Abbiamo avuto il piacere di incontrare i Polar for the Masses e di fargli qualche domanda. Ecco la nostra intervista.
Ciao, parliamo un
po’ di voi… Come definite la musica dei Polar for the Masses?
Post-rock,
post-alternative, post-indie, post-dark, post-wave, post-noise…. insomma,
qualsiasi cosa ti venga in mente, ma con un “post” davanti.
Come vi siete
formati? Quando nascono i Polar for the Masses?
Ci siamo formati
all’incirca nel 2006, eravamo 3 reduci di esperienze musicali diverse, che
volevano fare qualcosa di diverso. Poi nel corso del tempo siamo cambiati, ma
continuiamo a cercare di fare qualcosa di diverso.
Cosa pensate della
scena indipendente italiana?
Tutto il male
possibile, of course! Scherziamo… è un mondo molto variopinto e in continuo
movimento, difficile da inquadrare e fotografare, quindi difficile da
descrivere, ma proprio per questo piuttosto stimolante, anche se in fasi
alterne e non sempre fortunate.
Che accadrà nel
prossimo anno di Polar for the Masses?
Chi può dirlo? Abbiamo
fissato una riunione tra di noi, domani, proprio per parlarne! Probabilmente
comunque ci saranno ancora e sempre tanti decibel e tanto sudore!
Avete scelto Soundreef per la gestione delle vostre royalty. Quali sono stati gli
elementi innovativi che vi hanno sorpreso di più?
Già il fatto di aver
trovato un’alternativa alla Siae è di per se stata una gran bella sorpresa. Il
fatto, poi, di poter avere una ripartizione delle royalties analitica è proprio
quel che andavamo cercando.
Che grado di
difficoltà di utilizzo avete trovato?
Una volta risolti i
problemi “burocratici” legati alla presenza di più autori, per ciascun brano,
per contrattualizzare la ripartizione delle royalties tra gli aventi diritto,
ci sembra che il tutto sia piuttosto semplice da gestire.
Se è cambiato, come
è cambiato il vostro modo di rapportarvi con il diritto d’autore?
Ora abbiamo la speranza
di essere remunerati in modo equo e analitico, cosa che con Siae non è
fattibile e, per come la vediamo, non sarà mai.
Per noi questo è un
passo avanti nella direzione della giustizia. Crediamo molto nel valore etico e
sociale del riconoscimento del diritto d’autore, non è solo una questione
economica.
Dalla disperazione e
dalla rassegnazione, siamo passati alla speranza!
Grazie ragazzi, ci vediamo presto!