Tra i tanti artisti e musicisti che stanno scegliendo Soundreef c’è anche Edoardo Musumeci, chitarrista dei Tinturia. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con lui e di farci raccontare le sue impressioni sul momento attuale della scena musicale in Italia.
Ciao Edoardo, tante sono le tue esperienze musicali. Ce le racconti in breve?
Certo, volentieri! In breve sono un chitarrista/producer siciliano. La mia attività comincia nel 1996, ed ho avuto la fortuna di suonare sia live che in studio con alcuni tra i maggiori esponenti della scena musicale della mia regione, per citarne qualcuno: Vincenzo Spampinato, Mario Incudine, Brando, Archinuè, Matteo Amantia (ex Sugarfree), Roy Paci e molti altri.
Dal 2012 faccio parte della storica band Siciliana Tinturia, con la quale ho all’attivo vari Tour, tre album, uno in studio e due dal vivo, e varie partecipazioni in colonne sonore per il cinema. Da qualche anno mi occupo anche di produzione artistica, ambiente nel quale comincio a muovere timidamente i primi passi. Per chi ne volesse sapere di più: www.edoardomusumeci.it.
Come ti sembra oggi la scena musicale in Italia? Che cosa è cambiato negli ultimi anni e in che direzione ti sembra stia andando?
La scena musicale Italiana, ad oggi, mi sembra piuttosto “confusa”. C’è un grande bacino Indie che contiene materiale veramente interessante, al quale si mischia quello che io chiamo il “finto indie”, che spesso va a confluire nel grande calderone della Musica d’autore. La scena pop vede i grandi nomi che continuano a macinare risultati relativi anche al fatto che possono permettersi di vivere in qualche modo di “rendita”. E’ cambiato totalmente anche il modo di “produrre”. E’ praticamente scomparsa la figura del produttore alla vecchia maniera, quello che scovava un “talento” ed investiva su di lui, oggi si cercano altre vie (ad esempio Musicraiser) per finanziare progetti che partono da un’idea dell’artista che viene solitamente messa in “bella copia” da un buon produttore artistico. Le Major si occupano per lo più di lavorare alla “distribuzione” di un pacchetto finito, qualora secondo loro, ne valga la pena.
La scena al momento è decisamente in una fase calante (anche a causa dei Talent) ed il nostro caro “animale musica” sta cercando il modo di trovare una posizione stabile che in qualche modo permetta di nuovo agli artisti ed ai fruitori di “conoscersi” senza il “filtro/lavaggio del cervello” applicato dalla tv.
Catania, Palermo e la Sicilia in generale hanno sempre avuto un ruolo di primo piano nella scena musicale italiana. Come mai secondo te? E’ cambiato qualcosa oggi rispetto a qualche tempo fa? Se si, cosa?
Questa è una bella domanda che meriterebbe un discorso molto lungo. In realtà sintetizzerò il tutto rispondendoti che secondo me, la Sicilia contiene un’energia che non puoi spiegare: esiste qualcosa di veramente forte e stimolante nell’aria. Saranno i luoghi, il paesaggio, il sentirsi “isolani ed isolati” che ci induce a voler gridare al mondo “la nostra”. Credo che i nostri predecessori abbiano fatto sacrifici enormi per potersi connettere con l’industria musicale del “nord” che rappresentava l’unica via, e che il loro successo sia dovuto anche al fatto che sono stati bravi ad esportare le proprie idee e renderle in qualche modo di dominio pubblico. Qui in Sicilia chi fa musica per professione inizia a sentire l’esigenza di essere “in regola” non solo fiscalmente ma anche come artisti in grado di farsi rispettare, sono nate cooperative (Io personalmente faccio parte di DOC SERVIZI) che permettono finalmente di rendere “regolare” la figura più sregolata, quella del musicista. Non ti nascondo che oggi le cose stanno cambiando, sia a causa di Internet, sia perchè siamo un pò stanchi (e te lo dico da semplice “chitarrista/suonatore di corde” manovale della musica ma anche da produttore artistico) di sapere che abbiamo un enorme potenziale qui in Sicilia e che non ci siano strutture (etichette, case di produzione) che possano in qualche modo evitare di farci sentire lontani da tutto e da tutti. Per questo si parla di “Continuità” anche se credo che la direzione futura sia quella di provare a non aver bisogno di costose passeggiate a Milano e Roma, solo per proporre il nostro operato e le nostre “idee”.
Come mai hai scelto Soundreef per gestire i tuoi diritti d’autore?
Si… Sono passato a Soundreef perchè sono un artista e credo di voler gestire la mia “arte” autonomamente. Senza entrare troppo nel merito, mi piace l’interfaccia Soundreef, mi piace l’idea di compilare i borderò online e di avere sempre chiara la situazione contabile. Non mi piace la dinamica attuale della SIAE in relazione alla gestione dei concerti nei club, in sede di feste private, matrimoni ecc…La SIAE è diventata, più che un aiuto, un ostacolo, secondo me, per chi vive di musica e per chi decide di ospitare musicisti nel proprio locale. Mi piace inoltre l’idea dell’assenza di un “monopolio” e quindi la possibilità di “scegliere” ed auspico che tutto ciò venga in qualche modo “accettato” e vissuto come un vero stimolo a migliorare da parte della struttura SIAE. Per la mia musica voglio dar retta al mio istinto e seguire la linea fresca e moderna di Soundreef.
Grazie mille, Edoardo!
A presto, Federico e grazie mille per la chiacchierata.
Buona Musica.