Inauguriamo oggi su questo blog una nuova rubrica interamente dedicata alla musica elettronica e curata da Remix Me, centro di formazione per dj e producer a Roma e partner del Sonar di Barcellona. Oggi si parla di stem e tecnologie per il live.
A giugno di quest’anno Remix Me a partecipato come partner al Sonar Festival, Music Creativity & Technology con sede a Barcellona. Il lavoro fatto negli ultimi vent’anni dal Sonar è stato rivolto a valorizzare le avanguardia nell’ambito della ricerca audio e video.
Attraverso il Sonar ci siamo abituati a scoprire i nuovi nomi dell’elettronica grazie a line up per nulla banali. L’aspetto che più caratterizza il Festival è lo spazio Sonar + D destinato agli addetti ai lavori. Qui l’industria creativa e la trasformazione digitale al servizio del talento, è presente con tantissimi stand, conferenze e dibattiti.
Con grande interesse abbiamo partecipato ad una tavola rotonda organizzata dal marchio Native Instruments che ormai detiene una posizione di rilievo nel mercato delle attrezzature e dei software di ultima generazione dedicata ai DJ e Produttori di Musica Elettronica. E’ di NI il software più usato dai Dj, Traktor, come anche la suite Komplete, un software potentissimo che sostituisce in modo egregio i sintetizzatori reali ed analogici.
Tema dell’incontro è stato il lancio di nuove attrezzature DJ capaci di leggere il formato di musica digitale STEMS. La novità rivoluzionaria, non è tanto il formato, che esiste dagli anni ’60, quanto la diffusione su larga scala di un macchinario capace di leggerlo. Con l’introduzione del digitale negli anni ’90 l’industria discografica è stata completamente ridisegnata; con la diffusione degli Stems è stato oltrepassato anche l’ultimo tabù di quell’epoca, il sampling e la diffusione dei propri contenuti intellettuali.
L’argomento è molto controverso, e non a caso, Native Instruments ha invitato alla tavola rotonda personaggi chiave della scena clubbing mondiale. Carl Craing, Kerri Chandler, rispettivamente la techno e l’house degli albori, insieme a Luciano, il più popolare Dj cileno con base ad Ibiza e boss di una delle etichette discografiche più riconosciute al mondo, la Cadenza Records.
Il tema scottante è in sostanza questo. La musica masterizzata in formato Stems, è formata da quattro diverse tracce audio, ognuna riportante un diverso elemento musicale: ritmica, basso, melodia, voce. Come si può immaginare le possibilità di interazione tra diversi brani durante un dj set o un live set aumenta di molto. Possiamo aggiungere una voce ad nuovo brano anche se la versione a cappella di quel brano non è stata rilasciata ufficialmente. Il lavoro che in genere si fà sui controlli di tono, ora si può fare direttamente sullo strumento che genera quel tono.
Fino a qui non è che una meraviglia, soprattutto per i dj e gli artisti che si esibiscono dal vivo, ma a margine ci sono questioni più insidiose. Alla conferenza, tra gli ospiti c’era anche Alexandre Cazac, co-fondatore di InFinè Records che insieme a Luciano rappresentava il mondo della produzione discografica.
Emerge un nuovo scenario. Questo formato non ha più bisogno di esser campionato. Il sampling, la tecnica di estrarre dei campioni di strumento da un disco riprodotto in un’unica traccia audio, finisce in cantina. Il sample è già lì pronto per essere inserito in una nuova produzione. Il mercato discografico e il diritto d’autore, hanno ora una nuova sfida da affrontare per restare al passo con i tempi. Ancora non sappiamo quanto questi nuovi macchinari della NI si diffonderanno, è ancora troppo presto per capire la reazione dei consumatori, sicuramente le labels avranno un gran da fare a masterizzare tutto il proprio catalogo nel nuovo formato. Il dibattito si chiude infatti con un grande interrogativo, sarà solo il tempo e altre esperienze di pubblico dibattito a fare luce sui eventuali nuovi sistemi di licenze per l’utilizzo dei contenuti creativi dei brani.