Si parla ancora del nuovo sistema Soundreef per la creazione delle licenze per i concerti dal vivo. Questa volta a ci danno la propria opinione due importanti addetti ai lavori: Federico Rasetti, responsabile Live di KeepOn, e Paolo Mei di Rocketta.
Quali vi sembrano gli elementi innovativi interessanti di questo nuovo tariffario Soundreef LIve! per le licenze?
Federico Rasetti, KeepOn: Credo che le innovazioni sostanziali siano principalmente due. La prima riguarda il metodo con il quale si è arrivati al definire il tariffario, che ha seguito un processo partecipato nel quale sono stati coinvolti i diversi operatori del settore “live”: dai promoter alle agenzie di booking, dai locali alle etichette. E’ un processo democratico e di ascolto fondamentale per costruire un sistema equo e sostenibile. Certo, nello specifico si è parlato con professionisti operanti soprattutto nella cosiddetta “fascia media” della musica dal vivo, ma che sono anche quelli che maggiormente soffrono dell’attuale situazione di ripartizione royalties.
La seconda, più pratica, riguarda uno dei nuovi principi cardine sul quale si basa il tariffario: il cachet dell’artista. In questo modo credo che il costo della licenza a carico del live club sia in qualche modo più commisurato all’effettivo ritorno economico che il locale possa avere investendo per un gruppo: un gruppo dal cachet basso (che quindi, presumibilmente, avrà un basso effetto sugli introiti del locale) avrà un costo di licenza basso, un gruppo a cachet più alto, viceversa, avrà un costo per la licenza più alto.
Certo non può essere un metodo universale, ma le eccezioni sono state contemplate e nel complesso credo risulti sicuramente più equo.
Paolo Mei, Rocketta: Concordo. L’elemento innovativo è senza dubbio il riuscire ad offrire un minimo di supporto economico alle band emergenti ed al contempo non penalizzare quelle più rinomate. Al contempo, un giusto equilibrio per le location/organizzatori.
Credete che queste sperimentazioni per creare una cultura sostenibile per artisti ed organizzatori possano avere un impatto sulla scena musicale in Italia?
Federico Rasetti, KeepOn: Sicuramente. Lo stanno già avendo. La SIAE sta attuando alcuni cambiamenti – non entro nel merito sulla velocità e bontà di questi – che fino a poco tempo fa non erano neanche all’orizzonte, così come cresce la conoscenza di artisti e organizzatori delle alternative alla SIAE stessa. Credo che “il cambiamento” sia già in atto, per ora in modo marginale, ma non mi sorprenderei se entro 3 o 4 anni – quindi un tempo tutto sommato breve – l’attuale sistema di distribuzione royalties fosse in gran parte cambiato. Sicuramente un impatto positivo si avrà sempre se si continueranno a vedere seduti allo stesso tavolo i diversi attori della “filiera” della musica live
Paolo Mei, Rocketta: Si, in particolar modo per le realtà più piccole.