Tanti sono i nuovi artisti che si stanno affidando ai nostri servizi per gestire le proprie royalty.
Abbiamo incontrato l’MC milanese Demo e abbiamo avuto occasione di scambiare qualche parola con lui.
Come e quando nasce Demo MC?
Demo nasce artisticamente nel 1997. Ho avuto la fortuna di vivere quella che in molti chiamano “Golden Age”, quella degli Articolo 31, dei Sottotono, Otierre, Sanguemisto, ecc..insomma, quel periodo che gli over 30 ricordano benissimo. Ho iniziato un po’ per gioco, mi incuriosiva sempre di più la scrittura ed il comporre beat, fintanto che con un coetaneo di allora iniziai a produrre brani che facevo ascoltare distribuendo cassette (prima) e poi CD in ogni occasione (da JAM a feste o eventi più contenuti).
Parliamo di Trap e di Hip Hop. Quali ti sembrano le novità più interessanti in Italia e nel Mondo?
La coesistenza di questi due mondi a me piace un sacco. Non sono uno di quei nostalgici che se al posto di un sample alla “vecchia maniera” sente un synth allora urla al terrore, proprio come dico in “Skippa”. Mi piace, in Italia lo abbiamo scoperto da 2 anni ma non è una novità a livello Globale, e per le influenze elettroniche che ho io mi ci trovo bene nel mezzo. Qui ci son tanti giovanissimi che sanno il fatto loro, spuntano come funghi e l’immediatezza nell’avere strumenti e possibilità di farsi ascoltare gli da sicuramente un vantaggio non indifferente.
L’unica cosa su cui faccio leva da sempre sono i contenuti: spesso si è troppo superficiali e si da più peso all’essere “swag”: non bisogna interrompere il voler comunicare qualcosa, la musica è anche questo no? Soprattutto il rap ed i suoi derivati. Poi ci sono altrettanti che son rimasti più fedeli a sonorità più “hip hop” e va benissimo. Nel mio iPhone ci puoi trovare i Gangstarr insieme a Future, 2 Pac insieme a SCH ecc..e tanto altro di completamente opposto.
In generale come ti sembra la scena italiana oggi?
Quali sono le caratteristiche positive di questo momento storico?
Oggi c’è un’attenzione forse mai vista prima, ed io sono contentissimo per chiunque, dico sul serio.
Da sempre non capisco il perchè si debba rifiutare attenzione mediatica quando, se assente, ci si lamenta di non averla a discapito di tanti altri artisti pseudo-pop. Le classifiche parlano chiaro, l’attenzione sui Social e tutto il mondo 2.0 oggi vede sempre uno o più artisti della scena pronti a presidiare: che siano giudici ad un Talent o “Best Influencer” sui Social, presentatori a manifestazioni importanti, conduttori radiofonici e così via.
Ad esempio io ora sto rispondendo a te e vorrei avere almeno altre 10 interviste in coda, e lavoro giorno e notte per questo (oltre a lavorare come impiegato durante il giorno): non potrei mai essere contrario, so cosa vuol dire trovare tempo e forze per far funzionare tutto e puntare, chiamiamolo col suo nome, al successo. Di positivo poi ci sono anche le collaborazioni con generi e Artisti che anni fa un po snobbavano tutto questo, mai si sarebbero sognati di fare un feat. con un rapper. E pure, le hit, oggi arrivano da questo mix (e spesso dietro ci sono beatmaker che per anni hanno prodotto solo Rap).
Quale è secondo te il confine tra ‘mainstream’ ed ‘underground’?
Cosa contraddistingue questi due mondi oggi?
Potrei riallacciarmi al discorso precedente dicendoti che per me questa distinzione è piuttosto assurda. Ma c’è sempre stata: se non sei nessuno sei undeground, se vai in classifica sei mainstream. Punto. E’ così da sempre: c’è chi prima criticava l’essere “commerciale” ed oggi è più commerciale delle figurine Panini. I confini ci sono perchè qualcuno li crea: io sono più per la convivenza, che spesso porta anche a creare contenuti originali e di qualità.
Perchè Soundreef?
Perchè come si evolve la musica, il rap, si evolve tutto. Anche la gestione dei Diritti e la Tutela degli stessi. Trovo il progetto Soundreef interessante, facile e soprattutto in linea con l’evoluzione Digital tipica di questi ultimi anni ed un monitoraggio ben strutturato. Bravi e naturalmente grazie per l’invito!