“L’Hip Hop arriva sul palco dell’Ariston per la serata finale del Premio Tenco 2016. Sabato 22 ottobre vedremo esibirsi il rapper Kento. Enrico de Angelis, Direttore Artistico del Premio Tenco: «Ho invitato Kento perché riscoprire la musica di Tenco anche attraverso il rap, è stata un’esperienza inaspettata. Nel suo approccio e nelle sue rime ritrovo molti dei caratteri che accomunano i cantautori più stimati».” (Eliana Puccio per Loudvision)
Noi di Soundreef lo accompagnamo in quest’esperienza.
Ciao Kento, tu rispetto ad altri rapper hai sempre avuto un occhio di riguardo per la canzone d’autore che hai spesso chiamato in causa nei tuoi testi. Cosa significa per un MC andare a cantare accompagnato da un’orchestra al Premio Tenco al Teatro Ariston di Sanremo?
Sicuramente è una grande opportunità e una grande responsabilità salire su un palco su cui si è scritta buona parte della storia della musica italiana e, personalmente, trovo questa sfida ancora più stimolante perché andiamo a ricordare uno dei giganti della nostra canzone nel cinquantesimo della sua morte. In questi giorni sto lavorando a stretto contatto con il direttore dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, il maestro Ottolini, visto che la mia ambizione non è semplicemente quella di fare rap sulla musica orchestrale, ma di creare un suono Hip-Hop a tutti gli effetti, tanto è vero che sarò accompagnato allo scratch e al cut da Dj Fuzzten. Il maestro d’orchestra e il “maestro dei giradischi” hanno creato una partitura che, sulla carta, è qualcosa di incredibile. Ora bisogna solo vedere se il risultato dal vivo renderà giustizia al loro lavoro e se io sarò all’altezza di questi due geni pazzi…
Ti troverai sul palco con molti altri artisti: da Morgan a Roy Paci, passando per Marina Rei, Noemi e Diego Mancino. Da rapper che idea ti sei fatto delle tante forme espressive che ha oggi la forma canzone in Italia. Come si inserisce il rap in questo ventaglio di espressioni?
Nomini degli artisti importanti che meritano il massimo rispetto, ma in quelle sere il palco non è di Morgan o di Roy… e nemmeno di Kento ovviamente! Quel palco appartiene a Luigi Tenco, e tutti noi partiamo dallo stesso presupposto, che è quello di raccontare l’attualità della sua musica sia dal punto di vista dello storytelling lirico e personale che da quello del contenuto sociopolitico. Quindi mi sento assolutamente allo stesso posto degli altri, con l’unica differenza che, probabilmente, sono quello che ha stravolto di più i due titoli da cui sono partito per creare le mie versioni, visto che non volevo assolutamente fossero delle semplici cover.
Qual’è secondo te il valore aggiunto di partecipare ad un evento del genere?
Penso che l’Hip-Hop sia ormai maturo per misurarsi anche con questo tipo di palchi e con le espressioni più autorevoli della musica d’autore, che finora – in qualche caso – aveva forse guardato a noi rapper con diffidenza e un po’ di snobismo. Il Club Tenco dimostra di essere al passo con i tempi; noialtri dobbiamo dimostrare di poter essere un movimento autorevole e solido, che non si basa soltanto su alcuni fenomeni commerciali ma è in grado di dire la sua più in generale nel panorama musicale e culturale dei nostri anni.
Grazie mille, Kento e in bocca al lupo!