Rock sul Serio è uno dei principali festival musicali dell’estate bergamasca, dedicati alla musica indipendente italiana.
L’edizione 2017 apre con una serata interamente Soundreef. Due band sul palco: Fuzz Orchestra e Northway.
Per l’occasione abbiamo avuto occasione di intervistare la Fuzz Orchestra, appena tornata da un Tour in Giappone.
Gli abbiamo chiesto come è andata e cosa dobbiamo aspettarci dal loro nuovo tour estivo.
Ciao ragazzi, siete di recente tornati da un Tour in Giappone. Che tipo di esperienza è stata?
È stata un’esperienza fatta di sensazioni contrastanti: per un verso ci siamo resi conto che il pubblico giapponese è molto interessato ed incuriosito dalla nostra proposta, dall’altro che lì manca completamente una scena underground, pur essendoci un’infinità di locali in cui suonare. Ci è sembrato che ci fosse molta più offerta che domanda, più gente sul palco che sotto. Un’altra cosa piuttosto strana, che conferma la non esistenza di una “scena” underground, è che gruppi di cui siamo peraltro amici, come Acid Mother’s Temple o Melt Banana, abbastanza noti in tutto il resto del mondo, facciano fatica ad avere gente ai loro concerti giapponesi e siano spesso sconosciuti ai promoter stessi.
In ogni caso, un’esperienza che volevamo fare, quindi tutto bene.
Quando andate in giro per il mondo a suonare quali sono le principali differenze che trovate con l’Italia? Nel bene e nel male ovviamente…
Dal nostro punto di vista posso dirti che, passando in secondo piano l’elemento testuale per diversità linguistiche, la gente “entra” maggiormente nella musica, ballando o comunque vivendola in materia più corporea. Per il resto, per quanto riguarda il concerto in senso stretto, non ci sono molte altre differenze.
Allargando il discorso, in Italia sicuramente le band godono di un’accoglienza, dal punto di vista del cibo, del bere, etc., che in Europa non sempre si trova, specialmente a livello di underground. Questo è uno dei motivi per cui molte band straniere sono attratte dall’idea di fare tour nel nostro paese.
Che tipo di importanza hanno i festival, come Rock Sul Serio, sul territorio che danno spazio alla scena indipendente?
Sono una realtà molto importante, specialmente quando il festival estivo raccoglie e potenzia il lavoro svolto sul territorio dalle venues durante la stagione. È un lavoro importante, che permette ai festival di avere un pubblico già abituato a certe proposte, senza che gli organizzatori debbano necessariamente chiamare il nome “grosso”, che ha poi magari poco a che spartire con lo spirito “indipendente”.
Che cosa deve aspettarsi chi verrà a vedervi dal vivo il 19 a Rock Sul Serio?
Un’ora circa di musica e parole inequivocabili.