Sono appena tornati da un Tour in UK. Sono toscani e suonano un Post Rock proiettato nel futuro. Si chiamano Red Light Skyscraper…
Ciao ragazzi, come è andato il Tour in UK? Quante date avete fatto e dove? Che tipo di locali avete suonato? Che tipo di pubblico avete incontrato?
Ciao! Il Tour inglese è andato molto bene, abbiamo suonato all’Old England di Bristol come prima data, mentre le altre due erano a Londra, la prima al Mercato Metropolitano, cuore pulsante del Made in Italy (a livello di pubblico sembrava quasi di giocare in casa!) mentre la seconda al The Islington, dove abbiamo condiviso la serata con altre quattro band.
Che cosa ha significato per voi questo tour? Quanto è importante per una band italiana fare Tour all’estero? Con che sensazione siete tornati in Italia?
Questo tour per noi ha rappresentato una sorta di piccolo traguardo: dopo anni passati a suonare esclusivamente in Italia è stato certamente stimolante confrontarsi con una realtà musicale importante come quella inglese. Per un gruppo come il nostro che viene da una realtà di provincia, l’impatto con una città come Londra, dove sono state scritte tante pagine importanti della storia della musica, è sicuramente molto potente e quasi spiazzante in un primo momento.
Questa esperienza inoltre la giudichiamo molto educativa: difatti siamo tornati in Italia con una consapevolezza maggiore su quali siano i nostri attuali limiti e gli aspetti su cui dobbiamo ancora lavorare per migliorare ulteriormente come band.
Quali sono i prossimi progetti di Red Light Skyscraper?
Sicuramente tra i progetti dell’immediato futuro vi è la composizione dei nuovi brani che andranno a comporre il prossimo Album/Ep e che contiamo di far uscire nel corso del 2020. Oltre a questo, certamente c’è la volontà di continuare a suonare live, per diffondere ulteriormente la nostra musica ed ampliare il nostro pubblico.
Origini: quando vi siete approcciati alla musica? Vi ricordate quando i primi passi? E quando avete iniziato a comporre?
Ognuno di noi ha avuto un approccio alla musica abbastanza differente, non a caso veniamo da influenze ed esperienze musicali precedenti decisamente eterogenee. I primi passi dei Red Light Skyscraper tuttavia sono simili a quelli di molti altri gruppi, dato che, inizialmente, siamo nati come come cover band, ovviamente sempre in ambito Post Rock. Il passaggio alla composizione di brani originali è stata la logica prosecuzione allo stesso difatti, già pochi mesi dopo la creazione della band, erano giù stati composti i primi pezzi inediti. Se inizialmente la modalità compositiva si rifaceva molto ai classici stilemi del genere (brani lunghi, atmosfere calme che poi vanno ad esplodere etc.), con il passare del tempo e i cambi di formazione, la cifra stilistica della band è andata via via sempre di più a delinearsi, creando un sound molto più personale e originale rispetto a quello degli esordi.
Scrivere musica: come funziona per voi il processo compositivo? A cosa un autore non dovrebbe mai rinunciare?
Sulla scrittura compositiva non abbiamo un vero e proprio metodo, l’idea di partenza può nascere in diversi modi: da un semplice riff portato in sala da qualcuno di noi su cui poi jammiamo, oppure un brano giù strutturato, sotto forma di provino, dove lavoriamo alla pre-produzione direttamente in studio di registrazione. Secondo noi è importante avere sempre in mente ciò che si vuole trasmettere: nel contesto di una band come la nostra, dove tutti e quattro siamo coinvolti nel processo creativo, ci sono situazioni in cui può risultare difficile trovarsi perfettamente d’accordo su un determinato aspetto, tuttavia l’idea alla base è quella di provare a creare un qualcosa che migliori di volta in volta ciò che è stato già fatto, sempre però mantenendo una certa coerenza sulla nostra cifra stilistica e sul messaggio musicale (e non) che vogliono far arrivare. Non è affatto un processo semplice!
Sensazione di questo momento storico: come sta cambiando la scena?
Il mondo musicale contemporaneo è certamente complesso e difficile da interpretare in tutti i suoi aspetti; per un gruppo emergente non è certamente semplice riuscire a farsi notare nonostante i vari mezzi a disposizione come i Social o le piattaforme di Streaming.
La scena italiana negli ultimi anni ha subito una sorta di piccola rivoluzione, tuttavia nel nostro caso andrebbe fatto un discorso un po’ a parte, trattandosi comunque di un genere musicale abbastanza di nicchia, perlomeno nel nostro paese. Ci siamo però resi conto che ultimamente stanno nascendo moltissime realtà afferenti all’immenso universo del Post Rock. Lo scorso Novembre, a Trieste, abbiamo partecipato al primo festival italiano dedicato a questo genere, con band provenienti da tutta Italia, e la risposta, anche a livello di pubblico, è stata decisamente importante. Qualcosa si sta muovendo!