Da poco fuori “Madamoizen”, primo singolo di Horus, interessante rapper di la Spezia. Obiettivo? Scaldare la pista da ballo: Ecco l’intervista.
Ciao! Come e quando è nato il progetto ‘Horus”?
Ciao! Il progetto “Horus” nasce come evoluzione e/o passaggio dal ragazzo chiuso in cameretta a scrivere al ragazzo chiuso nello studio di registrazione a preparare il suo primo disco. È stato anche un adattarsi in questi nove anni dove ho iniziato a scrivere e la scena ha subito un cambiamento quasi drastico. La decisione di buttarsi nel mondo dei grandi viene presa nel 2017 grazie agli amici che venivano ai vari Contest per supportarmi.
Con che idea e qual è stato il percorso che ha portato a “Madamoizen”?
Madamoizen nasce come traccia introduttiva, doveva essere quasi un gioco per far ballare un po’ la gente nei club. Rimanendo musica da club è stata studiata per attirare l’attenzione in vista del lancio delle prime tracce e da qui la decisione in comune di rivisitare il video clip di un famoso rapper spezzino e pubblicarla con poco preavviso.
Ovviamente abbiamo valutato tutti i rischi che può portare un video del genere, tra cui anche ricevere dissensi da un pubblico ma abbiamo deciso di giocare e lanciare il nostro dado nel Rap Game italiano.
Come scrivi abitualmente i tuoi brani? A cosa un autore non dovrebbe mai rinunciare?
I miei brani crescono in parallelo a ciò che provo in un determinato momento della mia vita o della giornata, tutto ciò che mi passa per la testa lo appunto. Scrivo un sacco di idee su fogli o sulle note dell’iPhone rendendole spesso confuse a primo impatto, ma nella mia testa ha tutto un filo conduttore che porta all’obiettivo! Sono alla costante ricerca di qualcosa di nuovo potrei definire il mio disco “lunatico” per la varietà di argomenti che sto scrivendo.
Penso che un autore agli inizi come me non debba mai rinunciare ai propri sogni e a godersi la vita per trarre sempre più ispirazione per i propri scritti.
Come è nata la collaborazione con NK Studio?
La collaborazione nacque tramite Stefano Reis un producer e amico in comune quando gli chiesi se conoscesse qualcuno di valido per rendere reale il mio sogno. Mi disse che in zona se volevo ottenere ottimi risultati avevo bisogno di rivolgermi ai ragazzi di NK Studio e così feci, andai da loro e fu intesa a prima vista! Sono contento di poter lavorare con delle persone che hanno sicuramente un passo avanti rispetto agli altri ed una concezione della musica a 360 gradi il che da a loro sicuramente un vantaggio.
Progetti per il futuro. Prossimo e non.
Sicuramente l’uscita del disco è ciò che di più prossimo possa accadere e voglio assolutamente che ascoltiate.
In un futuro se dovessimo ottenere una grande visibilità vorrei portare delle collaborazioni con artisti che considero molto validi, mi piacerebbe anche portare l’attenzione del pubblico italiano verso La Spezia che ha dato vita a tanti artisti in scena.
Che idea ti sei fatto della scena italiana in questo momento storico?
La scena italiana secondo me si spacca in tre parti. Ci sono i King che hanno portato, dalla strada in televisione, il rap italiano; a seguire la new school che ha portato un sotto genere del southern rap detta anche Trap dando così un po di freschezza. In fine c’è chi cade nel trash definendosi musicista. Ciò che voglio portare io è qualcosa di nuovo arrivando a sedermi un giorno tra i King.
Impatto della musica con il digitale. Pro e contro.
Parliamoci chiaro io sono nato nell’era del digitale, da bambino avevo qualche disco in casa ma il cambiamento è stato improvviso e veloce. Con i primi mp3 la velocità di acquisto e download dai primi digital store non aveva eguali ovviamente questo progresso tecnologico portò a destabilizzare totalmente la vendita fisica arrivando al periodo in cui il formato digitale e la pirateria sembravano aver devastato un business solido.
Poi con i primi siti di streaming musicale si può dire che il mercato musicale si è rinvigorito dando via alla rinascita che stiamo vivendo ora.
Perché Soundreef?
Una politica aziendale di apertura ed una gestione, a mio avviso, più smart del diritto autoriale (soprattutto sul web) mi hanno fatto provare Soundreef. Con la fortissima digitalizzazione che stiamo vivendo l’intermediazione da parte di società di collecting sarà sempre più diretta con i canali di uscita dei contenuti stessi. Questo ha già dato via ad una corretta concorrenza per la gestione della riscossione delle royalties ad autori ed editori. Ha giocato a favore di soundreef il cuore italiano di un’azienda che lavora nel mondo.