Dal 2007 l’ass. Homeless promuove nelle Marche le idee, la creatività e l’originalità di giovani autori e musicisti attraverso il contest Homeless Rock Fest. Abbiamo parlato con uno degli organizzatori, Gianni Sbrascini.
Ciao Gianni, molto piacere. Come nasce l’Homeless Rock Fest? E’ giunto all’11esima edizione ed è un Festival che inizia ad avere una certa tradizione…
Ciao, l’Homeless nasce quasi per gioco appunto circa 11 anni fa dall’Associazione Homeless all’interno di una festa cittadina per iniziativa di ragazzi che facevano della musica la propria passione, componenti di varie band, con l’obiettivo di dare spazio a tutte quelle giovani realtà a quei ragazzi che amavano fare musica nelle cantine e nei garage per dargli uno spazio, un palco.
Nel tempo è diventata poi una cosa molto più seria. Vista la partecipazione e l’interesse delle varie realtà comunali, amministrative e provinciali, abbiamo iniziato ad ingrandire un po’ il giro. Siamo passati da quest’unica serata che facevamo qui a Macerata ad un festival itinerante. Giriamo per i teatri classici antichi della nostra provincia. Ne abbiamo tanti e davvero belli.
I ragazzi sul palco li portiamo tutti. Lo spirito è quello di non fare selezione via ‘Demo’, come spessoaccade nei contest. Li facciamo suonare tutti!
Chiunque si iscrive può suonare dal vivo in uno di questi teatri. Facciamo tre serate di selezione in tre differenti teatri. E poi le semifinali e la finale le facciamo qui al Teatro Don Bosco di Macerata. Abbiamo una giuria itinerante con realtà provenienti da festival musicali e locali di tutta la provincia di Macerata, Fermo, Ascoli e Ancona perchè comunque abbiamo creato nel tempo anche un circuito di Live Club e Festival all’interno del quale facciamo poi suonare le band… Non solo i vincitori. Cerchiamo di far girare quante più band è possibile. Le mettiamo in contatto in realtà.
Questo è il nostro lavoro: sosteniamo e mettiamo in contatto.
Alle finali invece abbiamo una giuria di ulteriore qualità perché vengono etichette, addetti ai lavori e personaggi del mondo della musica italiana, Giacomo Fiorenza di 42Records, Max Collini degli Offlaga Disco Pax, Stefano Pilia degli Afterhours, Gianluca Polverari di Rockerilla, Gionata Mirai del Teatro degli Orrori… e dico i primi che mi vengono in mente.
Cerchiamo di portare sempre qualcuno con cui poi i ragazzi si confrontano.
I primi tre classificati (… e non solamente il primo) hanno la possibilità di registrare il loro DEMO professionale, possono suonare in questi festival ed in questi locali. Questo è quel che facciamo.
Quali sono le differenze delle nuove generazioni rispetto ai musicisti più navigati? Che cosa ti ha colpito nella loro attitudine?
Sono molto più pronti. Sono anche aumentati tantissimo come numero e come generi musicali. Parlo soprattutto del nostro territorio. Effettivamente anche il premio che diamo, il ‘Demo’, è per certi versi superato. Nel senso che i ragazzi di oggi hanno molte più possibilità di registrare e di arrivare ad avere un prodotto di media qualità anche in molti altri modi e sono molto più attenti a fare “scena” nella regione. Si legano molto tra loro e si sostengono.
C’è uno scambio ed un confronto tra tutti ed un approccio “comunitario”. Quando abbiamo iniziato non c’era questo tipo di attitudine, almeno da queste parti. E parlo anche a livello organizzativo… tra Associazioni. C’è una bellissima rete che sostiene la musica dal vivo. Sono fioriti negli ultimi anni molti locali che propongono musica dal vivo. Suonano inediti. Prima c’erano molte più cover band. Ora le band ci provano ed anche chi suonava le cover ora si è convertito e suona brani propri.
Da organizzatore che percezione hai di Soundreef?
Sono stati i ragazzi che ci hanno parlato di Soundreef. Con loro nell’organizzare il Festival si creano dei legami e ci hanno raccontato loro la vostra realtà. Quelli con un po’ più di esperienza e che magari già suonano in giro, molti dei quali sono con voi, ci hanno raccontato di questa realtà con cui si trovano benissimo per la facilità di gestione dei propri diritti d’autore e anche con i locali riescono molto più facilmente a dialogare.
Il tipo di gestione SIAE è molto più burocratica e per un contest come il nostro, è divenuta nel tempo qualcosa di difficilmente gestibile.
La SIAE è sempre apparsa un po’ un impedimento più che un sostegno, soprattutto per queste giovani realtà.
In realtà proporsi ad un locale con SIAE, sia per un locale che per quello che torna a loro, era più un impedimento, un vincolo che un ritorno economico, una facilitazione. Invece con Soundreef è tutto molto più semplice. Ci dicono così. E lo abbiamo visto già quest’anno in cui per la prima volta abbiamo delle band iscritte a Soundreef. E’ stato molto semplice in realtà gestire la serata dedicata alle band Soundreef. Ha avuto un impatto economico molto minore. I ragazzi poi ci dicono che immediatamente il giorno dopo riescono a vedere i loro guadagni. Abbiamo quindi deciso di aprire il contest solo alle band che sono iscritte a Soundreef e non a SIAE, perchè pensiamo sia una risorsa soprattutto per i giovani e giovanissimi che propongono musica nuova e inedita.
E’ una gestione molto più facile per chi vuole organizzare un evento, per gli artisti e per il locale.
Grazie mille, Gianni.
E in bocca al lupo!