Anche Quadraro Basement e Gel passano a Soundreef
Siamo ormai a ridosso del #30settembre, data ultima per gli associati SIAE per inviare il modello di recesso/dimissioni ed iniziare ad utilizzare i servizi Soundreef a partire dal 1 gennaio 2017.
E’ splendido per noi vedere quanti sono in queste ore gli artisti che ci stanno scrivendo e chiamando per chiedere informazioni e che stanno annunciando il proprio passaggio a Soundreef.
Tra questi anche Quadraro Basement, storico studio di produzione in ambito hip hop a Roma, e Gel, ex componente dei Truceboys.
Grazie anche a loro per la fiducia!
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Fuzzy del Quadraro Basement e Corrado, in arte Gel, per fare due chiacchiere e chiedergli il perché della propria scelta.
Ciao Fuzzy e ciao Corrado, innanzitutto grazie di essere qui. Come mai avete scelto di passare a Soundreef per la gestione delle tue royalty?
FUZZY: Abbiamo scelto di passare a Soundreef perché dopo tanti anni di discografia di eventi live e passaggi televisivi con i nostri artisti non ci siamo mai sentiti supportati adeguatamente da chi doveva tutelare i nostri diritti d’autore. C’è sempre stata poca chiarezza. Non si capiva mai con quale criterio SIAE lavorasse.
Per questo per la tutela e la ripartizione delle royalty ho preferito che il Quadraro Basement con tutti i suoi artisti aderissero a Soundreef perché è una società moderna che ha tutti i mezzi necessari per farti avere i tuoi resoconti in tempo reale dovunque tu sia. Sarà il futuro in questo settore.
GEL: Non ho mai provato simpatia per la SIAE. La vedo come un qualcosa di antico. Come la DC. La associo all’idea che ho di Sanremo.
Soundreef è una piattaforma nuova, fresca e attenta a ciò che sta succedendo oggi nella musica.
Siamo in un’era in cui l’autore salta parecchi passaggi ed ha iniziato a fare da solo molte delle cose di cui prima si occupavano le etichette. Siamo in un’era digitale. Ora attraverso Soundreef un autore può avere report precisi ed analizzare tutti i passaggi della propria musica in modo semplice e veloce. E’ possibile avere una rendicontazione pulita e linda.
Senza parlare del fatto che i ragazzi di Soundreef sono disponibili ed efficienti.
Per questo io e Quadraro Basement abbiamo deciso di strizzare un occhio al nuovo.
Corrado, parlando di musica invece, la tua storia inizia ad essere piuttosto lunga. Ci racconti come è cominciato tutto?
GEL: Nel lontano 2001 con altri due compagni di “merende“ per gioco ci incontravamo a casa del nostro dj. Eravamo in 4: io ed altri tre compagni.
Provavamo sulle basi americane. Ci dilettavamo. C’era un clima molto goliardico.
Eravamo i Truceboys.
Poi dopo abbiamo conosciuto artisti che stavano un bel pezzo avanti a noi: Danno dei Colle der Fomento, il Gufo, Cina (che ora si chiama Amir), Sparo e Primo Brown.
Ci siamo un po’ agganciati a loro anche se noi la buttavamo sempre sul lato non professionale. Era tutto un po’ a schernire quelli che erano i canoni del rap. Questo, per assurdo, ha creato uno stile ben definito.
Nel 2003 entra Noyz. I Truceboys registrano “Sangue”, un disco che poi è diventato un cult.
Cosa è cambiato nella tua carriera solista?
Io ho sempre strizzato un occhio anche ad altre sonorità. Uscivo dal rap. Mi piaceva anche fare altro.
Con la mia ex moglie “Legayon”, avevo fatto un cd che si chiamava “Just Married”. E nel 2006 avevo registrato “I più corrotti” con Metal Carter.
Nel 2008 per Sony è uscito il mio album solista “Il ritorno”. “Lei”, il brano che fu scelto come singolo, entrò in classifica su Radio DJ e fu trasmesso in programmazione su MTV. Un anno fa Morgan ha assegnato il brano ad un gruppo che gareggiava ad X Factor.
Il disco ha avuto un discreto successo ma non c’è stata una strutturazione verso un discorso un po’ più definito. Abbiamo lavorato in modo non troppo quadrato per il mercato mainstream e forse io non ero pronto ad affrontare una situazione del genere. “Lei”, il singolo estratto, è un brano che comunque è rimasto nelle orecchie della gente, ancora oggi, ma io non ho dato seguito a ciò che avevo fatto. La colpa se di colpa si tratta al 75% è stata mia.
Se avessi firmato oggi ora starei a cavallo.
Nel 2012 è uscito poi un EP solo in digitale dal titolo “Mirò”. Da questo EP è stato estratto anche un video che ha fatto molto discutere perché mi sono vestito da donna e i fondamentalisti hanno storto il naso. In questo EP ho cantato. Sono sempre stato schizofrenico, musicalmente parlando.
Dopo questo EP c’è stato un po’ di silenzio. Ma mi sono dedicato a molte altre cose. Nel 2014 avevo quasi deciso di smettere. Questo perché non c’era stata la risonanza che pensavo di meritare, ma soprattutto perchè non mi realizzavo artisticamente con quello che facevo.
Nel 2015 invece ho partecipato all’album di Fabri Fibra “Squallor”.
Questa collaborazione con Fabri Fibra mi ha dato fiducia. A volte gli eventi esterni possono essere utili a dare nuova linfa.
Questo incontro è stato cruciale: ho imparato da lui ad avere un approccio professionale. Fabri Fibra è uno dei pochi che ci ha fatto veramente i soldi e pure meritati devo dire…
L’ho seguito anche dal vivo in un paio di date del tour in cui sono salito sul palco a cantare il pezzo.
Come è nato l’incontro con Quadraro Basement?
GEL: L’incontro con Fuzzy e quindi con il Quadraro Basement è stato fondamentale.
Io sono stato il primo nel 2005 ad entrare nel Quadraro Basement. Con Fuzzy ci siamo trovati subito e nel 2006 ho prodotto e registrato lì “I più corrotti”, l’album con Metal Carter. Da lì in poi sono entrati tutti gli altri ed è nata una collaborazione ed un’amicizia.
Nel 2016 è poi uscito “Io non sono buono”, il tuo nuovo album…
GEL: Si, nel 2016 è uscito per Believe Digital/Quadraro Basement “Io non sono buono”. Da questo disco abbiamo tratto tutti i video possibili immaginabili: 8 videoclip.
E’ un disco che vuole essere un ritorno ad uno stile hardcore senza però risultare troppo macchietta. Ho un’età. (n.d.r. ride)
Ora ho un altro stile di vita. Volevo fosse autentico. Quando scrivo i testi sono istintivo e vero e non volevo fare l’attore ed interpretare me stesso.
Nell’album ci sono i featuring di Fabri Fibra, Noyz, Julia Lenti, Lucariello, Richard Green.
E’ un disco che arriva in un momento in cui io faccio anche tante altre cose parallelamente.
Faccio la comparsa nel cinema e ho anche un lavoro B che è la mia occupazione attuale… diciamo un lavoro nel sociale.
Io ho ricominciato a fare rap perchè avevo una spina di pesce in gola e, a parte le sfide personali, ho sentito l’esigenza di tornare a vestire questi panni.
So che è passato del tempo, ci sono tanti giovani che spaccano ma io non voglio competere con nessuno. Voglio solo assecondare il mio lato artistico, che oggi sto convogliando anche in varie altre forme di espressione come la recitazione.