“Governo ancora aggrappato ad un monopolio vecchio di 125 anni. Il mercato dei diritti d’autore, ormai, è aperto e quella della liberalizzazione è una strada senza ritorno”. Lo sostiene Soundreef, la società fondata da Davide D’Atri e autorizzata dalle autorità inglesi a operare sul mercato europeo dei diritti d’autore in ambito musicale.
Lo scorso 3 marzo 2017, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Decreto Legislativo che recepisce la Direttiva Barnier con la quale la Comunità Europea ha inteso garantire ad ogni autore europeo la libertà di scegliere a chi affidarsi per la gestione dei propri diritti d’autore.
Soundreef non condivide la scelta del Governo italiano che, a nostro avviso, ignorando i principi cardine della Direttiva Europea, perde una grande occasione di far rotta verso il futuro e sceglie di
restare anacronisticamente aggrappati al passato, ad un monopolio vecchio oltre 125 anni che sin qui ha garantito i diritti di pochi – i più ricchi e famosi – ed imposto a tanti – soprattutto i più giovani – di subire regole del gioco scritte da altri, passivamente ed in totale assenza di ogni alternativa.
Ma il mercato dei diritti d’autore, ormai, è aperto e quella della liberalizzazione è una strada senza ritorno.
Ottomila autori italiani, il 10% degli iscritti a SIAE, hanno scelto Soundreef mentre migliaia di altri li seguiranno a breve.
Il decreto di recepimento, d’altra parte, riconosce espressamente ai titolari dei diritti la libertà di scegliere a chi affidarsi per la gestione dei propri diritti.
E, egualmente, migliaia di utilizzatori sono, ormai, abituati ad acquistare diritti d’autore in modo semplice, chiaro e trasparente, online, su www.soundreef.com e difficilmente torneranno indietro.
Senza dire che il decreto di recepimento della Direttiva non solo riconosce espressamente cittadinanza nell’Ordinamento italiano a entità di gestione indipendente dei diritti come Soundreef ma
riconosce loro altresì il diritto di raccogliere i dati di utilizzo della musica direttamente dagli utilizzatori senza alcuna mediazione di S.I.A.E, consentendo così la nascita di una sana concorrenza nella rendicontazione dei compensi degli autori ed editori.
Le nuove regole, peraltro, non convincono la Commissione europea che ha già rappresentato all’Italia i propri dubbi e perplessità, manifestando l’intenzione di aprire un’ennesima procedura di
infrazione contro il nostro Paese se non si allineerà alle regole della Direttiva europea.
E’, dunque, solo questione di tempo e poi, come già accaduto tante volte in passato, sempre a proposito di SIAE e di diritto d’autore [si vedano la vicenda del famigerato bollino SIAE e quella del
compenso per copia privata] Bruxelles o, meglio, la Corte europea di Lussemburgo farà giustizia, indicando la strada maestra da seguire e ordinando al nostro Paese di tornare indietro.
Nel tentativo di evitare tanta inutile confusione avevamo proposto a Parlamento e Governo di lasciare pure che SIAE incassasse i compensi dovuti ai nostri mandanti ma a condizione che quest’ultima ce li versasse entro trenta giorni. Non c’era e non c’è, infatti, nessuna ragione per la quale si possa garantire a SIAE il diritto di trattenere per mesi, o addirittura per anni, soldi che non le competono in attesa, un giorno, di ripartirli a favore dei titolari dei diritti. Inutile dire che la nostra proposta è stata lasciata cadere nel vuoto.
E ora? Che succede? Sono le domande che ci pongono da giorni giornalisti, autori, editori, addetti ai lavori e gente comune che negli ultimi mesi ha condiviso con noi la battaglia per un mercato libero, aperto e trasparente.
La priorità nostra e, ci auguriamo, di tutti quanti hanno a cuore musica, ingegno e creatività è evitare caos, confusione ed incertezza.
Vale la pena, quindi, partire dai pochi punti fermi, incontestabili e inequivocabili: i diritti d’autore affidati in gestione alla Soundreef ltd da titolari dei diritti che non hanno mai dato o hanno
revocato il mandato alla SIAE non possono essere usati senza una licenza firmata da Soundreef o direttamente dai titolari dei diritti.
Né SIAE, né nessun altro può concedere in licenza i loro diritti.
E questo vale che si tratti di eventi live, di musica di sottofondo o di quella diffusa dai broadcaster.
Lavoriamo quotidianamente con moltissimi utilizzatori e tuteleremo gli interessi dei titolari dei diritti che ci hanno dato fiducia ed ai quali abbiamo promesso trasparenza e riparto rapido ed
analitico dei propri compensi. Ma non finisce qui. Chi, come noi, ha l’innovazione nel proprio patrimonio genetico è abituato a fare di regole restrittive e anacronistiche,
vincoli normativi e legacci un’opportunità ed uno stimolo per continuare ad innovare.
Stay tuned, dateci qualche settimana e torneremo a sorprendere. Una nuova rivoluzione, più grande e più dirompente di quella che abbiamo promosso sin qui perché le leggi dovrebbero servire a governare il futuro e non a tentare di imbrigliarlo.
Qualcuno ha titolato che la storia è finita venerdì.
Noi diciamo che la storia è appena iniziata.
Indietro non si torna. Mai.
A presto,
The Soundreef Team.