In seguito alle innovazioni introdotte da Soundreef nell’ambito dei prezzi delle licenze sui concerti dal vivo, con l’obiettivo di rendere sostenibile la cultura per artisti ed organizzatori, abbiamo scambiato qualche parola con i due artisti Soundreef che hanno fatto parte del Board di Confronto del 28 aprile a Roma: Adriano Bono e Johnny Fishborn. Ecco il loro pensiero a riguardo.
Quali vi sembrano gli elementi innovativi interessanti di
questo nuovo tariffario Soundreef per le licenze?
Adriano Bono: Bè, sicuramente il fatto che in situazioni
di alto profilo professionale il compenso per il diritto
d’autore sia direttamente proporzionale al cachet riscosso dall’artista.
Questo criterio fa sì che non si creino incongruenze tra quella che è
la reale economia dell’evento live e il corrispettivo che
l’organizzatore si troverà a pagare di diritto d’autore all’artista.
Affidandosi ad un tariffario statico invece credo proprio che queste
incongruenze ci sarebbero state, anche perché è l’organizzatore stesso che
in qualche modo si applica una tariffa indicando la capienza
massima del locale, che però è un dato tutto sommato poco indicativo e
difficilmente verificabile, specie in certi eventi di piazza. Il vecchio
criterio del tariffario statico invece mi sembra ancora valido per le
serate di basso profilo professionale e sotto un certo cachet perché
offre tariffe oneste nei confronti degli organizzatori ed eque nei
confronti degli artisti.
Johnny Fishborn: Sicuramente la novità
riguarda la percentuale del diritto sul cachet. Una percentuale variabile per
cifre superiori a 300 euro di cachet. E’ interessante sapere se un sistema del
genere potrà reggere il confronto con il sistema vecchio. Un confronto attraverso
una simulazione con il sistema del Monopolio potrebbe darci informazioni per
vedere se questo sistema è scalabile e adatto dal piccolo autore al grande
autore. Ma sono fiducioso al riguardo.
Credete che queste sperimentazioni per creare una cultura
sostenibile per artisti ed organizzatori possano avere un impatto sulla scena
musicale in Italia?
Adriano Bono: Assolutamente. Se gli organizzatori di concerti
si troveranno a pagare meno e gli artisti si ritroveranno ad
incassare di più di diritto d’autore penso che il settore della
musica dal vivo potrebbe avere un grande slancio. Perché comunque non
sono rari oggi i casi in cui un organizzatore di eventi si ritrovi a
pagare cifre esorbitanti di SIAE, spesso di poco inferiori a quelle
destinate al cachet degli artisti, e di queste cifre alla fine ben poco
torna nelle tasche degli autori, specie nel caso di artisti giovani ed
emergenti. Quindi sia organizzatori che artisti si ritrovano
‘strozzati’ e impossibilitati a portare avanti le proprie attività. Dare un po’
di ossigeno ad entrambe le parti in causa potrebbe far sì che
le occasioni di musica live e quindi di lavoro si moltiplichino in
maniera molto importante, dando una chance di crescita e facendo uscire
dal sottobosco tutta una scena musicale composta da giovani artisti
(o anche meno giovani naturalmente) che non vedono l’ora che arrivi il
loro turno.
Johnny Fishborn: Assolutamente si. Credo che
questo sistema possa riaprire il mercato, ravvivarlo, far ripartire i live, far
rinascere la musica d’autore, questo potrà accadere dal basso. Da quei piccoli
club che negli ultimi anni hanno sofferto la crisi della musica live, e delle
burocrazie del sistema vecchio e poco flessibile, che sicuramente non ha
protetto lo spettacolo, e la musica dal vivo, ma gli ha dato forti pesi che
spesso hanno fatto decadere idee e proposte alle direzioni artistiche. Spesso
questi ultimi si sono trovati in difficoltà a tal punto da chiudere locali o festival.
Questo sistema potrebbe rimettere in discussione il mercato. Sicuramente
attivando la massa, e sensibilizzando le persone, musicisti ed organizzatori.