Siamo entrati a Quadraro Basement, etichetta e non solo che può vantare uno degli studi di registrazione più attrezzati a Roma. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Francesco “Fuzzy” Fracassi, fondatore dello studio, tecnico del suono e produttore con decine e decine di dischi alle spalle, che ci ha raccontato qualche vicessitudine legata alle produzioni a cui ha lavorato e un po’ di esperienze vissute in studio. Soundreef, in partnership con Quadraro Basement, darà vita nel 2016 ad un progetto di produzioni che si preannuncia interessante.
Ciao Fuzzy, ci racconti in breve il lavoro che avete fatto in questi anni al Quadraro Basement Studio?
Ciao Federico, la storia del gruppo del Quadraro Basement inizia nel lontano 2002 quando trasloco le macchine ed i soci del mio vecchio studio di produzione (Tool Production) da Trigoria (n.d.r. nella zona sud di Roma) al quartiere Quadraro. Dopo alcuni avvicendamenti societari, nel 2009 troviamo il nostro assetto definitivo. Siamo stati tra i primi a capire le potenzialità dei social network nella diffusione e promozione della musica. Ai tempi c’era myspace ed abbiamo cominciato subito ad usarlo in modo interattivo con i nostri primi fan. Underground, moltissimi vinili e tante produzioni che andavano dalla techno all’elettronica, dal rock sperimentale al rap. Tutto cio’ che era strettamente interconnesso con la strada, bacino creativo da dove abbiamo attinto e attingiamo tutt’ora. Siamo riusciti ad intrecciare sound come Clipple Bastard, Violetta Bouregard, Pitura FresKa con artisti come Noyz Narcos, Jagermaister, Kaos One, Danno, Club Dogo, Fabri Fibra nella compilation oramai storica “Ministero dell’Inferno” che rappresenta a pieno il nostro spirito di ricerca nella musica. Abbiamo cercato la vicinanza con i nostri fan organizzando tantissimi concerti dai Linea 77 a Franco Califano, da Tre Allegri Ragazzi Morti ad LN Ripley, IlGenio + Lombroso, Aucan, Meganoidi, One Dimensional Man, Tonino Carotone, Tying Tiffany, etc.. nel San Lorenzo Fest 2011 e in tutti i concerti nei centri sociali di artisti come Lenny Dee, Cristal Distortion, Signal Electric, Bandidos, etc… Nel tempo abbiamo prodotto anche tantissimi video che venivano proposti nei vari social network riscuotendo successo perché sempre molto provocatori al limite della blasfemia. Adesso ci ritroviamo una pagina Facebook seguita da più di 40.000 fan, circa 200 produzioni tra vinili e cd ed un centinaio di concerti organizzati. In poche parole, il Quadraro Basement non è solo uno studio di registrazione ma una produzione musicale che lavora a 360 gradi nel panorama musicale Underground in italia.
Avete lavorato molto con Hip Hop e scena Elettronica ma ora avete aperto anche ad altri linguaggi, iniziando a collaborare con la scena Rock ed Indie. Come mai?
Si, il grande pubblico ci conosce per le produzioni del rap per i grandi successi ottenuti con artisti del calibro di Noyz Narcos, Colle der Fomento, Baby K e tanti altri molto noti nella scena underground, ma è stato casuale perché io in realtà sono stato un batterista session-man professionista e ho fondato una band chiamata Virtual Dream, un trio jazz-rock di fama internazionale. Ho suonato con tanti artisti, quindi per me la vicinanza con la scena Indie è sempre stata naturale. Credo di aver deciso di iniziare questa collaborazione perché ho voglia di rimettermi in gioco, perché credo che ci siano tantissimi artisti in Italia che non riescono ad accedere alla distribuzione e la promulgazione dei loro lavori, perché non possono entrare in studi di registrazione adeguati alle loro potenzialità. Ti faccio un esempio: se i Korn vanno a fare il loro disco nella sala prove sotto casa, il lavoro passerà inosservato perché a nessuno frega un cazzo di una band con un suono cartonato, un basso “scoreggione” e una voce fatta con mic di basso profilo. E’ importantissimo avere cura delle sonorità nella realizzazione di un album, perché in essa c’è l’ anima del gruppo e bisogna trasferirla all’ascoltatore che godrà appieno di questa sensazione, quindi da quest’anno ho deciso di aprire lo studio a tutto il meglio che c’è nella scena Indie, credendo vivamente che tutto cio’ che è suono generato da corrente elettrica e talento umano sia meravigliosamente bello, e sono convinto che dopo tanta musica elettronica, rap, e sintesi sonora si ritornerà a suonare con gli amplificatori a palla e il batterista pazzo come sempre.
