Nascono nel 2015 e vengono da San Benedetto del Tronto. Suonano un interessante indie/altrock. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con loro…
Ciao ragazzi! Come e quando è nato il progetto ‘Levy’?
Ciao! Nel 2015 io e Damiano, basso e cori della band venivamo fuori da due album in italiano e un tour per lo stivale che ci aveva dato qualche soddisfazione, poi abbiamo deciso di dare una svolta molto importante alla nostra musica, cambiando lingua, per poter avere la possibilità di far conoscere la nostra musica anche fuori dal territorio nazionale.
Da dove viene fuori il vostro sound? Che musica ascoltate?
Il nostro sound viene fuori dopo tanti anni di esperienza in studio e sui palchi di Italia e di Europa. Quando eravamo all’inizio volevamo assomigliare a questo o quello, poi invece strada facendo ci siamo accorti che la via dell’identità propria sarebbe stata la più giusta e così è successo. Chiaro che molte persone che ci ascoltano ritrovano nelle nostre canzoni un attitudine di questa o quella band, ma poi ci dicono sempre che quello che li ha colpiti di più è il sound così particolare e unico. Cosa ascoltiamo? Un po’ di tutto, sicuramente non ascoltiamo trap o hip hop perché sono territori davvero lontani da quello che ci piace ascoltare, per il resto non abbiamo limiti, l’importante è che sia musica di qualità.
Come scrivete i vostri brani? Con che idea sono venuti fuori? Come avete scritto? Di getto o avete lavorato a lungo e cesellato a lungo il materiale?
Posso portarti l’esperienza dell’ultimo album “Light blue”, uscito da pochissimo in tutti gli stores digitali: metà del materiale che abbiamo registrato in studio era già pronto dopo il tour estivo nel Regno Unito, l’altra metà l’abbiamo tirata fuori in studio. È uscito un lavoro compatto con una buona idea “collante” presente in tutte le tracce.
C’è sempre un canovaccio da cui si parte, per poi sviluppare l’intero brano affinché possa essere godibile dall’ascoltatore, senza rinunciare alla nostra identità.
Progetti per il futuro. Prossimo e remoto.
Sicuramente un video per una canzone estratta dall’album e poi abbiamo in mente di registrare il video live, un nuovo arrangiamento di un brano famoso che già portiamo in tour. Per l’estate poi vorremmo essere presenti a tanti festival, che sono una vetrina importantissima.
Scena musicale marchigiana. Come si sta muovendo la scena in questi anni?
Credo che adesso si sia fermata un pochino, credo che arriveranno nuovi talenti a breve per quanto riguarda il pop e il rock, non si è mai fermata la scena hip hop invece credo…
Che idea vi siete fatti della scena italiana in questo momento storico?
Davvero deludente e lo dico con tanto dispiacere. Abbiamo il pubblico più caloroso del mondo ma dei cartelloni di artisti riempiti per metà con artisti meteora e “famosi” dai like acquistati. Per fortuna l’altra metà è valida…
Impatto della musica con il digitale. Pro e contro.
Assolutamente pro. Unico difetto? L’utente finale pesca a strascico, perché sono morte le più importanti riviste di settore, c’è troppo generalismo e troppi influencer, che poi, non hanno nessuna autorevolezza e preparazione ma solo un becero marketing da Youtuber. Mancano i vecchi recensori autorevoli senza peli sulla lingua e senza volemose bene.
Perché Soundreef?
Soundreef ci ha offerto subito tanti servizi e una velocità di risposta notevole, è una società che è al passo con l’era digitale e che soddisfa le nostre esigenze, sopratutto per quel che riguarda l’aspetto telematico e gestionale della burocrazia.