The Morras nascono a Tolfa, inizialmente come coverband a cavallo tra rock’n’roll, rockabilly e folk ma finiscono per dedicarsi principalmente alla scrittura di brani propri in italiano fino ad arrivare alla pubblicazione dell’album “Sarebbe stato bello”. Dicono di loro: “da non perdere live”!
Ciao ragazzi! Se dovessimo presentarvi in 3 parole, di voi dovremmo dire…?
Facciamo 4… We are happy family.
Domande di rito: chi sono i The Morras e come nasce questo vostro nome?
The Morras sono Mirko, Giulia, Flavia, Vincenzo, Simone, Diego e Beatrice.
Nasciamo a Tolfa (RM) come band cover beat rock’n’roll. Da qui abbiamo sviluppato i nostri inediti ed eccoci qui. Il nome nasce da un gioco: all’interno del gruppo ci sono le sorelle Morra. Ci siamo dati tutti lo stesso cognome e sono nati i Morras.
Quindi originariamente eravate una cover band. Come è avvenuto il cambiamento da quest’ultima a band che lavora su brani inediti?
Gli inediti sono nati per variare il nostro repertorio fatto di cover. Ci è piaciuto molto e presentandoli al pubblico il riscontro è stato favorevole. Da lì la volontà di entrare in studio a registrare. Ora ne sono in lavorazione diversi. Vediamo in futuro cosa succederà.
Considerando che la musica è tanto un’ispirazione quanto un’urgenza di comunicare, avete sentito appunto l’esigenza di trasmettere un messaggio preciso?
Sicuramente sì. Siamo giovani, abbiamo dai 25 ai 35 anni. Ovvio che le tematiche trattate nell’album, sia in maniera ironica che in quella più seria esprimono un concetto ben definito. Volevamo raccontare un po’ i sogni e le disillusioni di un giovane di oggi.
Quest’anno è uscito il vostro album d’esordio “Sarebbe stato bello”. Com’è stato registrarlo completamente in presa diretta? Avete riscontrato delle difficoltà rispetto ad una registrazione a tracce separate?
La scelta della registrazione in presa diretta ci è stata consigliata da Alessandro (Meozzi) dello studio 66 dove abbiamo registrato e missato il disco. È stata una scelta azzeccata, il nostro sound è molto di impatto e si rifà ai suoni vintage anni ‘70 dove appunto gli album venivano registrati proprio come abbiamo fatto noi. È un album autoprodotto, quindi magari non perfetto nei dettagli, ma comunque è stato un ottimo risultato e di questo siamo contenti.
Quali sono i vostri obiettivi artistici dopo la pubblicazione di questo album? Avete in programma un tour?
Ora ci stiamo godendo l’uscita con varie recensioni e interviste. I live inizieranno da fine aprile e dureranno per tutta l’estate. Speriamo di suonare il più possibile per far sentire a più persone quello che abbiamo da dire.
Uno sguardo alla scena musicale italiana: da qualche anno a questa parte la musica nel nostro paese è cambiata radicalmente con la nascita della trap e l’avvento dell’indie. Credete sia solo un momento, una “moda”, oppure pensate sia un fenomeno che durerà a lungo?
La musica come sempre è una moda che riflette il periodo storico di riferimento. Molti generi si sono alternati negli anni, tanti sono spariti e altri sono ancora presenti. Per quanto riguarda la trap forse sì, penso sia più un fenomeno generazionale destinato a consumarsi mentre per l’indie no. Sia la musica che il settore che supporta la scena si sono evoluti e sono cresciuti tantissimo. Ormai tanti artisti si sono affermati e sono destinati a rimanere per molto.
Grazie mille ragazzi e in bocca al lupo per tutto!