Si parla molto in questo periodo dei guadagni degli artisti derivanti dallo streaming. La scorsa settimana, a tal proposito, abbiamo pubblicato su questo stesso blog una lettera aperta, firmata da 133 autori e songwriter svedesi, diretta a Spotify, in cui chiedevano maggior trasparenza ed equità a riguardo. Oggi approfondiamo il tema.
In molti hanno ipotizzato che alla base del problema degli scarsi guadagni degli artisti ci sia soprattutto la diseguaglianza nella divisione dei ricavi tra etichette discografiche e gli altri soggetti coinvolti (artisti, band e/o autori dei brani).
Un recente studio, già pubblicato da numerose testate in Italia e all’estero, condotto dalla Ernst & Young insieme allo SNEP – Syndicat National de l’édition Phonographique, di cui fanno parte le più importanti etichette francesi – ha fatto luce sulle modalità con cui vengono ripartiti gli ipotetici 9,99 euro che, in media, un utente paga per un abbonamento ad un servizio di streaming.
Ecco due grafici che spiegano nel dettaglio come vengono suddivisi i ricavi.
Una volta eliminate tasse e costi di gestione, secondo lo studio, le label tengono per loro una fetta di guadagni pari al 73% mentre ad artisti ed autori non resta che una piccola porzione di circa il 25% da dividere.
Il portavoce dello SNEP ha dichiarato che la ripartizione può essere considerata equa se si considerano le molte spese che una casa discografica deve sostenere per il lancio di un album o di un artista. D’altro canto, va detto che, di fatto, le label, soprattutto in tema di streaming, sono oggi in parte alleggerite di una serie di costi, come quelli di stampa del supporto e di distribuzione nei negozi.
La domanda che sembra essersi diffusa a macchia d’olio tra artisti ed addetti ai lavori è: lo streaming può diventare realmente una fonte di guadagno per gli artisti e far ripartire la macchina del music business?
Ovviamente perché si possano raggiungere risultati incoraggianti è necessario che tutti i soggetti coinvolti si adeguino al momento ed alle rapidissime evoluzioni dell’industria musicale.