Libero è un polistrumentista siciliano. Scrive musica con chitarra, mandolino, armonica, didgeridoo, pad e synth. Si definisce “Un Artista Indipendente. Suono, scrivo, incido”.
E’ appena uscito il suo “9Terre”. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con lui.
Ciao Libero! Come nasce il tuo percorso musicale solista?
Il mio progetto solista nasce nel 2016, ma scrivo canzoni per altri interpreti dal 2010. Semplicemente ad un certo punto ho deciso di rimboccarmi le maniche e fare da me.
Il fatto di essere poli-strumentista è stato sempre un punto a favore nei live: chitarra, voce, didgeridoo, mandolino, ukulele, armonica ed elettronica. Mi sento libero in questo.
Sappiamo che vivi in una casetta di legno nei monti Sicani, accanto ad un teatro all’aperto molto suggestivo. Ci hai sempre vissuto?
Ho avuto la fortuna di nascere in una terra meravigliosa, e di veder crescere attorno a me luoghi che attirano tantissimi visitatori ogni giorno. Il Teatro Andromeda che ha costruito mio padre è una fonte grandissima di energia ed ispirazione.
A proposito… dicono che l’ispirazione arrivi solo in determinati momenti. Ti è mai capitato di essere ispirato, magari con una frase o un ritmo in testa, in momenti non proprio adatti?
Sì! L’ispirazione non risponde mai a telefono, ma, appunto, ti chiama quando meno te lo aspetti. E quindi ho imparato a saper rispondere nei momenti meno adatti, come è successo per un brano su cui sto lavorando, che è venuto fuori tra gli schiamazzi dei miei piccoli alunni mentre insegnavo loro Body Percussion!
Il 9 Maggio è uscito “9TERRE”. Cosa troveremo all’interno dei brani che compongono questo lavoro? Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere?
9TERRE è un lavoro che mi ha coinvolto nell’ultimo anno, alla ricerca di un sound che sapesse far coesistere etnico, folk ed electro-pop. Sono 9 canzoni, 9 nuovi mondi che ho scoperto cercando e partendo per lunghi viaggi da dentro per fuori da me.
Quali sono secondo te le difficoltà più grandi per un artista emergente nel suo percorso di crescità e di notorietà?
Essere sinceri con la propria arte! Spesso si tende a scendere ad esagerati compromessi, o a voler far somigliare la propria musica a quella dell’artista sulla cresta dell’onda. Se fai tutto col cuore, secondo i tuoi gusti, secondo ciò che vuoi davvero dire, la gente lo capisce, (magari quando muori) ma lo capisce.
Uno sguardo ai trend musicali di oggi in Italia. Trap: pensi sia solo un fenomeno, o pensi che sono ormai un’evoluzione definitiva della musica italiana? Prendi mai spunto da questo genere?
E’ sicuramente un evoluzione, ma non definitiva. Della Trap mi piace il fatto che si atteggi come il punk negli anni 80: mi sa di rivolta. La differenza sta nel fatto che non ha assolutamente contenuti morali. E’ lo specchio di una generazione molto confusa che non ha la minima idea di dove andare ed a cui non frega nulla del passato.
Credo sia importante non seguire le mode, ma è necessario saper vivere qui nel 2019 e capire quello che la musica ci sta regalando. Sono fermamente convinto che se nel 1950 fossero esistiti sequencer, pad e compagnia bella, sarebbero stati di certo impiegati da tanti musicisti 😉
La settimana dell’uscita del tuo disco coincide con la Milano Food Week. Qual è il tuo piatto preferito e quale dei tuoi brani ci abbineresti?
Abbinerei una “Lassame ccà” (Lasciami qui) in pizzeria. Ovvio!
Grazie Libero e in bocca al lupo!
Grazie a voi, viva il lupo, binnajaah!