Il Gaeta Jazz Festival è alle porte e noi ne abbiamo approfittato per scambiare qualche parola su come sta cambiando il jazz oggi con Raffaele Costantino, conduttore radiofonico, dj, producer e direttore artistico, nonché conduttore di Soundreef Waves.
Ciao Raffaele, come sta cambiando la scena Jazz oggi? Quali sono i nuovi trend in Europa e non solo?
Ciao, il Jazz è sempre stato un linguaggio in evoluzione, in faccia ai puristi, a chi (dalla sua ascesa in ambienti borghesi) lo avrebbe voluto relegare a musica per pochi eletti a discapito della sua natura. Oggi il jazz si è re impossessato dei suoi elementi fondanti.
Giovani musicisti che sono cresciuti studiando Coltrane e frequentando i club ed i festival di musica elettronica.
Sta succedendo in tutto il mondo, Los Angels e New York sono chiaramente molto vive da questo punto di vista, ma è soprattutto dall’europa (quindi dall’Inghilterra) che una nuova generazione di musicisti sta invadendo il mondo con questa idea di jazz come musica da club.
A differenza di quello che si era provato a fare con l’Acid Jazz nei primi anni novanta e poi con le varie evoluzioni, in questo momento il jazz che si suona e si balla nei club è quello suonato con strumenti e formazioni tradizionali. Questa è la novità. Perché gli strumenti tradizionali del jazz vengono suonati con una attitudine contemporanea.
Come stanno cambiando i codici ed il tipo di pubblico che segue i Festival dedicati al nuovo Jazz?
Di conseguenza, come è successo per il rock, anche il jazz ha iniziato ad inserirsi nei circuiti più grandi della musica da club. Ma anche nei grandi festival “supermercato”, quelli dove trovi di tutto, purchè sia di moda.
Un esempio in Italia è il Club To Club che mette in line up Liberato, Kraftwerk e Kamasi Washington. Mai fino ad ora un festival come Club To Club aveva inserito un concerto di jazz puro nella propria programmazione. Ecco questo per dire quanto ad oggi il genere sia molto hype. Nulla di male, per carità. Esiste però il rischio che venga trattato come una moda del momento per poi essere messo da parte come qualcosa di vecchio, fuori moda, lontano da un hype passato.
Il lato positivo invece è che tanta gente con gusti diversi può scoprire un nuovo genere, appassionarsi e poi magari approfondire per fatti suoi.
Come si colloca la proposta artistica del Gaeta Jazz Festival in questo senso?
Il GJF è nato ed è cresciuto come un festival di jazz tradizionale. Curato dalla passione ed alla professionalità di Roberto Sasso, il padre di Fabio, attuale direttore che ha preso in mano tutto il festival dopo la scomparsa del papà, supportato da una associazione di appassionati e volontari meravigliosi. Già dallo scorso anno, padre e figlio avevano deciso che il festival avrebbe dovuto virare verso approcci più contemporanei al jazz, mantenendo la propria natura e consapevolezza.
Io sono arrivato per questo, per aiutare questa fase di transizione. Il Gaeta Jazz Festival è un Festival dove puoi trovare Jussef Dayes (metà del due Yussef Kamaal) ma anche il dj set di Patrick Gibin, piuttosto che il live di James Senese. E’ un festival vario nella proposta ma sempre coerente con la propria natura nera e afro-americana.
Poi chiaramente i luoghi fanno il resto, come in moltissime zone e festival d’Italia.
Questo è il nostro grande valore. Che gli inglesi non avranno mai (NDR ride).
Quali sono i nomi in programma al Gaeta Jazz Festival che ti senti di consigliare o che attendi di più e perché?
Io personalmente sono molto curioso di sentire Andrea Molinari insieme a Logan Richardson perché non li ho mai visti dal vivo, ma anche il live di Tweeedo sulla spiaggia al tramonto credo valga la pena.
Poi a proposito di quello che si diceva prima, del musicista jazz a suo agio nei club, credo che il set di Jussef Dayes sia il manifesto di questo ragionamento. Sarà impossibile stare fermi.
Che idea ti sei fatto delle band che suoneranno al Soundreef Beach Party?
Li conosco tutti benissimo, ed ho chiaramente contribuito alla programmazione. Sono sicuro che sarà una bellissima esperienza. Una versione live, sulla spiaggia, cocktail in mano, di Soundreef Waves. Wow!
Daremo anche il benvenuto al nuovo arrivato Teiuq, il suo set è perfetto per una situazione del genere.
Che tipo di dj set proporrai?
Suonerò jazz. In tutte le sue declinazioni, dalle più tradizionali a quelle destrutturate dalla techno.
Sarà l’ultimo act del Festival, proverò a riassumere il tutto.