‘Andrà tutto bene’ è la frase che in questi giornate difficili è apparsa su numerosi balconi d’Italia accompagnata da striscioni con i colori dell’arcobaleno.
Sui Social subito dopo la campagna #iorestoacasa infatti è arrivata anche la call per condividere positività #andràtuttobene ed è tornata a suonare nelle case di milioni di italiani anche la canzone di Nesli di qualche anno fa, ‘Andrà tutto bene’.
“Andrà tutto bene” era il singolo estratto dall’omonimo album, lo stesso di ‘Buona fortuna amore’ che nel 2015 ha visto la partecipazione di Nesli tra i big del Festival di Sanremo, e in questi giorni ha raggiunto quasi i 10 milioni di visualizzazioni su Youtube e i 5 milioni di ascolti su Spotify.
Questi sono solo alcuni dei tanti commenti apparsi sotto il video del brano.
Abbiamo voluto sentire telefonicamente Nesli per chiedergli che effetto gli fa tutto questo in questo momento difficile per tutti.
Ciao Francesco, volevo farti due domande su questo momento particolare, da libri di storia, ed è proprio un tuo brano di qualche anno fa che viene scelto da cittadini, scuole ed Università per rappresentare questo momento. Che impressione ti fa tutto questo?
Devo dirti la verità, io sono un cantautore anomalo da questo punto di vista, anche l’esperienza della canzone ‘La fine’ che era stata ripubblicata dopo tanti anni da un grande cantante, è una cosa comunque strana. Le canzoni difficilmente hanno di nuovo una rinascita o una vita differente da prima, non è facile, quindi vedere che è diventato una sorta di inno d’Italia… Devo essere sincero, non avevo le pagine social così in attività neanche ai tempi di Sanremo, ho veramente centinaia di persone che mi mandano video della canzone che suona dal terrazzo, piuttosto che video collage fatti ad arte con messaggi motivazionali.
Quindi, dico la verità, fa strano ma sono anche molto contento, io ho sempre fatto musica con quell’attitudine, cioè non è che ho fatto la musica pensando che un giorno potesse diventare la colonna sonora dell’apocalisse, ma mi è sempre piaciuto pensare a canzoni che fossero la colonna sonora di uno scenario apocalittico. Non per lo scenario, ma perché è un momento, per l’idea di fare un pezzo che sia sempre l’ultimo, con un peso specifico forte. Ecco perché non mi sono mai cimentato a fare cose prettamente di moda, che non le giudico, non dico assolutamente che sia sbagliato, però è una scelta: io non ho mai fatto percorsi di moda, canzoni di moda, collaborazioni di moda, semplicemente perché sapevo che appartenevano solo ad una data, erano fighi solo in quel momento, a me invece piaceva l’idea di dire “Cazzo, scrivo ‘sta canzone anche se fosse l’ultima, mi rappresenta, è la canzone che comunque farei”. Quindi pubblicare canzoni che avessero sempre un peso specifico, per lo meno uno ci prova! Questa è una bella conferma, perché la canzone non mi sembra parlare di questo momento in particolare, ma comunque di un momento in cui uno ha bisogno di uno stimolo positivo. Quindi sono davvero tanto contento.
È sicuramente importante che ogni autore faccia un suo percorso e crei un suo linguaggio, e la cosa incredibile di questo momento, te lo chiedo proprio come autore, è che la musica sta riscoprendo un ruolo sociale molto importante. Gente di tutte le età canta insieme, e non si vedeva da tanto tempo. Secondo te come si spiega?
Hai detto una cosa molto giusta e si spiega semplicemente perché è un’esigenza umana. Secondo me era ed è molto più alienante il meccanismo dello streaming e del consumare così la musica, perché si è ridotta la musica ad una colonna sonora da PC, un sottofondo da computer mentre tu fai altri lavoretti. Invece la musica è proprio quello che hai detto tu, è un collante sociale pazzesco, è uno stimolatore culturale, una motivatrice. Avevano relegato e ridotto la musica, le grandi società ed etichette, ad un consumo da sottofondo, come se non fosse più un elemento della società e del costume di oggi. Esattamente come nel cinema, faccio questo paragone perché sono due mondi veramente molto simili: Netflix e le serie TV hanno distrutto il cinema, hanno distrutto la voglia di fare un film ogni due anni che però quando lo guardi ti insegna qualcosa come se avessi fatto un viaggio. Ora c’è questa esigenza di fare tanto e piccolo, di essere sempre presenti con continuità ma non facendo e non spostando nulla. Il cinema è stato fagocitato dal meccanismo delle serie tv, che comunque non dicono nulla, perché quando tu ne hai 20 che dicono tutte più o meno la stessa cosa a episodi da 20 minuti, che vuoi raccontare? Anche i dischi, le uscite a singoli, che vuoi raccontare? Niente se non uno spaccato minimo.
Nella follia il mondo era arrivato ad un punto di non ritorno sotto tanti aspetti, ora non voglio dire come alcuni: “questa cosa fa bene”, mai mi sognerei di passare attraverso delle tragedie così e delle catastrofi del genere, però sicuramente quel punto di non ritorno, in una situazione del genere, ha permesso di far vedere delle differenze come quelle che hai notato tu. Ora la musica aggrega, ma in realtà l’ha sempre fatto, è stato lo streaming e quel genere di consumo di musica che ci ha alienato a stare dietro uno schermo e basta, ma la musica ha sempre avuto quel potere lì.
Su di te cosa ci dici, hai in programma uscite per il prossimo futuro?
Io sto preparando delle canzoni di cui sono molto contento, anche perché era da tanto che non avevo uno studio mio, mi trasferivo sempre in studio da altri, che è molto figo e divertente però mi mancava la dimensione di uno studio che fosse mio. L’anno scorso sono riuscito a farmelo, ho uno studio in casa che suona veramente bene e quindi mi sono dedicato a fare i pezzi un po’ come li facevo da ragazzino, mi sono approcciato alle canzoni come se fosse il mio primo album, un album di esordio. E devo essere onesto, ho nel cassetto un sacco di canzoni che sono da album d’esordio e che mi danno una carica pazzesca, proprio mi piacciono. Era da un po’ che la musica, non la mia ma proprio in generale, non mi emozionava più tantissimo e quindi riscoprirmi emozionato sentendo questi pezzi, non vedo l’ora di farli uscire! Poi è successo tutto sto puttanaio e quindi non ho la più pallida idea di quando potranno uscire, però sì, ho un sacco di cose nuove e sto preparando un Live differente proprio in virtù di queste canzoni nuove. Ovviamente al momento è tutto un po’ congelato, però sto continuando a lavorare.