Abbiamo avuto il piacere di incontrare Matteo Caffarelli di Pulse, il primo contest musicale dedicato esclusivamente a band emergenti formate da studenti di scuola superiore. Quando si parla di musica, formazione ed opportunità non possiamo che essere quanto meno curiosi. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Matteo, come è nata l’idea di PULSE – HIGH SCHOOL BAND CONTEST, uno dei primi contest musicali rivolto esclusivamente a band di scuola superiore?
Tutto è nato tre anni fa, quando ci siamo resi conto che non esisteva uno spazio per permettere a musicisti adolescenti di esprimere la loro musica e la loro arte. Spesso infatti i contest permettono anche a band di giovanissimi di iscriversi ma la lotta è sempre impari per ovvie differenze di età e di esperienza. Volevamo dare la possibilità a band di adolescenti di suonare, di crescere, di farsi notare.
Che tipo di risposta avete avuto?
La prima edizione ha visto la partecipazione di 12 band liceali romane. La risposta è stata positiva, i ragazzi si sono divertiti molto. Ogni anno abbiamo cercato di migliorare la qualità e l’offerta del nostro format e ogni edizione ha avuto una risposta migliore. A marzo partirà la quarta edizione: uno dei nostri maggiori successi è stato l’aver portato PULSE anche a Bologna e Torino e non più solo a Roma, segno che è un progetto che piace e coinvolge.
Quale è la vostra mission? Che obiettivi vi siete posti?
L’obiettivo è quello di dare opportunità reali ai giovani di esibirsi, di fare esperienza, di crescere, di farsi notare. Nel corso degli anni abbiamo osservato dei veri talenti: ci piacerebbe aiutare questi talenti a sbocciare.
Un altro obiettivo è quello di valorizzare la musica live tra gli adolescenti.
Come ti sembra in Italia la scena in relazione alla formazione ed alla cultura musicale?
Io credo che da questo punto di vista siamo molto indietro rispetto agli altri paesi europei. L’insegnamento della musica è praticamente inesistente nella maggior parte dei licei italiani, dove purtroppo gli obiettivi non sono lo sviluppo della creatività, del potenziale dei ragazzi, dell’unicità di ciascuno. Elementi secondo me fondamentali per la crescita sana dell’individuo. La musica è arte, l’arte crea cultura, la cultura stimola le menti e crea il nuovo.
Cosa pensi dei Talent Show in Tv?
Penso che più che una celebrazione dell’arte sia una mercificazione che tende a premiare coloro che si omologano agli standard richiesti. Tutto è costruito intorno alla logica del denaro; è una scelta che io personalmente non condivido, ma che comunque riesce a portare la musica e l’arte alla gente che sta a casa davanti alla tv e questo è un punto a favore dei Talent.
Cosa ti ha insegnato l’esperienza del contest?
Mi ha insegnato che credere fortemente in qualcosa ti permette di raggiungere traguardi che mai avresti pensato. Mi ha anche insegnato quanto entusiasmo, quanta passione e quanta semplicità c’è negli adolescenti.