Vengono da La Spezia. Musica per fare compagnia. Nostalgia. Tenerezza. Anni 80. Abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con i Palmaria.
Come e quando nascono i Palmaria?
I Palmaria nascono nel 2017 da un’idea di Michele Mascis e Nicolò Zarcone. L’idea è quella di creare un progetto pop italiano con influenze sonore elettroniche. Al progetto si uniscono subito Nicolò Spinatelli ed Elia Martorini. Il gruppo sceglie, per le prime canzoni, la voce di Rachele Acciavati; i Palmaria nascono come collettivo musicale nel quale ciascuno contribuisce con le proprie idee alla realizzazione finale dei brani.
Venditti Beach. Come è nato il brano? La vostra educazione sentimentale è stata influenzata da troppi film d’amore?
Tutti i nostri brani nascono da esperienze vissute in prima persona dagli autori; in particolare trattano tematiche come l’incomunicabilità nella coppia, il distacco e quel punto di vista agrodolce sull’amore tipico di un rapporto ormai maturo e corroso da tutti i piccoli veri problemi quotidiani.
Come è venuta fuori l’estetica del vostro sound? Quali sono i vostri ascolti?
Abbiamo deciso di creare un sound moderno che affondasse le radici nel mondo “synth – analog” tipico della cultura pop anni ’80/’90. Essendo questo un progetto collegiale subisce l’influenza personale di tutti i componenti del progetto. Si passa dal cantautorato italiano alla cultura hip hop contemporanea. Per questo motivo stiamo sperimentando ulteriori sonorità e generi che alimenteranno le nostre prossime uscite.
Fare musica. Da cosa parte un brano dei Palmaria?
Solitamente partiamo da un’idea melodica o di testo suggerita da uno di noi; successivamente, come in una catena di montaggio, ogni singolo elemento sviluppa la sua parte di lavoro. Si va dall’arrangiamento vero e proprio, alla produzione del brano su Logic, fino alla registrazione voci, alla produzione del videoclip, al mix ed al master. Facciamo tutto in casa come piace a noi insomma!
Cosa pensate dell’attuale scena italiana? Quali sono le cose più interessanti in circolazione?
Abbiamo tutti quanti subito l’influenza del grande cantautorato italiano, per questo siamo sempre interessati a tutti quei progetti che uniscano la tradizione melodica della nostra penisola all’originalità dei testi stessi. Apprezziamo anche la nuova tendenza pop Italiana che adesso viene etichettata come “indie”. Il nostro sogno nel cassetto? Finire nella playlist “indie Italia” di Spotify.
Vantaggi e svantaggi dell’era digitale dell’Industria Musicale. Pro e contro. Qual è il vostro approccio?
Una volta abbiamo letto un’ intervista di un economista che diceva “ogni rivoluzione, di per se, ha sempre due volti: uno positivo ed uno negativo”. Il digitale non fa eccezione a questa regola. A nostro favore c’è sicuramente l’abbattimento dei costi fisici di commercializzazione dei propri prodotti. La digitalizzazione, forse, ha allontanato le nuove generazioni dal rapporto intimo che un artista ha con la produzione musicale. L’informatizzazione della musica ha fatto si che il livello generale di produzione si standardizzasse intorno ai software più conosciuti e usati praticamente da tutti. Tuttavia crediamo nel progresso e siamo convinti che la digitalizzazione, in definitiva, abbia portato ad una “democratizzazione” della scena musicale nella quale non serve più dipendere dagli altri per produrre il proprio sound.
Perché Soundreef?
Crediamo sia arrivato il momento, per ogni artista, iscritto a qualsiasi società di Collecting di scegliere liberamente a chi affidare la sua proprietà intellettuale. Occorre ricordare, infatti, che nella contesa degli ultimi anni intorno al problema “liberalizzazione del diritto d’autore” si siano ascoltate troppe campane tranne quella degli autori che sono il vero “capitale sociale” . Come abbiamo detto prima crediamo nella democratizzazione della musica che, per quanto riguarda il diritto d’autore, significa lasciare libertà ad ogni artista di tutelarsi come meglio crede: per questo motivo abbiamo scelto Soundreef.
Grazie ragazzi e in bocca al lupo!