Siamo con Giuseppe Ravello, CEO di Sounday, nata come una StartUp solo pochi anni fa e divenuta senz’altro uno degli esempi più interessanti di sviluppo nell’ambito dell’Industria Musicale in Italia e non solo.
Come Soundreef siamo stati ospiti di recente ad un Panel organizzato da Sounday nell’ambito dell’iOFF Festival di Pisa. Ora siamo noi di Soundreef ad invitare voi al Medimex. Due startup che nascono e crescono parallelamente in uno scenario in grossa evoluzione. A Pisa abbiamo avuto modo di parlare di come le tecnologie stanno cambiando i modelli di business. Come vedi tu il futuro della musica in questo senso?
Io credo che per provare a immaginare il futuro della musica sia necessario analizzare con attenzione i fenomeni sociali in genere, tanto dal lato della fruizione quanto dal lato della diffusione di beni e servizi. Il settore dell’entertainement o del food, ad esempio, stanno lanciando chiari segnali di una richiesta da parte del mercato di qualità piuttosto che quantità.
Per quanto riguarda la musica nello specifico, credo che con riferimento al lato fruizione, si passerà a modelli basati sulla “content curation” e ad una esperienza che dia reale esclusività e coinvolgimento. Dal lato della produzione e promozione, penso emergerà chi sarà in grado di offrire agli operatori del settore degli strumenti realmente efficaci di promozione.
Sounday: dagli inizi ad oggi cosa è cambiato e come si stanno evolvendo i servizi che offrite?
In meno di cinque anni dall’inizio dell’avventura i cambiamenti nel settore sono stati notevoli a testimonianza proprio della velocità a cui viaggia la società, l’economia e l’innovazione.
Ad una osservazione attenta delle dinamiche interne all’industria discografica riscontro di certo una maggiore consapevolezza da parte degli operatori, siano essi artisti, etichette discografiche, produttori o manager dei nuovi scenari che l’avvento dell’era digitale ha contribuito ad aprire. Tuttavia, siamo ancora in una fase iniziale di rinnovamento e a fronte di chi, soprattutto la parte emergente e indipendente della discografia, comprende e asseconda in maniera corretta le nuove tendenze, esiste ancora una grossa fetta del mercato discografico che non comprende appieno o è poco incline all’innovazione.
L’offerta dei servizi Sounday è di certo cambiata nel tempo proprio per assecondare i cambiamenti in corso e per tentare di anticipare certe tendenze. Proprio in quest’ottica, negli ultimi mesi abbiamo fatto un grosso lavoro per essere pronti nel brevissimo termine a mettere a disposizione degli operatori un set di strumenti di promozione e vendita basati sul mobile.
Oggi spesso si parla di crisi dell’Industria Musicale ma anche di nuove opportunità? Come è possibile che queste due forze, apparentemente contrastanti, coesistano?
I termini crisi e opportunità coesistono perchè si riferiscono a due punti di vista di analisi differenti. Se fissiamo l’attenzione sui dati di vendita è naturale parlare di profonda crisi: la vendite, a livello mondiale, nel ’97 ammontavano a 25 miliardi di dollari mentre nel 2013 il valore totale è stato di circa 15 miliardi, con le vendite digitali che chiaramente non sono riuscite a rimpiazzare il calo delle vendite del fisico. Se si allarga lo sguardo al mondo dei servizi legati alla discografia (produzione, vendita di strumentazione, video making, etc) si scoprono una serie di attività che valgono globalmente circa 40 miliardi di dollari. Se si allarga ulteriormente l’orizzonte è chiaro come la musica è presente nella vita quotidiana delle persone come mai successo prima e se questo non genera vendite dirette senz’altro ha dirottato buona parte dei budget pubblicitari verso questo settore. Dal lato più prettamente di business, l’enorme numero di startup che nascono con l’obiettivo di introdurre innovazioni tecnologiche e nuovi modelli di business nell’industria discografica è indice della vitalità di questo settore.
Avviciniamoci all’argomento del Panel del 31 Ottobre al Medimex. Cosa pensi della Sentenza del Tribunale di Milano che ha sancito la legittimità dell’attività di Soundreef in Italia e, di conseguenza, ha creato un precedente sul tema della liberalizzazione del Diritto d’Autore?
La sentenza del Tribunale di Milano ha segnato un punto di non ritorno sul tema. Penso sia da considerarsi un evento memorabile: il tema del Diritto d’Autore è sempre stato ad esclusivo appannaggio delle Collecting Societies pubbliche e con un sistema di gestione dei diritti di difficile comprensione. La liberalizzazione del mercato non può che portare ad un sistema più evoluto, chiaro ed efficiente di gestione del diritto: Soundreef ne è la prova lampante.
Credi che una liberalizzazione del Diritto d’Autore possa essere una buona cosa per gli artisti, etichette, distributori, organizzatori, booking e promoter? Se si, perchè?
Assolutamente si. La gestione del Diritto d’Autore è il segmento della discografia più arretrato. La sua liberalizzazione avrà un grosso impatto su tutti gli operatori del sistema e contribuirà all’evoluzione del sistema stesso. Una gestione del Diritto basata su strumenti tecnologici porterà a riduzione dei costi, efficienza di gestione delle varie attività in primis concerti e broadcasting, velocità di attribuzione dei diritti e soprattutto equità nel riconoscimento grazie a misurazioni certe e puntuali.