Si è fatto notare producendo beats per artisti del calibro di Coez, Noyz, Colle der Fomento, Rocco Hunt, Clementino, Gemitaiz, Madman e Brokenspeakers.
Sine One è oggi uno dei più importanti producer hip hop attivi in Italia. La consacrazione nell’ambiente underground italiano arriva con la produzione di “Guilty” (2011), l’album del rapper Noyz Narcos uscito per Propaganda/Universal.
Oggi anche lui sceglie di lasciare la SIAE e di affidare a Soundreef la gestione delle proprie royalty.
Ciao Sine, hai collaborato/prodotto e messo mano al materiale di tanti artisti. Quali di questi ti hanno sorpreso o lasciato di più e perchè?
Senza fare nomi in particolare, sono contento che tanti amici con cui ho iniziato e continuo a fare musica stiano avendo successo e si siano costruiti una carriera, mi piace pensare anche grazie al mio contributo.
Che differenza c’è per un producer tra il lavorare per un artista e il lavorare ad un “beat tape” come nel caso del tuo “Stay at Home”?
Produrre per un artista implica un rapporto umano che inevitabilmente influenza anche il corso del lavoro, nel bene o nel male. Inoltre il primo ad essere soddisfatto della riuscita deve essere l’artista stesso, il produttore deve indirizzare il lavoro in questa direzione.
Lavorare a un progetto proprio è senza dubbio molto diverso.
Parliamo di scena italiana. Quali sono oggi le novità più interessanti secondo te?
In generale mi sembra un buon momento, esce un sacco di musica nuova prodotta da ragazzi di vent’anni e questo è sicuramente un bene, le etichette sono più aperte a investire su nuove proposte che non siano le solite lagne del classico panorama italiano e il pubblico che ascolta e segue la musica non strettamente commerciale di casa nostra è cresciuto enormemente.
La figura del Producer fino a poco tempo fa era strettamente collegata alla scena hip hop e a quella elettronica. Oggi è successo qualcosa. Sembra che anche il mondo del pop ed altre sottoculture abbiano fatto proprie quelle modalità di produzione. Ti sembra che sia così? Se si, perchè secondo te?
In primis è cambiata molto la figura del produttore negli ultimi 20 anni: la tecnologia e il modus operandi hanno evoluto il ruolo trasformandolo in quello di un musicista/arrangiatore a tutti gli effetti, ovviamente con le dovute eccezioni.
Questo, unito alla sempre crescente influenza che l’hip hop e l’elettronica hanno avuto e continuano ad avere sulla musica popolare hanno avvicinato il ruolo del produttore “tuttofare” anche a mondi più lontani.
Perchè hai scelto di passare a Soundreef?
Era inevitabile: è una realtà che ho visto crescere dall’inizio e con cui collaboro da sempre, quindi era arrivato il momento di farne parte a tutti gli effetti.
Grazie mille, Sine!