Rappresenta un’anomalia nel rap italiano. Mr Kenzo con la sua band i LatiTanti, si è fatto conoscere nella provincia di Modena a suon di live. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con lui.
Ciao Nunzio! Come e quando nasce il progetto Mr. Kenzo e i LatiTanti? Con che idea di sound?
Il progetto nasce nel 2014, quando, dopo anni di esperienza (ho cominciato a rappare all’età di dodici anni!) e come solista in diversi gruppi, ho deciso di volere dare un sound più vivo e completo ai miei testi, aggiungendo, soprattutto nella dimensione live, quel groove e quell’energia che solo gli strumenti veri e propri sanno rendere. Si formano quindi i LatiTanti, una band fatta di amici vecchi e nuovi, ma soprattutto fatta da persone provenienti da vari generi musicali, ciascuna con una forte personalità musicale e non. Da qui i “Tanti Lati”.
“Questo sono io”: in che momento del vostro percorso arriva? Come è stato sviluppato?
Il testo l’ho scritto in un momento particolarmente cupo della mia vita, nel quale un po’ di cose, come si dice, non giravano bene. È un testo di forte autocritica e molto personale. Arriva in un momento di evoluzione e di cambio anche della band stessa, ma il testo è nato ed è incentrato su me stesso e quel particolare periodo. Realizzare la musica ha impiegato un po’ più tempo del previsto, ma credo che, come sempre, la mia band abbia creato un vestito perfetto per questo testo.
Come nasce il vostro immaginario musicale? Come lavorate abitualmente sul nuovo materiale? E da dove nascono gli input per nuovi brani?
In genere, io fornisco un input alla band, dicendo loro come “sento” un nuovo pezzo di cui propongo il testo. A quel punto la band si dedica alla composizione musicale proponendo riff e pattern anche in base a come loro interpretano il testo. La creazione di un pezzo si basa quindi su sinergia ed eclettismo tra melodia, ritmica e armonie, determinata anche dalle diverse personalità di ciascuno. Un mix a volte difficile da realizzare ma dai risvolti entusiasmanti quando accade. Occorre lavorare sodo per rinnovarsi ogni giorno, senza adagiarsi sulle solite sonorità, mantenendo comunque la propria identità.
Live. Cosa deve aspettarsi chi non vi ha ancora visto suonare dal vivo?
Tanta, tantissima energia. Grande entusiasmo e uno spettacolo fatto di musicisti che si divertono per primi sul palco. Ci piace giocare con il pubblico, cercando un coinvolgimento ed una interazione fatta di musica, parole e anche battute. Siamo piuttosto autoironici, e ci piace farlo vedere anche nei nostri live! Sul palco è impossibile tenere gli occhi puntati su di uno solo di noi… ad esempio la nostra bassista è famosa per la sua carica esplosiva e le coriste difficilmente restano a guardare, quindi… via l’asta del microfono e tutto ciò che segue è uno spettacolo davvero unico!
La tecnologia, come gli strumenti, software e hardware destinati alla produzione musicale, sembrano essere diventati imprescindibili al giorno d’oggi. Come si manifesta questo nel vostro lavoro?
Noi ci affidiamo ogni giorno alla tecnologia. Proprio grazie a questi strumenti abbiamo registrato ed autoprodotto in ultimo il nostro singolo “Questo sono io”, ma anche il nostro primo EP “MKLT”. Noi facciamo tutto in sala prove. Inoltre disponiamo di un impianto completo, cosa che ci agevola nella ricerca di date, perché possiamo davvero suonare ovunque, ma dal momento che il fonico lo abbiamo impegnato sul palco a fare il frontman (sono io, Mr. Kenzo a fare da fonico per la band) avere un mixer di ultima generazione controllabile da software direttamente su tablet ad esempio, ci permette di essere sempre efficaci nei nostri live…insomma, come tanti artisti emergenti, uniamo davvero un lavoro ad una passione!
Scena musicale oggi. Cosa pensi delle nuove tendenze musicali che fanno classifica in questo momento storico della musica italiana, come la trap i l’indie? Moda o futuro?
Penso che ci sia un tempo per ogni genere musicale. La musica del momento per periodo storico ad esempio, vedi gli anni 70 con la disco music o gli anni 90 con il grunge, e la musica che ci accompagna nella nostra storia personale, ciascuno di noi ha avuto artisti e generi preferiti diversi nel corso degli anni. Dunque, la trap e l’indie potrebbero sembrare anche solo una tendenza del momento, ma rivelarsi poi in futuro i generi che hanno caratterizzato questi anni.
Perché Soundreef?
Da quando ho saputo della nascita di Soundreef ho capito che finalmente qualcosa stava cambiando e che finalmente era nata una valida alternativa alla SIAE. Ora non solo sono felicemente ed orgogliosamente iscritto a Soundreef, ma cerco di coinvolgere altre band e fornire loro supporto per far sì che più artisti possibile possano usufruire dei servizi validi che Soundreef offre, come ad esempio
mi ha convinto immediatamente la semplicità e l’efficienza del servizio di riscossione dei diritti d’autore. E la conseguente remunerazione per l’artista, sempre precisa nei tempi concordati.