Abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con Carlo Bellavia, Lorenzo De Masi e Fabio Casalegno a proposito del loro progetto “Il terzo Istante”, interessante band torinese “Alternative Rock” che sta facendo parlare molto bene di se e che ha aderito al progetto Soundreef “la Rivoluzione delle 30 band”.
1) Innanzitutto, parliamo un po’ di voi. Ci raccontate brevemente quali sono le linee guida del progetto il “Terzo Istante” e che cosa avete in serbo per il prossimo futuro?
Ciao! Nessuna linea guida in particolare, se non quella di impegnarci a fare esattamente quello che abbiamo voglia di fare. Sintetizzando potremmo dire che la prima regola del Terzo Istante è che non ci sono regole.
Forse l’unico punto su cui abbiamo messo dei paletti è quello della flessibilità: ridurre al massimo i tempi discografici, essere piuttosto continui e rapidi nella produzione (finora abbiamo prodotto solo EP), favorire il download (gratuito o a pagamento) e vendere la propria musica secondo la logica dell’offerta libera.
Per il futuro abbiamo intenzione di continuare su questa strada, cercando di evolverci e migliorarci così come abbiamo fatto finora. Magari cambiando formato nelle prossime produzioni, ma rimanendo fedeli alla nostra filosofia di base.
2) Voi siete una delle 30 band che hanno aderito al progetto Soundreef “La Rivoluzione delle 30 Band”. Come vi siete trovati con il servizio di raccolta royalties sull’esecuzione dal vivo dei vostri brani offerto da “Soundreef Live!”?
Molto bene. E’ tutta un’altra vita! Semplice, rapido, efficace. Si fa tutto on line e c’è supporto totale da parte di Soundreef per quanto riguarda la parte di contatto con il locale e incasso delle quote.
3) Quali sono stati gli elementi innovativi di “Soundreef Live!” che vi hanno sorpreso di più?
Mah, abituati alla vecchia gestione, ai vecchi operatori, che comunque avevamo già abbandonato da un pezzo, diciamo che ci ha sorpreso quasi tutto. Al di là degli aspetti organizzativi ed economici che sono migliori da tutti i punti di vista, quello che sorprende di più è la disponibilità totale da parte di Soundreef nel rispondere a qualsiasi domanda, nel chiarire qualsiasi dubbio e nel supportare entrambe le parti (band e locale) nella gestione operativa.
Ah, dimenticavamo..un aspetto non da poco è che è tutto completamente gratuito!!
4) Che grado di difficoltà di utilizzo avete trovato?
Al di là delle prime fasi, in cui dovevamo capire bene il meccanismo di caricamento dei brani, delle quote degli autori e delle firme digitali per iscriversi, il flusso è semplicissimo.
Come dicevamo è gratuito, ed è tutto on line, dalle fasi di caricamento dei brani e delle ripartizioni tra gli autori, alla compilazione del borderò. Il che semplifica tutto, niente carta, niente raccomandate, niente costi. Tutto fatto in pochi click ancora prima del concerto.
5) Come hanno reagito gli organizzatori dei locali in cui avete suonato? Che tipo di locali erano?
In questi primi mesi abbiamo già avuto a che fare con realtà diverse: da festival a live club, da concerti a pagamento a serate gratuite.
Dobbiamo dire che una delle nostre perplessità iniziali era proprio relativa a come far passare la cosa con i gestori/organizzatori. Spiegargli cosa è Soundreef, di cosa si occupa, come funziona e tutto il resto.
Invece proprio grazie alla costante presenza e intermediazione di Soundreef, tutti i gestori hanno immediatamente compreso e collaborato senza alcun problema, anche perché è molto conveniente anche per loro, sia in termini di costi che di tempi di gestione.
6) In quanto tempo avete avuto modo di verificare i proventi e di incassarli?
Davvero poco, in alcuni casi pochi giorni, in altri 2/3 settimane al massimo.
7) Se è cambiato, come è cambiato il vostro modo di rapportarvi con il diritto d’autore?
E’ cambiato completamente. Noi avevamo abbandonato la SIAE fin dall’inizio di questo progetto. Ci eravamo ormai rassegnati a non percepire più nulla per i diritti d’autore, coprendo con protocollo copyleft solamente la proprietà intellettuale delle nostre canzoni.
Con l’avvento di Soundreef ci si è (ri)aperto un mondo, che in tempi come questi fa intravedere una speranza per tutto il movimento musicale e la possibilità di aprire un circolo virtuoso che possa finalmente permettere di tornare ad occuparsi di musica in maniera professionale.