Continuano i nostri incontri con gli organizzatori di eventi live. Il nostro obiettivo? Vogliamo sentire e far sentire le loro voci per far luce su quali siano le reali problematiche e le impellenti necessità del settore. Oggi abbiamo avuto il piacere di parlare con Valentina del Libertine di Campobasso.
Ciao Valentina, raccontaci un po’ di te. Che tipo di eventi organizzi? Dove? Con che frequenza?
Ciao. Sono Valentina Veleno, titolare di un caffè boutique a Campobasso, il Libertine. Io e il mio compagno ci sforziamo di offrire eventi culturali di vario genere, dai live (ogni venerdì da 4 anni), alle serate letterarie, dai cineforum a mostre o corsi. I live sono ormai la costante del nostro locale, e la gente ci identifica con essi. C’é da tener presente che quando abbiamo iniziato qui non c’era la mentalità dei live. Comunque pian piano i risultati si sono visti, anche se i guadagni sono minimi rispetto al dispendio di energie fisiche e mentali, costi della merce, dei dipendenti e dei diritti d’autore. Chi fa questo genere di eventi come noi lo fa soprattutto per passione e infatti chi intraprende la stessa strada per fare del business lascia perdere dopo pochi tentativi.
Come funziona l’organizzazione di un concerto di musica dal vivo? E’ cambiato qualcosa in questi ultimi anni? Se si, cosa?
Molti credono sia facile organizzare eventi, qualche telefonata e via. Chi ci sta dentro invece, e vuole offrire degli eventi di livello, sa quante energie bisogna dedicare alla scelta dei gruppi, anche e soprattutto perchè bisogna capire il proprio target di riferimento, studiarlo e studiare le nostre mosse ogni giorno. Per quanto riguarda i nostri cambiamenti, ad oggi cerchiamo di preferire i gruppi inediti lasciando comunque spazio ai gruppi locali.
Come vi mettete in contatto con gli artisti che volete far suonare? Passate attraverso agenzie di booking o siete soliti mettervi in contatto direttamente con gli artisti stessi?
Sono ormai quattro anni che facciamo live ogni settimana ininterrottamente. Lavoriamo con diverse agenzie ma ci contattano anche direttamente le band.
Cosa significa curare la direzione artistica di una venue? Che tipo di rapporto c’è con il pubblico abituale?
Essere direttore artistico e titolare di un locale non è un’impresa facile. Alla base deve esserci una forte passione e propensione ai rapporti interpersonali. Il nostro pubblico sa di trovare spettacoli e live di livello, in un ambiente caldo e familiare, in cui non ti senti mai solo.
Come cambia il pubblico per un concerto di musica originale o per una cover band?
Non c’è una regola, ma crediamo che la gente vada educata alla musica inedita e non. Le serate diventano lezioni di vita, uno per la musica e due per l’aggregazione, che è un punto forte del Libertine. In una società in cui se non sei su facebook sei out, finzione virtuale alienante, la musica ancora rimane un forte elemento di aggregazione. Anche per questo noi non abbiamo un palco, perchè ho sempre pensato che crei un muro tra la band ed il pubblico. La band crea lo spettacolo ma gli ascoltatori sono anch’essi protagonisti e in base alle loro reazioni la band si pone in maniera diversa. Spesso da noi c’è un coinvolgimento così forte che musicisti e ascoltatori si mischiano ed interagiscono attivamente.
Quali sono i costi che un organizzatore deve sostenere per una serata di musica dal vivo oggi in Italia? Quanto può influire una licenza nel bilancio della serata?
Non tocchiamo il tasto dei costi di gestione della cultura in italia. Non riusciamo ancora a capire che i piccoli locali come il nostro sono la linfa dell’economia, e grazie alla possibilità che diamo ai gruppi di suonare questi stessi possono produrre dei dischi e suonare anche su palchi più grandi. Ripeto, per organizzare questi eventi bisogna essere spinti da una forte passione ed avere come obbiettivo il divertimento e la soddisfazione della clientela, così come delle band.
Che tipo di esperienze avete avuto in passato con le licenze? Avete avuto modo in quest’ultimo anno di fare una licenza Soundreef, alternativa a SIAE? Se si, come vi siete trovati? Quali sono gli aspetti maggiorente innovativi secondo voi?
Abbiamo richiesto solo una licenza Soundreef finora. L’unico problema è stata la lingua e la pratica online dovrebbe essere un pò semplificata. Si spera che sempre più gruppi depositino i propri pezzi ad agenzie alternative perchè sappiamo bene che i compensi che richiede la SIAE sono ladrocini anche perchè band sconosciute non riescono nemmeno a ripagarsi la quota di iscrizione annuale. La cosa che ci piace di Soundreef e di altre agenzie è che non tutelano solo i diritti dei grandi artisti.