacustico. Anche artisti abbastanza famosi vengono incoraggiati a presentarsi in duo o in solo… ma ci sono anche situazioni in cui le band si presentano al completo, contesti più dinamici che comunque tendo a preferire per la rassegna estiva che continua nelle stesse serate ma all’esterno del locale dove c’è un parco che ci permette di fare degli eventi.
Da organizzatore che idea ti sei fatto di questo momento storico della musica in Italia?
La musica in Italia oggi, secondo me, è ad un livello altissimo ma al contempo di nicchia. Io mi trovo costretto a rinunciare a tantissimi progetti validi perchè ne posso proporre una cinquantina durante l’anno e sono veramente molti di più quelli che selezionerei perché meritevoli.
Credo che ci sia una nicchia che purtroppo oggi fa fatica ad uscire, anche perché mancano gli spazi per la musica originale.
Tanti musicisti hanno un lavoro e fanno gli artisti per hobby. Meriterebbero di più ma i tempi sono questi.
Credo che ci sia un fermento veramente grandissimo.
Che idea ti sei fatto di Soundreef? E’ cambiato qualcosa da quando è entrata nel mercato dei diritti d’autore?
Premettendo che ho la fortuna che è il gestore del locale ad occuparsi nella pratica delle licenze, della SIAE e di conseguenza ora anche di Soundreef, avendo compiti che vanno dalla gestione del palco e della parte tecnica ai contatti con i musicisti, quello che io ho notato è la assoluta praticità e semplicità del servizio, oltre ad un risparmio economico per quanto riguarda il locale, per gli artisti Soundreef.
Onestamente quando mi viene proposto dai booking o dagli stessi artisti una band Soundreef io tiro un piccolo sospiro di sollievo perchè è sempre una pratica più semplice e più dinamica di quella che prospetta SIAE.