Quale pensi sia il modo giusto per affrontare una produzione? Ci sveli qualche “segreto” da produttore?
Penso che il modo giusto di affrontare una produzione discografica o musicale da parte di un produttore serio sia quello di fondersi con il gruppo, capire quello che per loro è meglio nelle scelte stilistiche e quello che si vuole comunicare ai fan. L’esigenza di semplificare al massimo le cose per avere nella semplicità il massimo della resa. Un segreto da produttore? Per me è quello di dare la possibilità al musicista di dare una sua idea nella stesura di una partitura per poi dirigerlo e fare quello che penso sia meglio! Però parto sempre dal punto di vista del musicista: è importante non snaturare il gruppo e il loro sound. Penso che un bravo producer faccia leva su quello che di buono c’è nel gruppo migliorando e sublimando la loro idea musicale.
Qual’è il disco che hai realizzato a cui sei più affezionato?
Ho circa una ventina d’anni di produzioni alle spalle: ognuna ha la sua storia. Per me sono come figli perché ho sempre dato il cuore e l’ anima in ognuno di essi ed è difficile dire qual’è quella a cui sono più affezionato. Pero’ se proprio devo dirtelo, scelgo tre lavori e sono: Meira Asher, artista israeliana trip hop prodotta nel mio vecchio studio nel 2000 insieme ad un amico che adesso non è più tra noi, ex produttore dei Tiro Mancino, Luigi Pulcinelli. Poi nel 2006 Colle der Fomento “Anima e ghiaccio”, disco tra i più premiati del rap negli ultimi anni. Per ultimo, nel 2013, Noyz Narcos con “Monster” con cui è stato consacrato l’artista forse più bravo della scena rap.
Cosa ti impressiona di solito di un musicista o di un cantante in studio? Quali pensi siano gli aspetti che un cantante/musicista deve migliorare?
L’aspetto che m’impressiona sempre in un musicista o un cantante è quando suona senza essere schiavo della tecnica che lo strumento richiede. Quando si suona con l’intento di emozionare e non di dimostrare, la tecnica è il mezzo non il fine e questo è molto difficile da incontrare. Il musicista per migliorare deve scordarsi di come si suona. Bisogna solo che si lasci andare ed emozionare, se no il gioco non funziona!!!
Senza quali delle macchine che hai a disposizione nel Q.B.S. inizieresti una produzione?
Posso rinunciare solo ai Plug-In digitali del mio software, per il resto non rinuncerei a nessuna macchina visto che le ho bramate e volute come figli!!!
Parliamo della partnership con Soundreef. Ci racconti come è nata? Che cosa pensi di questo approccio alla gestione delle royalty?
Conosco Davide (n.d.r. d’Atri) da molti anni. Veniamo dallo stesso bacino di crescita culturale con un occhio sempre attento a ciò che è trasversale dalla norma. Quando ho saputo della nascita di Soundreef, un polo alternativo allo strapotere SIAE, l’ho subito supportato perché penso che esso dia la possibilità ad un musicista, una band, un producer, di controllare, monitorare e gestire le proprie royalty in tempo reale senza incappare nella burocrazia della SIAE che il più delle volte nasconde le tue quote senza documentare nulla.