E’ diventato uno dei punti di riferimento della musica dal vivo a Roma… ma è anche un ottimo ristorante. Ecco il corto circuito che ha creato ‘na cosetta. Ed ora diventa anche etichetta discografica. Abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda a Stefano Cicconardi, uno dei soci.
Ciao Stefano, come è nata ‘na cosetta?
Nell’estate del 2014, forse la più piovosa degli ultimi dieci anni, ci hanno proposto di allestire un piccolissimo stand all’aperto in una rassegna a piazza San Giovanni. Tutto bellissimo ma doveva essere pronto in meno di una settimana. L’unica possibilità quindi era fare “na cosetta” al volo. Volevamo vendere solo vino e polpette ma poi ci siamo ritrovati nel bel mezzo della programmazione artistica. A fine manifestazione avevamo tantissimi clienti e una pagina Facebook… è a quel punto che abbiamo deciso di fare sul serio.
Il locale è arrivato qualche mese dopo, quando il caso ha voluto che lo trovassimo proprio sotto casa, al Pigneto.
Siete diventati in breve tempo un punto di riferimento per i concerti a Roma. Come è accaduto? Vi aspettavate questo tipo di riscontro?
Il palco è stato il primo mattone su cui abbiamo costruito la nostra idea di locale: un luogo in cui fosse possibile mangiare bene ascoltando solo musica dal vivo a stretto contatto con gli artisti. In questi tre anni abbiamo organizzato più di mille concerti con musicisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, e ci siamo arrivati facendo dai sette agli otto concerti a settimana. Un impegno costante in termini di ricerca artistica, di cui si occupa Luca Bonafede – socio e chef del locale -, una follia dal punto di vista economico e un grande investimento dal punto di vista culturale. La comunicazione affiancata all’attività di ufficio stampa – se ne occupa per noi Fabrizia Ferrazzoli – è stata strategica. Raccontare quello che facciamo e come lo facciamo è stato un punto di forza: non tutti i locali valorizzano gli artisti meno noti, il pubblico ci ha dato retta e continua a seguirci! Presto sono arrivati anche nomi importanti, e continuano ad arrivare anche quelli che di solito si muovono su palchi decisamente più grandi del nostro, tipo Sanremo. Evidentemente anche ai musicisti affermati manca suonare in una dimensione intima come ‘na cosetta.
Quale credi sia stata la vostra arma segreta?
‘na cosetta è diventata l’estensione delle nostre case. Consapevolmente, e anche un po’ inconsapevolmente, abbiamo allestito e creato un posto in cui abbiamo riversato anche fisicamente oggetti personali provenienti dai nostri salotti di casa, troppo piccoli per contenere i tanti dischi, vinili, libri e memorabilia raccolte in una vita. Le persone hanno percepito questa atmosfera domestica, inclusi i musicisti, e contribuisce sicuramente a far apprezzare di più un certo tipo di musica live.
Da ‘na cosetta sono passati tanti live. Che idea vi siete fatti della scena oggi in Italia? Quali sono le cose più interessanti che avete visto? Cosa vi ha colpito?
Le cose più interessanti che abbiamo visto e ascoltato in questi anni hanno preso il volo. Calcutta è solo uno dei nomi ben noti passati anche sul nostro palco, ci aggiungiamo nell’ordine Bianco, Galeffi, Lucio Leoni, gli Eugenio in via di gioia, i Pinguini tattici nucleari e i Manitoba. C’è una qualità altissima tra gli artisti della scena italiana e una nuova ricchezza di talenti tutta da far scoprire. L’unico rischio è che la facilità e la velocità con cui escono nuovi progetti porti tutti a suonare un po’ allo stesso modo. Vero che non ci si inventa praticamente più nulla nella musica ma la riconoscibilità nei suoni e dei testi è l’unica cosa che rende interessante e duraturo un progetto.
Da na cosetta a netichetta. Come, quando e perchè?
Tutta colpa de LeSigarette.
Come mai avete scelto di produrre il loro nuovo album? Che tipo di disco è?
Dopo aver visto centinaia di gruppi suonare dal vivo sul nostro palco le nostre orecchie si sono soffermate sulla musica di questo duo chitarra e batteria. Non somigliano a nessuno di già sentito, il che li rende estremamente riconoscibili, unici e bravi. Ci siamo così ritrovati a produrre in corsa il loro disco, uscito a fine 2017, ad aprire n’etichetta e a investire su un progetto musicale bello.
Progetti futuri: discografici e non.
Poterci localizzare su Facebook come ‘na cosetta in altre parti di Italia. Se non ci possiamo allargare in via Ettore Giovenale a Roma tanto vale farlo in un’altra città, ad esempio Milano.
Come organizzatori di eventi che idea vi siete fatti di Soundreef? So che avete organizzato diversi concerti di artisti che hanno scelto di affidarsi a Soundreef.
La gestione burocratica di un concerto non è un aspetto da sottovalutare. Chiara Ioele, amministratore de ‘na cosetta, ne sa qualcosa. Con Soundreef il processo lato organizzatore è sicuramente più snello, adesso con LeSigarette scopriremo anche i vantaggi della gestione dei diritti da parte degli artisti.
Grazie mille e in bocca al lupo!