Vengono da Genova e suonano un electro swing vitale con venature pop di ottima fattura. Si chiamano Free Shots. Abbiamo avuto modo di incontrarli e di scambiarci qualche parola.
Ciao ragazzi, come nascono i Free Shots?
L’idea originale è del bassista Luca Caracciolo, che ha da subito trovato nella voce di Giuditta Frigerio l’elemento intorno al quale costruire il repertorio. Nel tempo ci sono stati alcuni avvicendamenti fondamentali tra gli altri componenti; sono entrati a far parte del gruppo Alberto Ansaldo, tastiere, violino e fisarmonica, Mattia Ciuffardi alla batteria e Guglielmo Cassinelli alle chitarre.
Con l’attuale formazione abbiamo trovato un’ottima intesa, che va ben al di là dell’ambito strettamente musicale. Questo ci ha permesso di crescere nelle idee e nel sound, il nostro iniziale Modern Swing ha subito influenze Electro Swing e Pop, come si può facilmente notare ascoltando il nostro disco, uscito il 5 maggio.
L’album Vorrei tanto dir è, per l’appunto, frutto di queste nuove contaminazioni e di un grande lavoro creativo che ci ha impegnato per più di un anno.
Cosa pensate del fenomeno Electro Swing in Europa? Che tipo di derive possono nascere a vostro avviso nei prossimi anni? Quali sono le band con cui trovate più affinità?
L’Electro Swing è in voga da diversi anni in Europa, sta avendo un successo incredibile ed è molto ascoltato. Ultimamente non sono usciti nuovi nomi forti nel genere, ma a nostro avviso ciò è dovuto al fatto che un genere musicale non possa perpetuare se stesso, altrimenti è destinato a morire. Servono idee nuove ed originali. I parigini Caravan Palace sono un esempio di lungimiranza in questo campo.
Attualmente avvertiamo influenze più spiccatamente Hip Hop provenienti dal Regno Unito e dalla Francia; citiamo a tal proposito i Jenova Collective, band che abbiamo avuto il piacere di ospitare in una delle nostre feste a Genova.
In Italia le derive potrebbero essere differenti rispetto al resto d’Europa, c’è una forte tradizione legata alla “canzone” che ha influenzato anche il nostro disco Vorrei tanto dir. Come spesso accade, qui da noi la moda è arrivata in ritardo, basti pensare al successo che ha avuto in questi mesi il brano All Night di Parov Stelar, uscito nel 2012. Band come gli Swingrowers sono però attive sul nostro territorio già da diversi anni, così come i The Sweet Life Society, torinesi pionieri dell’Electro Swing nostrano, con i quali abbiamo il piacere di collaborare una volta al mese a Genova in occasione delle feste-evento “Swing Circus”.
Come è stata l’esperienza al Goa Boa prima dei Caravan Palace?
Dice Springsteen: “abbiamo imparato di più ascoltando tre minuti di registrazione rispetto a quello che abbiamo appreso durante la scuola”. E’ andata proprio così. I Caravan Palace, oltre ad essere persone molto disponibili e cordiali, e per questo fuori dagli schemi, ci hanno insegnato molto in poche ore. Per di più quella sera ci ha aperto la strada verso una nuova consapevolezza del nostro potenziale. E’ stata una tappa fondamentale per il nostro percorso.
Cosa pensate della scena italiana oggi? Che musica c’è in giro? Quali i segnali positivi, a vostro avviso?
La scena italiana sta vivendo un’età dell’oro, secondo alcuni il futuro è rappresentato dalla Trap music, che in effetti sembra saper parlare in maniera molto diretta ai più giovani, come nessun altro genere riesce a fare in questo momento.
Noi ci sentiamo però più coinvolti emotivamente dal cantautorato nostrano, che ultimamente ha visto sbocciare artisti dei quali, siamo convinti, si parlerà per molti anni, per citarne due: Motta e Calcutta.
Nel suo piccolo anche a Genova stanno fiorendo realtà importanti, il talento e le idee non mancano e chissà che il recente successo degli Ex Otago non possa aprire la strada ai tanti altri artisti meritevoli di attenzione.
Perché Soundreef?
Perché crediamo nelle nuove tecnologie e volevamo una procedura innovativa, semplice, rapida, precisa.
Poi quando abbiamo scoperto che da quest’anno gestite anche radio, TV e licenze miste SIAE/Soundreef (fondamentali per noi che facciamo spesso cover) allora non abbiamo avuto più dubbi.
Grazie mille, ragazzi. In bocca al lupo!