Davide Combusti, in arte The Niro, è sempre stato un cantautore fuori dagli schemi, capace di dividere il palco con artisti quali Amy Winehouse, i Deep Purple per poi esibirsi sul palco dell’Ariston, quindi tornare a lavorare col regista di V per Vendetta a una colonna sonora. Ora esce con una raccolta di inediti lo-fi con l’intenzione di pubblicare parallelamente alla carriera più mainstream i numerosi brani rimasti fuori dagli album ufficiali. Ecco “Homemade Vol.1”. Ce lo racconta Davide stesso.
Ciao Davide, con la pubblicazione di “Homemade vol. 1” hai immaginato una sorta di percorso parallelo rispetto alla discografia ufficiale. Come nasce l’idea?
L’idea nasce dal desiderio di mostrare il mio mondo lontano da qualunque sovrastruttura produttiva. I brani, mantenendo il più delle volte l’approccio del “buona la prima” suonano grezzi, imperfetti, ma autentici nella fotografia del momento in cui sono nati.
Che tipo di canzoni hai inserito? A che momento del tuo percorso appartengono? E che effetto ti fa vederle tutte assieme all’interno di una pubblicazione?
Sono brani acustici, ritmati solamente da qualche percussione o dall’incedere di chitarra e pianoforte. Come per gli album più prodotti della ma carriera ho attinto da periodi di scrittura che arrivano anche al decennio precedente, pensando sempre al risultato d’insieme e non alla fotografia di una stagione. Questo perché mi sono presto reso conto che vivo le emozioni ciclicamente in un modo simile e, un po’ come le stagioni, un brano nella mente mi torna attuale in concomitanza di uno stato d’animo a prescindere dal momento in cui l’ho scritto.
Scrittura. Come è cambiato nel tempo il tuo modo di scrivere musica?
Forse sono un po’ meno contorto. È scemata leggermente l’esigenza di stupire ed è cresciuta la voglia di mettermi completamente a nudo.
Italiano vs Inglese. In quale delle due lingue ti trovi più a tuo agio?
Fino a un paio d’anni fa avrei risposto Inglese senza il minimo dubbio, ma l’ultimo album che ho inciso in italiano e che uscirà in primavera mi ha rivelato che non ho più alcuna preferenza.
Sanremo vs Tour Indipendenti. Hai avuto esperienze TV come il Festival di Sanremo ma anche tanti concerti ed esperienze “on the road” da artista indipendente? Che cosa ti hanno lasciato le une e le altre situazioni?
Sanremo è un palcoscenico importante e un frullatore di emozioni. Mi è piaciuto portare un brano non propriamente sanremese come 1969 e, se accettassero di puntare su un altro mio brano borderline ci tornerei volentieri.
Sono reduce da un tour di 70 date concluso a maggio insieme a Mattia Boschi, e ora da dicembre riparto con la promozione di Homemade. La dimensione live per me è fondamentale, poi che abbia davanti un milione di persone o venti è assolutamente ininfluente.
Progetti futuri. Quali i prossimi passi? Puoi anticiparci qualcosa?
Oltre a Homemade e al disco “italiano” di prossima uscita ci sono un paio di progetti internazionali che sto curando, uno dei quali farà probabilmente discutere.
Perché Soundreef?
Perché è trasparente.
Grazie mille Davide e in bocca al lupo!