La sbornia di musica elettronica post Sonar inizia ad affievolirsi ed è tempo per noi di bilanci su uno dei Festival più incredibili al mondo. Ne abbiamo parlato con i due artisti italiani che abbiamo portato con noi: Indian Wells e Noireve.
Ciao ragazzi, quale è stato il concerto più bello che avete visto al Sonar?
Noireve: Il dj set di Talabot e il live di Howling.
Indian Wells: Non sono riuscito a vedere molti concerti essendo stato a Barcellona pochissimo però mi sono appuntato un po’ di nomi e alla fine sono riuscito a vedere Mikael Seifu, bel set, mi è piaciuto molto ma mi sarei aspettato “più Africa”.
Che cosa vi ha impressionato o colpito di più?
Noireve: L’organizzazione impeccabile (e fin troppo rigida) del festival, e il banchetto per analizzare la droga.
Indian Wells: Sicuramente l’organizzazione, è impressionante. Anche se avrei gradito trovare un posacenere di tanto in tanto e non rischiare di spegnermi le sigarette sulle mani. Detto ciò, non fumate, fa male.
Che riflessioni vi sentite di fare sull’elettronica in genere dopo un Festival di questo tipo che è un po’ uno specchio della scena mondiale?
Noireve: Ogni volta mi stupisco di quanto il mondo dell’elettronica sia vasto e articolato, di come quello che nell’immaginario comune è lo stesso genere musicale sia in realtà un microcosmo a sé, con differenze interne marcatissime. Il Sonar ne è un esempio: pur orientato già sull’elettronica da club, abbiamo assistito a set veramente molto diversi tra loro. Che gioia la diseguaglianza!
Indian Wells: E’ un genere in salute, ho visto tantissime cose “avanti”, c’è innovazione e credo faccia poi in fondo bene a tutta la musica in generale.
C’è spazio anche in Italia per Festival di questo tipo?
Noireve: Spazio di sicuro ce n’è, così come pubblico. Il problema è come al solito la macchina burocratica italiana, che secondo me è una delle maggiori cause del nostro faticare a stare al passo coi tempi in molti settori.
Indian Wells: Lo spero, certo il Sònar è una realtà consolidata, ma confido che alcuni dei festival elettronici che già esistono in Italia possano fare altrettanto, di sicuro vedo la volontà nel provarci.