Torna ‘Sound tools’, la rubrica sul blog di Soundreef dedicata agli strumenti musicali e a chi li costruisce o ci aiuta a tenerli in ottimo stato. Oggi con noi: i ragazzi di ‘effettidiclara’.
Ciao, qual è la storia di effettidiclara? Quando avete avuto l’idea di creare un laboratorio di progettazione e costruzione di effetti per strumenti musicali?
E’ nato un po’ per gioco, un po’ per necessità… suonavamo entrambi ai tempi del liceo, eravamo appassionati (e lo siamo ancora!) di strumentazione, suoni… effettistica. Abbiamo iniziato modificando pedali esistenti, un po’ perché ci divertiva sperimentare, un po’ perché non potevamo permetterci strumentazione troppo costosa, quindi compravamo pedali usati a buon mercato e cercavamo di farli suonare meglio. La cosa è andata avanti diverso tempo, dalle nostre cose siamo passati a modificare pedali di amici, poi di amici di amici, poi di amici di amici di amici… Ai tempi dell’università abbiamo iniziato a lavorare su progetti nostri, cercando di sviluppare qualcosa di originale, durante il giorno studiavamo e lavoravamo, quindi ci vedevamo la sera in uno scantinato allestito a laboratorio, e lavoravamo ai nostri pedali. Finita l’università abbiamo pensato che sarebbe stato bello poter fare di giorno quello che facevamo la sera nei ritagli di tempo, così abbiamo allestito un piccolo laboratorio dove è iniziata ufficialmente l’avventura effettidiclara.
Avete una vostra filosofia che accompagna il lavoro di creazione e modifica degli effetti?
La nostra filosofia è quella di cercare di creare pedali che abbiano una loro personalità, un qualcosa di distintivo, delle caratteristiche che li rendano riconoscibili, il più possibile unici.
Consigli per i musicisti in Tour. Che caratteristiche deve avere la propria pedalboard? Esiste il setup perfetto? Ci fate qualche esempio?
Il setup perfetto non esiste, tantomeno quello definitivo. Ed è un bene che sia così! Esiste il setup più utile per un certo periodo, quello più adatto ai suoni che si cercano in quel momento, ma siamo convinti che il propio setup debba essere uno strumento per ottenere quello che si sta cercando di volta in volta, una potenzialità, mai un vincolo per il musicista. Siamo convinti che sia sempre un bene evolversi in musica, e conseguentemente adattare il proprio setup alle necessità espressive quel periodo, mai il contrario.
Quali sono i lavori che vi sono più rimasti nel cuore?
Beh abbiamo fatto molte cose, cablaggi pedaliere, realizzazioni custom, ma sicuramente lo sviluppo di un pedale è la fase più stimolante del nostro lavoro, mesi e mesi a lavorare su un progetto, cercando di ridurre di volta in volta la distanza tra il suono che hai in testa e quello che ottieni coi vari prototipi, finché non arrivi al momento in cui senti che è lui: un nuovo pedale! Ci sono progetti che hanno rappresentato lavorativamente una piccola svolta, per la sfida nello sviluppo o semplicemente per resa sonora, e ciascun pedale è come un piccolo figlio, non sapremmo sceglierne uno tra gli altri.
Avete conosciuto molti musicisti in questi anni di attività. Che idea vi siete fatti delle loro esigenze? E quali sono le caratteristiche che solitamente vi colpiscono in un musicista?
Si, abbiamo conosciuto e collaborato con molti musicisti, con alcuni di loro abbiamo sviluppato un rapporto che valica i confini del supporto tecnico, cercando di abbracciare la specifica ricerca che ciascuno portava avanti in quel momento. Sicuramente una caratteristica che sempre ci affascina, ed è requisito fondamentale affinché possa instaurarsi una collaborazione, è la ricerca di un linguaggio che sia proprio. Stimiamo chi cerca costantemente di costruire un linguaggio musicale che sia proprio, distintivo, originale. Crediamo fortemente nel “support your own tone”.
Progetti per il futuro.
Migliorarsi, sempre.
Grazie ragazzi. In bocca al lupo!