C’è la musica che canta la libertà, e musica che lo è. Pantalon appartiene alla seconda categoria ed è la scusa con cui abbiamo fatto quattro chiacchiere con Diego Galeri – batterista dei Timoria e dei Miura, ma soprattutto autentico “lavoratore della musica”. Suo il progetto Adam Carpet, che dal 2011 fa dialogare tecnologia e note, unendo musica elettronica e light design; ma sua, anche, l’etichetta Prismopaco.
Da oggi è fuori Albun, il primo Album (per l’appunto) firmato Pantalon e disponibile su vinile.
Parlami di Pantalon, come si connota questo progetto?
Pantalon è un progetto libero, al 100%. È nato come reazione all’isolamento pandemico – per proiettarmi fuori dalla routine e sperimentare con i suoni e la composizione. Con Simone (Tiraboschi, bassista e altra metà del duo strumentale) abbiamo registrato tutto a distanza.
C’è dell’anarchia evidente, in tutti i pezzi.
Non abbiamo seguito alcuna logica commerciale, e quando ti liberi dal vincolo del mercato puoi provare concept nuovi. Per noi, è stato fare solo pezzi entro il minuto e mezzo di durata e decidere di uscire solo su vinile. Di sicuro ci abbiamo messo tanta ironia; nei video, ad esempio, abbiamo fatto delle scelte che definirei grottesche, in totale contrasto con la musica.
E dell’etichetta che ci dici?
L’etichetta è una cosa che gestisco da solo, quindi mi diverto a scegliere i progetti che mi intrigano. E poi quando ho cominciato navigavo a vista. Adesso che qualcosa la so, mi piaceva l’idea di dare una mano a chi inizia. Io resto legato a un’idea di musica come condivisione di emozioni, come scambio.
Come quello col pubblico?
Esattamente. Questi due anni hanno fatto esplodere un problema che conosciamo da anni: la musica leggera non viene considerata cultura, ma intrattenimento. E questo è un problema – per gli artisti, certo, ma anche per l’indotto come piccoli club e venue.
Cambiando argomento, ci credi a questo ritorno del pubblico al rock?
Io credo che sia bello che si ricominci ad ascoltare e a suonare musica, con gli strumenti e in un gruppo! Poi però ci vuole anche tanto studio, quindi bisogna vedere quanti ragazzini che oggi comprano un basso poi avranno la tenacia di studiarlo per anni. Dal mio punto di vista è certamente un bel segnale.
In un contesto difficile come questo, credi che dati come quelli che noi forniamo agli autori siano utili?
Utilissimo è avere dietro una struttura attenta alle esigenze di noi autori e reattiva quando c’è bisogno di una soluzione – ed è quello che ho trovato in Soundreef. Poi, certo, i dati sono fondamentali per alcuni aspetti, ma la cosa importate è riuscire a bilanciare la loro importanza con le esigenze artistiche.
Se vuoi immergerti nella sperimentazione di Pantalon, ordina il tuo vinile ora!