Walter Di Bello, 25 anni, è un cantautore lucano a cavallo tra pop e blues. Jamsphere.com dice di lui:”I suoi brani trasmettono emozioni forti. Sono canzoni silenziose, evocative, insidiosamente magiche e meravigliose”. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo sul nostro blog.
Ciao Walter, quando e come ti sei avvicinato alla musica?
Mio padre è stato sempre un grandissimo ascoltatore di musica di ogni genere, un vero e proprio cultore. Ricordo che mi faceva indossare quelle enormi cuffione ‘anni 90’ e mi faceva immergere ancora piccolissimo nei versi e nelle melodie di Battisti e tanti altri grandi della sua epoca.
La mia passione nacque dal canto, amavo cantare e mi riusciva molto naturale, cantavo praticamente a giornate intere, avevo delle raccolte di karaoke infinite! Anche se il vero avvicinamento è poi arrivato successivamente verso i 15 anni, dove iniziai a studiare ciò che poi è diventato il mio primo strumento la chitarra. Ero curioso, amavo scrivere, e inizia subito con le mie prime composizioni!
Che cosa rappresenta per te il percorso musicale che hai intrapreso? Che obiettivi ti sei posto?
Il mio percorso musicale va di pari passo con tutto il resto, è completamente al centro della mia vita, è ciò che sono, è il mio vivere. Il mio obbiettivo è quello di nutrire le mente e lo spirito delle persone con le mie parole, con le mie composizioni, con ciò che riesco a trasmettere, senza nessun limite né restrizione. E riuscire a farlo pian pian con più mondo possibile!
Come nascono i tuoi brani? Solitamente lavori prima sui testi o sulla musica?
I miei brani non nascono, sono già lì ad aspettarmi, non c’è un processo preciso, ciò che è sensazione diventa melodia e successivamente testo, o al contrario da semplici parole in canzoni. A volte sono personali, altre volte raccontano immagini che vivono inconsciamente nella mia mente, a volte sono narrazioni di emozioni altrui.
A cosa un autore non dovrebbe mai rinunciare?
Beh.. è abbastanza semplice! Un autore non dovrebbe mai rinunciare alla naturalezza del suo pezzo, ognuno di noi è differente ed ha una sua originalità scolpita dentro, cercare di modificare questo istinto con un pensiero più “piccolo” e simile ad un altro, ci rende più deboli!
Che idea ti sei fatto sulle nuove opportunità dell’era digitale per un artista che inizia oggi il suo percorso?
Che posso dire… La grandezza di questa era è proprio questa, ognuno può avere la sua possibilità, è questo lo dimostra la nostra intervista, come avrei mai potuto ritagliarmi questo spazio se non attraverso il digitale? Ma tutto questa libertà è un arma a doppio taglio, perché lì dove può nascere e prendere valore qualcosa di bello ed unico, può anche prender importanza e troppo visibilità qualcosa di brutto.
Come ti sembra oggi la scena italiana? E quella Europea?
La scena italiana sta cambiando, le Major si stanno vedendo sfuggire di mano il potere assoluto, le etichette indipendenti hanno lanciato una vera e propria rivoluzione Musicale, e così anche gli artisti completamente indipendenti di tutta Europa senza nessuna label girano in tour, conquistano il proprio pubblico e si guadagnano posti di diritto nella storia della musica.
Tutto questo è affascinante, è stimolante, è liberatorio.
Perché Soundreef?
Non sono passato a Soundreef, ho aspettato per anni che nascesse qualcosa come Soundreef, non ho mai fatto parte della Siae e non lo avrei mai fatto. Soundreef è al passo con i tempi, è innovativo, è semplice e diretto. Soundreef ascolta e vive di musica!
Soundreef fa parte di questa rivoluzione musicale che stiamo vivendo!
Grazie Walter e in bocca al lupo!