Cantante e musicista, si diploma al C.E.T. di Mogol prima come interprete e successivamente come autrice di testi. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con la cantautrice siciliana Roberta De Gaetano.
Ciao Roberta, quando hai iniziato il tuo percorso in musica? C’è un momento esatto in cui visualizzi che per la prima volta hai capito che avresti intrapreso il percorso che ti ha portato all’uscita del primo singolo “Non è vero”?
Ciao! La musica è sempre stata una componente importante della mia vita. In famiglia, avendolo studiato o no, tutti suonano uno strumento. Nonostante ciò ho iniziato a suonare solo da pochi anni in un momento in cui ero in cerca di nuovi stimoli e cercavo un’ evasione dalle abitudini della provincia. Così ho iniziato a suonare la chitarra e l’ukulele, ho subito capito che era la cosa mi appassionava e allora ho deciso di approfondire gli studi diplomandomi al CET (la scuola di Mogol) prima come interprete e successivamente come autrice. Due anni fa ho iniziato a scrivere. Avevo bozze di canzoni, parti di ritornelli, idee per melodie tutte da arrangiare e riordinare ed è grazie all’incontro con Toti Poeta che ho iniziato a fare un lavoro di produzione sui brani che ci ha portati alla partecipazione di importanti premi della canzone d’autore come il Premio Bindi ed il Premio Bianca D’Aponte e adesso alla pubblicazione del mio primo singolo “Non è vero” che trovate su Spotify e tutti i digital store e il videoclip su Youtube.
Parliamo del brano. Perché lo hai scelto come primo singolo? E’ legato a qualche storia particolare?
“Non è vero” è il primo brano che ho scritto in italiano ed anche il primo su cui ho iniziato a lavorare insieme ai musicisti, ma non per questo è stato scelto come singolo in mezzo ad altre canzoni. Ogni volta che si scrive e si produce una canzone ci si innamora di quella nuova creatura che in qualche modo ci sembra un passo avanti rispetto a quella prima. Così dopo un anno di lavoro tra produzione dei brani e registrazioni è stata molto difficile la scelta del primo singolo. La cosa più giusta da fare mi è sembrata raccogliere più pareri possibili da “orecchie fresche”, amici ed addetti ai lavori, che non si lasciassero condizionare da quello che c’è dietro la creazione di una canzone ma che mi potessero dare il proprio giudizio spassionato.
Quali saranno i prossimi passi? Hai altre uscite previste? Avremmo occasione di vederti in giro a suonare dal vivo? Che tipo di live deve aspettarsi chi non ha ancora avuto occasione di vederti live?
Al momento è iniziata la promozione del singolo ed ho una ricca agenda di interviste radio, da fine novembre partirò per i primi 10 concerti a sud Italia e da gennaio sto programmando le date al centro/nord. Il live è uno dei miei punti di forza, i musicisti con cui suonerò sono gli stessi con cui ho lavorato in fase di realizzazione dell’album, con cui ho condiviso mesi di sala prove e decine di concerti. Lo spettacolo è d’impatto, alterna dei momenti di forte tensione ad alcuni frangenti più acustici. Oltre a presentare il singolo darò un anticipazione delle canzoni dell’ album e non mancherà qualche omaggio ai miei riferimenti. Inoltre avendo realizzato una campagna Musicraiser per finanziare il mio album in queste prime date consegnerò ai miei sostenitori le copie di una tiratura limitata, ma per una divulgazione sui canali di distribuzione ufficiale aspetterò il 2019.
Scrivere musica. Come scrivi tu di solito? Collabori con altri autori? A cosa un autore non dovrebbe mai rinunciare?
Comporre musica è una cosa che mi è venuta naturale. Ho sempre giocato con le melodie ed ho iniziato a scrivere le prime cose in inglese, lingua molto parlata in famiglia perchè i miei nonni migrarono in America negli anni 70, ma ho presto sentito l’esigenza di provare a scrivere in Italiano. Come ho già scritto ho frequentato la scuola per autori di Mogol, in cui ti insegnano un metodo preciso che parte dalla melodia per poi sviluppare un testo. Mi è capitato di utilizzare questo metodo ma anche di partire da un testo compiuto come nel caso di “Acrobati”, un brano che ho scritto adattando un testo di Grazia Benvegnù, o altre volte da stralci di testo e sviluppare le cose contemporaneamente come spesso mi capita di scrivere quando collaboro con Toti Poeta. Ma ad ogni modo tutto nasce dall’esigenza di esprimere un sentimento, qualcosa che in quel momento mi ha toccata. Proprio per questo un autore non dovrebbe mai rinunciare a poter esprimere se stesso con la massima libertà ed onestà e non perdere mai la curiosità rispetto a tutto ciò che lo circonda.
Sicilia, terra di tanta musica. Come si può spiegare secondo te?
La Sicilia storicamente ha sempre avuto un forte legame con la musica. E’ stata una terra ricca di cultura e di luoghi in cui questa poteva essere fruita, penso solo ai tanti anfiteatri antichi disseminati su tutta l’isola. La mia terra è anche un luogo contaminato da mille dominazioni, variegato, che ha storie molto belle ma troppo spesso anche molto dolorose. Per cui credo che tutti questi fattori abbiano innestato la musica nel dna dei siciliani. Negli ultimi decenni sono tanti gli artisti siciliani che si sono affermati ed hanno portato innovazione nel panorama musicale sia in ambito mainstream che in quello indipendente. Spero di riuscire ad essere all’altezza di questa scena così importante.
Musica nell’era del Digitale. Pro e contro.
Io sono nata nell’89 da bambina giocavo con le musicassette, ho vissuto l’era del compact disk ed il passaggio al digitale. Faccio ancora parte di quella generazione in cui esisteva il concetto di album, di concept, di artwork, di copia fisica. Oggi, paradossalmente, c’è un ritorno al passato su due fronti. Da un lato il ritorno del vinile, con la sua bellezza e unicità, dall’altro nel mondo digitale una tendenza a pubblicare singoli brani che a volte non necessariamente portano ad un album, un pò come negli anni 60.
Personalmente penso che le due cose ormai debbano convivere necessariamente, non si può escludere la divulgazione digitale e tutti i mezzi social che aiutano sicuramente a proporre con maggiore facilità la tua musica anche se sei un artista indipendente, dall’altro non rinuncio all’identità di un disco, al legame che si può avere con un feticcio come un vinile acquistato.
Perché Soundreef?
Ho scoperto Soundreef tramite Toti Poeta che, oltre ad essere il mio produttore, è anche coautore di alcuni brani. Mi ha mostrato come i suoi diritti venissero trattati con la massima trasparenza, velocità e puntualità. Fatta la promozione radio vorrei portare molto in giro il live ed ho visto come sia pratico richiedere il permesso per un concerto, ed anche più conveniente per molti club. Non ero mai stata a nessuna società di riscossione dei diritti ma ho ascoltato i pareri di molti iscritti o ex iscritti all’ex monopolistica Siae ma per fortuna ho potuto scegliere la concorrenza.