Ecco un’altra delle band scelte dal pubblico per salire sul palco del Lanificio di Roma in occasione della Make Your Soundreef Night: loro si chiamo ‘Red Light, Skyscraper!’.
Ciao ragazzi, come nascono i ‘Red Light, Skyscraper!’?
La band nasce nel contesto universitario senese, città in cui suoniamo abitualmente. Il nome del gruppo deriva da una visione onirica che ci è apparsa contemporaneamente durante un sogno.
Sebbene le nostre influenze nascano dall’ascolto della musica post-rock e strumentale, abbiamo sempre provato a creare uno stile personale, sciolto da ogni legame verso un genere preciso e guidato da una costante ricerca sonora. Abbiamo trovato stabilità nel 2015, anno in cui sono stati pubblicati i primi singoli, rilasciati recentemente in un EP autoprodotto (dal titolo: “Extended Sky”).
State lavorando al primo album e state lanciando una campagna di crowdfunding. Quali sono gli obiettivi della campagna? Quando pensate che uscirà il disco?
L’obiettivo principale è poter finanziare la registrazione e distribuzione del nostro disco, ma non solo: ciò che ci affascina del crowdfunding è l’idea di promuovere il nostro progetto a livello potenzialmente internazionale, dandoci l’occasione di poter ampliare il nostro pubblico.
Per il disco c’è ancora molto lavoro da fare, ma pensiamo che uscirà nell’autunno 2016.
Che cosa si deve aspettare il pubblico il 31 marzo al Lanificio dal vostro live?
Il pubblico si deve aspettare un’ondata sonora. A nostro avviso ciò che unisce la grande folla di ascoltatori non è solamente la potenza evocativa del testo: un ruolo molto importante è svolto anche dall’impatto del suono, considerato da noi come uno dei principali canali di trasmissione emotiva.
Che idea avete della scena indipendente in Italia?
L’idea complessiva è positiva perché ultimamente sono comparsi artisti molto validi e interessanti. Il problema è che spesso non viene dato loro il giusto spazio. Ci piacerebbe vedere un atteggiamento mentale diverso.
Quali sono secondo voi le caratteristiche positive ed i limiti di quest’epoca?
Il lato positivo consiste nel fatto che tutti possono far musica. Questo permette il libero scambio di idee e una diffusione più ampia del personale estro artistico, ma può risultare un limite nel momento in cui non c’è solidarietà tra le band.
Per quanto riguarda l’organizzazione di eventi, invece, secondo noi si sta perdendo la fiducia nei confronti del lato creativo del musicista: molte volte un artista con materiale originale trova difficoltà ad emergere perché non rientra in certi canoni compositivi.
Il musicista, al contrario, dovrebbe essere stimolato.
Parliamo di diritti d’autore: quale è la vostra esperienza a riguardo? Che cosa dovrebbe o potrebbe cambiare secondo voi? Cosa pensate della proposta di Soundreef che sfrutta le tecnologie per ripartire le royalty in modo analitico, veloce e trasparente?
E’ da un po’ di tempo che stavamo cercando un metodo alternativo alla Siae: abbiamo iniziato a gestire le royalty con Soundreef proprio quest’anno, quindi per noi è una grande novità!
La proposta che offre è moderna e funzionale, oltre a essere vantaggiosa anche nei confronti degli organizzatori dei locali.
Speriamo dunque che Soundreef possa coinvolgere sempre più gli artisti e incoraggiare la scena musicale italiana e internazionale.
Grazie mille ragazzi!
Ci vediamo il 31.