Riccardo D’Avino è un cantautore Torinese che ha preso parte ad importanti rassegne dedicate alla canzone italiana come il Festival di Castrocaro o Sanremo Giovani. E’ appena uscito il suo nuovo singolo “Ti aspetto”. Abbiamo colto l’occasione per fare quattro chiacchiere con lui.
Ciao Riccardo! Come e quando è iniziato il tuo percorso musicale?
Ciao! Suono e canto fin da quando avevo 13 anni. Da adolescente ho suonato in vari gruppi, finchè nel 2009 non ho deciso di iniziare da solista. E’ nato tutto da una grande passione, da un bisogno di esprimere idee, impressioni, mancanze.
Cosa rappresenta nel tuo percorso e come nasce il nuovo singolo “Ti aspetto”?
E’ una canzone in cui parlo dell’amore assoluto nei confronti di un’altra persona. “Aspettare” una persona per tutta una vita, ovvero non smettere mai di sorprendersi di quello che questa persona può dare, non darla mai per scontata, imparare a conoscerla ogni giorno, per amarla meglio.
Questa canzone per me rappresenta sicuramente una nuova consapevolezza, un modo più maturo ed esteso di descrivere quello che io chiamo amore, rispetto a come facevo prima.
Scrivere musica. Come nasce il tuo immaginario musicale? Come lavori abitualmente sul nuovo materiale? E da dove nascono gli input per nuovi brano?
Il mio immaginario è ciò che ho intorno. Cerco sempre di rifletterlo nel modo più puro e “sentito” possibile, cercando di scavare nella mia coscienza per far emergere il lato più emozionale del mio vissuto.
Solitamente, le mie canzoni nascono dal testo, che è un elemento centrale. Se il testo funziona, la melodia vocale e l’accompagnamento arrivano in automatico. E’ quella che io considero una “piccola magia”, perché ogni volta sento che la musica si addice perfettamente a quello che volevo dire con le parole che ho scritto.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto scrivendo tanto nuovo materiale per un nuovo album e chissà, magari anche per nuovi singoli da pubblicare come canzoni a sé stanti. E nel frattempo, sto portando in giro questo nuovo disco con tanti live.
Cosa deve aspettarsi chi non ti ha ancora visto suonare dal vivo? Cosa porti sul palco?
Nei concerti cerco sempre di raccontare storie con le canzoni, di creare un dialogo col pubblico, di emozionare.
Scena in Italia. Quali sono i punti di forza della scena indipendente in Italia in questo momento storico?
Secondo me, uno dei maggiori punti di forza di chi fa musica indipendente oggi è la libertà d’espressione unita alla consapevolezza. In un’epoca in cui le major fanno uscire quasi solo artisti provenienti dai talent show, di sicuro il musicista che non condivide questo approccio fa più fatica ad emergere o a restare in piedi, anche perché in ambito indipendente i soldi sono di meno e conta soprattutto la passione per l’ottenimento di risultati. Ma proprio per questo si è più padroni della propria arte e più consapevoli dei propri mezzi di quanto non lo si fosse una volta. Siamo diventati tutti un po’ “imprenditori di noi stessi” e questo non fa male.
Industria musicale e impatto con il digitale. Pro e contro.
I lati positivi del digitale sono sicuramente la più ampia fruibilità e la grande possibilità di sincronizzazione della musica con vari supporti. Quelli negativi il calo dei numeri di vendita e la perdita di un po’ di quel “calore” dato dai supporti più tradizionali.
Perché Soundreef?
Per la sua chiarezza e trasparenza nel produrre rendiconti, statistiche e altri dati importanti per il musicista che scrive e che suona. Per la sua praticità e velocità nel produrre licenze per suonare dal vivo, evitando ogni tipo di burocrazia e facendo tutto online. Sono felice di poter tutelare le mie opere attraverso una società smart e moderna come questa, di cui si sentiva sicuramente la mancanza nel nostro paese prima d’ora.