Vengono da Napoli e hanno un lungo percorso fatto di concerti ed album alle spalle. Si chiamano Hydronika. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con loro.
Ciao ragazzi! Come e quando è nato il progetto ‘Hydronika’?
Ciao a voi amici di Soundreef! Gli Hydronika si sono formati nel 2004, con una line up molto differente da quella di oggi, con l’intento di suonare e girare il più possibile. All’inizio infatti, per ‘farci le ossa’ abbiamo cominciato a suonare un repertorio formato esclusivamente da cover, e grazie a questa scelta riuscivamo a mantenere una media anche di 50-60 live all’anno. Poi però, fin da allora, la voglia di misurarci con composizioni nostre si è fatta sempre più forte, e abbiamo pubblicato fino ad oggi, tra un cambio di line up e l’altro, “HYDRONIKA” nel 2006, “ATTRAVERSO” nel 2009, ed “ALBERI DAI MURI” nel 2016,
Come e quando è nato ‘Cobalto’?
“Cobalto” è nato nell’inverno del 2016, a pochi mesi dalla pubblicazione di “ALBERI DAI MURI”. Non volevamo più aspettare tempi troppo lunghi per pubblicare un nuovo disco, e quindi ci siamo rimessi subito a scrivere mentre sul versante live eravamo impegnati a promuovere l’album appena uscito. Abbiamo cominciato a scrivere ed a concretizzare anche alcune idee che erano rimaste fuori dall’album precedente, e mese dopo mese il materiale aumentava sempre di più. Poco prima di cominciare a scrivere i testi dell’album, abbiamo immaginato di scrivere un disco che avesse un unico tema conduttore, e l’idea che questo tema fosse la fuga ci è sembrata subito avvincente.
Come scrivete abitualmente i vostri brani? Di getto o lavorate a lungo sul materiale?
Sicuramente tutto nasce di getto, all’improvviso, ed in questo ci aiutano molto gli smartphone grazie ai quali puoi anche registrare un’idea semplicemente canticchiandola per non perdere il momento in cui ti arriva. Poi pian piano si comincia ad assemblare il tutto, partendo da un giro di accordi, un’introduzione, da una strofa senza ritornello… Come spesso accade, ogni canzone ha una storia tutta sua.
Come è nata la collaborazione con Lino Vairetti, leader storico degli Osanna?
Senza dubbio tutto è partito anzitutto dal fatto che c’è una lunga amicizia che ci lega a Lino, che abbiamo conosciuto nel lontano 2006 partecipando ad un festival per band emergenti organizzato proprio da lui. Da allora non ci siamo mai persi di vista, e di conseguenza chiedere ad un amico di registrare un pezzo con noi è stato un gesto quasi naturale; Lino ha ascoltato alcune idee sulle quali stavamo lavorando ed è rimasto particolarmente affascinato da “COBALTO”, il brano che da anche il titolo all’intero album. Il risultato finale è stato talmente buono che quasi automaticamente abbiamo deciso di usare la canzone come singolo di presentazione del nuovo disco. E poi, essendo noi una band napoletana di rock dalle tinte prog, è ovvio che una band storica come gli Osanna sia stata per noi un punto di riferimento molto importante.
Progetti per il futuro. Prossimo e remoto.
Per quanto riguarda il futuro, sicuramente abbiamo tante cose in ballo; senza dubbio il concerto di presentazione di COBALTO previsto per il 17 dicembre ci sta impegnando molto in termini di organizzazione, prove e di concentrazione. Pian piano ci saranno anche diversi impegni promozionali, ai quali vogliamo chiaramente dare la massima attenzione. Ci sono chiaramente tanti altri progetti e desideri, come quello di realizzare un live, e pubblicare un giorno un lavoro su vinile, una cosa che ci affascina follemente.
Che idea vi siete fatti della scena italiana in questo momento storico?
Da un punto di vista artistico c’è tanta varietà, all’interno di ogni genere musicale puoi trovare composizioni ispirate ed animate da grande convinzione. Certamente è un peccato che ci siano poche strutture per esibirsi dal vivo, il che non consente ad una band di spostarsi molto dalla propria zona di appartenenza; molti direttori artistici e proprietari di locali lamentano un certo distacco da parte del pubblico verso gli eventi live, ed è un peccato perché c’è tantissima buona musica in giro. Chiaramente noi stiamo parlando per quanto riguarda l’underground, poiché il mainstream è tutta un’altra storia. Troppo lunga, tra l’altro.
Impatto della musica con il digitale. Pro e contro.
Siamo e saremo sempre favorevoli al web ed alle possibilità infinite che può dare a chi ha necessità di farsi conoscere. Le piattaforme digitali in questo sono fantastiche, puoi anche reperire produzioni storiche introvabili e questo è un valore immenso. Però forse usarle in eccesso svilisce il fascino di avere un vero disco tra le mani. Ascoltare una canzone diventa un gesto asettico, questo è il rovescio della medaglia; si perde quel momento “speciale” che ti lega a quel disco o a quella canzone, tanto puoi ascoltarla quando vuoi e tutte le volte che vuoi, a danno di una certa poeticità se vogliamo. Per una band underground i pro sono la reperibilità incondizionata da parte di chiunque, ma spesso ti senti dire “non compro il vostro disco, tanto vi ascolto su “Spotify”.
Perché Soundreef?
Perché i tempi cambiano, e le cose devono evolvere o inevitabilmente decadono. Questa situazione stagnante che ci ha spinti a trovare un’alternativa al percorso che per anni ha gestito le royalty in Italia, e che da sempre ci ha penalizzati poiché come tante band minori… non abbiamo mai riscosso un euro nonostante i numerosi live. Mentre eravamo al lavoro su ALBERI DAI MURI diversi musicisti della nostra città ci hanno parlato di voi e ci siamo trovati catapultati nella dimensione che avevamo sempre sognato. Niente costi iniziali, rendicontazione trasparente, niente carte e documenti inutili: ciò di cui ha veramente bisogno una band indie per andare a suonare in giro e ricevere i compensi per le proprie royalty. E’ il secondo album che pubblichiamo scegliendo SOUNDREEF come Collecting alla quale affidare i nostri brani, e siamo sempre più convinti della nostra scelta.